400 milioni per l’edilizia universitaria

400 milioni per l'edilizia universitaria

Pubblicato sul sito del MIUR il bando per investimenti edilizi nelle Università pubbliche. I programmi vanno presentati entro il 12 maggio 2020

Bando da 400 milioni per l'edilizia universitaria

Dopo più di 10 anni viene riproposto in Italia un programma di cofinanziamento ministeriale, in seguito della registrazione da parte della Corte dei conti, per investimenti edilizi nelle università pubbliche.

Il Miur ha infatti pubblicato sul proprio sito il “Bando per l’assegnazione alle Università statali di finanziamenti relativi al “Fondo per l’edilizia universitaria e per le grandi attrezzature scientifiche” per il periofdo 2019/2033.

Tutti gli Atenei della penisola possono inviare per via telematica entro il 12 maggio 2020 i programmi di investimento alla cui realizzazione il Ministero parteciperà nella misura massima del 50%, per un totale di 400 milioni.

Possibili tipologie di intervento

  • Euro 270.000.000, per la realizzazione di progetti di livello esecutivo o definitivo, nel rispetto della vigente normativa sui lavori pubblici per i lavori in edilizia, da realizzarsi secondo la formula dell’appalto di progettazione e costruzione;
  • Euro 70.000.000, per progetti di livello almeno definitivo da avviare dopo il 2020 ma in cui sia previsto che le procedure di affidamento inizino entro il 2022;
  • Euro 50.000.000, per l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e grandi attrezzature scientifiche da avviare entro il 2020;
  • Euro 10.000.000, per progetti di livello esecutivo o di livello definitivo per potenziamento dell’edilizia sportiva universitaria da avviare entro il 2020.

Gli interventi possono riguardare la costruzione, ristrutturazione, ampliamento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico dei beni immobili delle attività istituzionali, tranne gli interventi di edilizia residenziale.

Si è data precedenza ai progetti che possono essere cantierabili entro il 2020.

I programmi saranno valutati da una Commissione ministeriale formata da 5 componenti.

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