Calano gli occupati nelle costruzioni

Il secondo trimestre di quest’anno ha registrato, dunque, per la prima volta un calo di circa due punti e mezzo rispetto allo stesso periodo del 2005. Si registra un rallentamento della crescita occupazionale maschile e un calo di quella femminile, che nel 2006 raggiungerà ben 8 punti percentuali. Aumenta il dinamismo del settore autonomo.
Fra le novità per la prima volta nella domanda di nuove assunzioni si riduce il peso dei lavoratori stranieri (dal 29,3% del 2005 al 22,4% del 2006, con una riduzione del 18,5% rispetto alla domanda totale), rispetto a una tenuta della domanda di lavoratori italiani.
Questo, secondo lo studio, evidenzia il fatto che quando il “vento cambia” si tende a ridurre la richiesta di lavoratori meno qualificati.
“Il calo – spiega Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme – è destinato ad aumentare di consistenza e ad accrescere il disagio del settore.
Si tratta del primo importante segnale di come il rallentamento del ciclo espansivo che ha caratterizzato il mercato delle costruzioni a partire dal 1997 e l’apertura di una nuova fase nel nostro paese inizia a farsi sentire sul mercato del lavoro”.
In sette anni di boom edilizio la crescita occupazionale ha portato gli occupati da 1,49 milioni del 1998 a 1,9 milioni alla fine del 2005, con un incremento del 28,1 per cento.
Ci si trova anche di fronte a un invecchiamento del settore con un calo del peso delle classi più giovani e un incremento di quelle maggiori.
Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha detto che occorre una sorta di Santa Alleanza fra Governo e parti sociali per ridurre il sommerso e ha dichiarato di voler intervenire sulla regola del massimo ribasso negli appalti. “È necessario – spiega Damiano – che vengano garantiti standard qualitativi dal punto di vista della sicurezza e della retribuzione”. Il ministro ha anche annunciato di voler costituire accanto ai due tavoli su previdenza e mercato del lavoro, anche tavoli specifici di settore.
Secondo Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, visti i rischi insiti nel mestiere, “bisogna fare uno sforzo per addestrare le persone, migliorare la formazione e prevenire il lavoro nero”.
Il Sistema informativo Excelsior 2006 realizzato dalle Camere di commercio, con il coordinamento di Unioncamere e in collaborazione con il ministero del Lavoro e l’Unione europea conferma le difficoltà occupazionali nel settore delle costruzioni per il quale registra ancora una leggera crescita, anche se inferiore al passato.
Le previsioni indicano 101.640 assunzioni e 78.980 uscite, con un saldo attivo di 22.660 nuovi posti. I saldi occupazionali risultano, invece, in sensibile riduzione rispetto al passato: il + 22.660 del 2006 segna un -14% sul 2005.
Dal cambiamento del ciclo del mercato ci si aspetta un aumento del lavoro autonomo che dovrebbe interessare i lavoratori stranieri: nel settore delle costruzioni si è già passati da poco più di 15mila imprese con titolare extracomunitario del 2000 a 56.694 del 2005, con un aumento del 273,7% rispetto al 2000.
Una sezione dell’indagine ha riguardato i lavoratori occupati tramite Obiettivo lavoro dalla quale emerge che la spinta all’emigrazione è il miglioramento della propria condizione economica e lavorativa e che il 91,5% degli intervistati vuole tornare nel Paese d’origine.
“La gestione dei flussi migratori – sottolinea Alessandro Ramazza, presidente di Obiettivo lavoro – non può che avvenire attraverso processi di monitoraggio del mercato del lavoro, a cui collegare attività di formazione nei Paesi di partenza e garanzie di condizioni di lavoro e di vita nel nostro Paese”.

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