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Il 17 giugno si celebra la giornata mondiale delle Nazioni Unite per la lotta a desertificazione e siccità. In quest’occasione ISPRA ha organizzato un webinar sulle iniziative da mettere in atto per combattere un problema che, anche nel nostro paese, sta diventando una vera e propria emergenza. Durante i lavori sono state presentate le strategie per per garantire il raggiungimento degli obiettivi di Land Degradation Neutrality. Desertificazione e degrado del suolo, un’emergenza globale Secondo i dati del Global Land Outlook, il 70% delle aree prive di ghiaccio è stato modificato dall’intervento dell’uomo con conseguenze sulla sopravvivenza di circa 3.2 miliardi di persone ed entro il 2050 questa percentuale potrebbe raggiungere il 90%. Il sovrasfruttamento antropico ha causato danni sulla fertilità dei terreni e sulla biodiversità acuiti dal cambiamento climatico. Lo stesso Rapporto segnala che oggi circa 500 milioni di persone vivono in aree completamente degradate, tanto da registrare la perdita totale di produttività, definita appunto come desertificazione. L’Africa è il Continente che soffre maggiormente questa situazione: nella zona a sud del Sahara in particolare il 73% delle terre aride coltivabili sono degradate quando non completamente desertificate. Tra i paesi in via di sviluppo soffrono anche Asia, Medio Oriente, Sudamerica. Ma anche nelle economie più ricche l’emergenza si fa sentire, sia USA che in Australia ci sono vaste aree a rischio siccità e desertificazione. Nell’Unione Europea i paesi a maggior rischio sono quelli dell’area del Mediterraneo, quindi, oltre a Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia, Cipro e Malta, anche il Bel Paese. Occorre dunque pianificare a livello globale strategie per invertire il degrado del suolo, ripristinare la biodiversità, definire obiettivi per terreni sani entro il 2050 ed azioni concrete entro il 2030. Italia, il 28% a rischio desertificazione Un’emergenza che coinvolge anche l’Italia: secondo i dati dell’Ispra infatti il 28% del territorio è a rischio degrado, a partire dalle regioni del Sud dove le condizioni meteoclimatiche stanno impattando pesantemente sul territorio, a livello di perdita di qualità degli habitat, erosione del suolo, frammentazione del territorio, densità delle coperture artificiali. Non sono esenti anche alcune regioni del nord Italia, quali Veneto, Piemonte, Emilia Romagna. L’Italia, coerentemente con la Convenzione della Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione e agli effetti della siccità, sta definendo obiettivi per raggiungere un tasso di degrado netto pari a zero. A conferma dell’emergenza del nostro territorio arrivano i dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche che segnala che in tutta Italia si sta verificando un grave rischio siccità a causa del calo di fiumi e laghi. La situazione è più grave nell’area del bacino Padano (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto) dove la siccità del Po sta toccando livelli record, con la “risalita del cuneo salino, che sta alterando gli equilibri ambientali nel delta, inaridendo i territori: dalla sorgente alla foce, non solo i flussi in alveo sono largamente al di sotto di quanto registrato in anni recenti, ma a Pontelagoscuro, con 301,6 metri cubi al secondo, si è scesi abbondantemente sotto il precedente minimo storico, fissato a mc./sec. 320”. I dati di una ricerca IPSOS realizzata per Finish nell’ambito del progetto “Acqua nelle nostre mani” segnalano che la siccità nel nostro paese è in continuo peggioramento, un’emergenza che in futuro potrebbe coinvolgere 8 italiani su 10, con un impatto in particolare sul settore dell’agricoltura. I dati parlano di un calo rispetto alla media stagionale del 60% di pioggia e addirittura -80% per la neve, con una conseguente sofferenza per gli invasi di acqua. “Acqua nelle nostre mani” è l’iniziativa proposta da Finish, con il supporto di Future Food Institute, che mette l’acqua al centro delle iniziative concrete da realizzare nei territori, Quest’anno protagonista è la Puglia, tra le regioni ad alto rischio desertificazione, in cui verranno piantati più di 500 alberi resistenti al batterio della Xylella e saranno realizzati diversi interventi di monitoraggio idrico. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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