Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
A cura di: Adele di Carlo Il Consiglio dei ministri, in data 21 ottobre 2024, ha approvato le modifiche al Codice dei contratti pubblici, andando a toccare molti punti salienti. Le modifiche approvate sono il frutto di una lunga contrattazione con stakeholder, rappresentanti del settore privato ed enti pubblici. Gli emendamenti approvati dovranno essere sottoposti all’esame del Parlamento prima del via libero definitivo al nuovo Codice degli appalti. Tali modifiche riguardano l’aggiornamento dei requisiti progettuali, prezzari, semplificazione delle procedure di gara, adattamento delle norme per le procedure sotto soglia e molto altro ancora. In attesa del testo definitivo, ecco le modifiche più rilevanti del Codice degli appalti che tengono conto delle indicazioni del PNRR. Codice degli appalti, le modifiche sull’equo compenso Una parte importante delle modifiche presentate riguarda la determinazione dell’equo compenso. D’ora in avanti tale regola si dovrà applicare anche ai contratti pubblici, per i quali vengono aggiornati i criteri di affidamento dei contratti relativi a servizi di ingegneria e architettura di valore pari o superiore a 140.000 euro. I nuovi criteri per l’equo compenso vanno calcolati in base al cosiddetto “decreto parametri”, per stabilire l’importo base di gara. Per l’assegnazione delle gare varrà il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con un massimo del 30% del punteggio economico riservato all’offerta tecnica, per valorizzare la qualità della prestazione. Digitalizzazione Come più volte annunciato, focus particolare viene dato all’esigenza di digitalizzazione delle procedure di gara. Le modifiche al Codice degli appalti prevedono l’utilizzo della banca dati nazionale di ANAC per semplificare le procedure. Inoltre obbligano, a partire dal 10 gennaio 2025, le stazioni appaltanti a gestire le costruzioni per appalti di valore superiore a 2 milioni di euro tramite strumenti digitali. Stazioni appaltanti Le modifiche al Codice degli appalti prevedono anche strumenti e corsi di formazione per migliorare la qualificazione e la professionalizzazione delle stazioni appaltanti. Con il nuovo anno, le stazioni appaltanti dovranno monitorare la propria efficienza, valutando i tempi medi tra la presentazione delle offerte e la firma del contratto. In caso di valutazione non positiva, o migliorabile, si potrà avere accesso ad una formazione ad hoc. Nuovi requisiti per la partecipazione dei consorzi Cambiano i requisiti richiesti ai consorzi stabili. Per partecipare potranno utilizzare i requisiti maturati dai singoli membri, anche se gli altri componenti non li soddisfano. Inoltre sia i consorzi di cooperative di produzione e lavoro che i consorzi artigiani sono tenuti a specificare per quali consorziati concorrono. Dal 2025 sarà vietata la partecipazione a più di un consorzio stabile. Micro, piccole e medie imprese Il nuovo Codice degli appalti si pone l’obiettivo di agevolare la partecipazione agli appalti pubblici delle micro, piccole e medie imprese. Le stazioni appaltanti dovranno valutare l’idoneità della suddivisione in lotti e riservare una quota del 20% dei subappalti alle PMI. Tutele lavoristiche e revisione dei prezzi Con le ultime modifiche al testo si va ad aggiungere un nuovo allegato che contiene i criteri di individuazione del CCNL applicabili ai lavoratori coinvolti nell’appalto e la verifica dell’equipollenza dei contratti. E ciò per garantire la sicurezza dei lavoratori e condizioni di impiego eque. Altro punto è l’introduzione di nuovi criteri di revisione dei prezzi, con l’entrata in vigore di indici sintetici per adeguare gli importi contrattuali. Partenariato pubblico-privato Le regole sulla finanza di progetto, cioè la realizzazione di lavori pubblici attraverso forza lavoro e finanziamenti privati, viene completamente riscritta: viene fatta una distinzione tra procedure di finanza di progetto a iniziativa privata e a iniziativa pubblica si introduce una fase preliminare prima della presentazione delle proposte si inserisce una fase di evidenza pubblica per individuare il soggetto che può esercitare la prelazione viene introdotto l’obbligo per gli enti concedenti di assicurare la trasparenza sulle manifestazioni di interesse Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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