Bonus edilizi, non si fermano le polemiche

Da una parte il ministro dell’economia Giorgetti ha dichiarato che pensare al Superbonus gli fa venire il mal di pancia, dall’altra l’allarme lanciato da Ance sul mercato nero dell’acquisto dei crediti e l’appello di Federcostruzioni al Governo perché pianifichi un piano decennale di strumenti che aiutino le famiglie nella, necessaria, riqualificazione del patrimonio costruito che rappresenta una priorità inderogabile per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali del nostro tempo. Il tutto in attesa della nuova Legge di Bilancio.

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Bonus edilizi, non si fermano le polemiche

La riqualificazione efficiente del patrimonio immobiliare è sempre più urgente e deve essere una priorità, non si tratta di un tema che si possa rinviare: il settore edilizio è infatti responsabile di circa il 40% del consumo energetico globale e di circa un terzo delle emissioni di gas serra a livello mondiale. E’ indispensabile considerare una serie di fattori come la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico, l’ottimizzazione delle risorse e le opportunità economiche per il paese garantite dagli interventi di riqualificazione.

E, chiaramente, gli interventi capillari di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio oggi devono essere sostenuti dai bonus.

Il futuro dei bonus edilizi

I bonus edilizi, superbonus in primis, sono certamente una delle spine nel fianco del Governo alle prese con la nuova Legge di Bilancio, che nelle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sarà “prudente e terrà conto delle regole di finanza pubblica”.

Che il Superbonus non sia mai piaciuto alla maggioranza non è certo un mistero. Nei giorni scorsi Giorgetti, intervenendo a Cernobbio al Forum Ambrosetti, parlando del Superbonus ha detto “a pensarci mi viene ogni volta il mal di pancia, non solo per gli effetti negativi sui conti pubblici, ma anche perché ingessa la politica economica lasciando margini esigui ad altri interventi”. Senza dimenticare l’effetto distorsivo sulla realizzazione degli interventi previsti dal PNRR: “quanti bandi sono andati deserti per la mancanza di imprese disponibili perché impegnate nel più redditizio superbonus?”. Rispetto all’impatto del Superbonus sui conti ha aggiunto che “dei 100 miliardi di cui si parla, noi ne abbiamo pagati 20, altri 80 rimangono da pagare: hanno tutti mangiato e noi siamo chiamati a pagare il conto”.

Eppure non si può dimenticare l’affetto positivo del Superbonus nel sistema paese e le attuali criticità.

Federica Brancaccio intervenendo a Rai Radio1 ha sottolineato ancora una volta le difficoltà per famiglie e imprese a causa dei crediti incagliati.  Secondo le stime Ance, “sono circa 30.000 le imprese e circa 300.000 i nuclei familiari in difficoltà per il blocco dei crediti“. Il rischio, come sappiamo, è che le famiglie non siano in grado di sostenere gli interventi di riqualificazione e che si blocchino i cantieri. “Il Governo ha più volte promesso una soluzione che ad oggi ancora non si vede e il tema delle speculazioni e del mercato nero dell’acquisto dei crediti sta crescendo“. In poche parole famiglie e imprese in difficoltà, pur di non fallire accettano offerte al ribasso, anche al 40-50%.

Rispetto all’ipotesi di prorogare la misura del Superbonus per i condomini che sono in stato avanzato dei lavori, la Brancaccio ha sottolineato che si tratta di una proroga necessaria perché senza “liquidità i lavori si sono rallentati se non fermati“.

Federcostruzioni  chiede al Governo di andare oltre le polemiche e di pianificare un nuovo piano decennale di strumenti a sostegno degli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza antisismica del patrimonio edilizio costruito, sia pubblico che privato, coerentemente con le direttive europee.  “I bonus – sottolinea la presidente ing. Paola Maronehanno sostenuto l’Edilizia e l’economia nazionale in un momento particolarmente difficile, e hanno consentito la riqualificazione energetica di oltre 70.000 condomini, 235.000 abitazioni singole e 114.000 unità funzionalmente autonome”.

Il piano decennale dovrebbe dare priorità agli interventi integrati edificio/impianto, “per il raggiungimento degli obiettivi e le ricadute positive su tutta la filiera produttiva industriale italiana”, salvaguardando contemporaneamente la sostenibilità della finanza pubblica.

Rispetto al problema dei crediti incagliati secondo Federcostruzioni si tratta di una situazione sempre più critica per le aziende che hanno anticipato i fondi e “hanno onorato i loro obblighi fiscali pagando imposte su incassi previsti che non si sono mai concretizzati. Adesso, si ritrovano sull’orlo di un baratro di default, che potrebbe annientare imprese, fornitori e l’intera categoria di professionisti del settore, lasciando innumerevoli cantieri fantasma a svantaggio di cittadini indifesi”.

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