Bonus edilizi, niente da fare per la remissione in bonis sulla cessione del credito

Pugno di ferro per quanto riguarda la remissione in bonis relativa a cessione del credito e sconto in fattura. Sanare gli errori o le comunicazioni tardive non sarà più possibile.

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Bonus edilizi, niente da fare per la remissione in bonis sulla cessione del credito

Chi ha eseguito interventi agevolati dai bonus edilizi ha avuto tempo fino al 4 aprile 2024 per comunicare all’Agenzia delle Entrate le opzioni della cessione del credito in relazione alle spese sostenute nel corso del 2023.

In caso di ritardo o omessa comunicazione, la legge ammette la possibilità di ricorrere alla remissione in bonis; questa possibilità, precedentemente concessa fino al 15 ottobre 2024, è stata “bloccata” dalla Legge 67/2024 (il cosiddetto “decreto Superbonus”). Di conseguenza chi non si è adeguato entro il 4 aprile 2024 non può più avvalersi della remissione in bonis per sanare la tardiva comunicazione.

La conferma è arrivata dal sottosegretario all’Economia e Finanza Federico Freni durante una interrogazione parlamentare.
La remissione in bonis avrebbe consentito a molti contribuenti di correggere eventuali errori commessi in fase di comunicazione all’Agenzia delle Entrate sulle informazioni relative alla cessione del credito o allo sconto in fattura.

Cos’è e come funziona la remissione in bonis per i bonus edilizi

La remissione in bonis è uno strumento previsto dalla legge che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione contributiva. Si può usare sia in caso di mancato invio di comunicazioni obbligatorie sia in caso di ritardo. Questa procedura, in vigore per sanare gli errori tributari, è stata estesa anche alle comunicazioni relative al Superbonus e agli altri bonus fiscali.

Parlando di bonus edilizi, la remissione in bonis permette ai contribuenti di sanare gli errori commessi al momento di invio della dichiarazione dell’opzione tra cessione del credito e sconto in fattura. Per cui, fino al 4 aprile 2024, è stato possibile:

  • comunicare l’esercizio dell’opzione tra sconto in fattura e cessione del credito oltre i termini stabiliti dalla legge
  • regolarizzare la mancata o tardiva presentazione dell’asseverazione

In altre parole, la remissione in bonis ha fatto sì che molti contribuenti non perdessero le agevolazioni fiscali legate ai bonus casa, nonostante la commissione di errori formali o ritardi.

Cessione del credito e remissione in bonis, una via non più percorribile

Come anticipato, il sottosegretario dell’Economia e Finanza Federico Freni ha confermato l’impossibilità di ricorrere alla remissione in bonis per correggere le comunicazioni inviate entro il 4 aprile 2024. Il “no” definitivo è contenuto nell’art.2 del DL 39/2024: la remissione in bonis non si applica alle comunicazioni di cessione del credito o sconto in fattura.

Le motivazioni – come sostenuto dal sottosegretario – sono principalmente di carattere tecnico. L’eventuale apertura alla remissione in bonis richiederebbe un complesso adeguamento delle procedure informatiche. Altra motivazione è di carattere temporale: la prima rata dei crediti in esame scade il 31 dicembre 2024, di conseguenza i cessionari non avrebbero tempo a sufficienza per utilizzare la rata in compensazione tramite modello F24.

Il diniego definitivo del governo ha suscitato alcune polemiche, specialmente tra i membri del Consiglio nazionale dei Commercialisti. Secondo molti sarebbe urgente intervenire per prorogare l’operatività della remissione, dando la possibilità ai contribuenti di sanare gli errori commessi senza perdere le agevolazioni.

Tuttavia la posizione del governo non sembrerebbe lasciare margini di ripensamento. Per cessione del credito e sconto in fattura sui bonus edilizi non ci sarà alcuna possibilità di remissione, ciò vuol dire che chi non ha esercitato l’opzione correttamente entro il 4 aprile 2024 potrebbe perdere le agevolazioni.

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