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Non si placano le polemiche legate alle continue novità introdotte in ambito di “superbonus 110%“, misura varata nel 2020 a sostegno degli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio, che ha dimostrato di funzionare bene, anche se sono recentemente emersi dati allarmanti su abusi e frodi. Possibile stretta sui massimali Proprio per arginare le truffe il Governo ha recentemente approvato alcune misure (in particolare il decreto antifrodi e la norma inserita dal Governo nel Decreto Sostegni ter, che limita a una sola possibile cessione del credito), che rischiano però di mettere in ginocchio tutto il settore edile, andando a colpire indistintamente tutte le imprese. Draghi e Franco: un sistema di truffe tra le più grandi della nostra Repubblica In occasione della Conferenza stampa dell’11 febbraio del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con i ministri Marta Cartabia (Giustizia) e Daniele Franco (Economia e Finanze), il Premier e il ministro dell’Economia hanno parlato di un sistema di truffe tra le più grandi mai viste – legato alla possibilità di cedere i crediti senza limiti nel numero di passaggi ed estesa a tutte le tipologie di lavori – che ha richiesto interventi correttivi: “Si è creato – ha detto il Ministro Franco, una sorta di mercato dei crediti fiscali non regolamentato. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle entrate come sospette ammontano a oltre 4 miliardi, di questi 2,3 già sono stati oggetto di sequestro e in parte sono stati recuperati”. Per quanto riguarda il limite a una sola cessione, il ministro Franco ha detto che è possibile pensare a ulteriori affinamenti, tracciando meglio le singole operazioni “attribuendo un codice ad ogni operazione, all’interno del sistema bancario potremmo prevedere fino a 2/3 cessioni, ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe”. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricordato che siamo il solo paese in Europa ad aver introdotto il Superbonus e che “Il governo vuole che il meccanismo funzioni ma non è che l’edilizia senza il superbonus non funziona”. Ci si domanda come mai lo Stato non sia riuscito a garantire, sin dal 2020, i giusti controlli per una misura così importante per la ripresa dell’economia del nostro paese (lo scorso anno l’edilizia ha contribuito alla crescita per l’1%), e ora indistintamente tutte le imprese (la maggior parte delle quali lavorano onestamente) siano a rischio, già oggi sono infatti molti i cantieri bloccati. Fraccaro: pochissime le truffe sul superbonus Il deputato del M5S Riccardo Fraccaro evidenzia che dai numeri comunicati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini in audizione al Senato emerge che la maggior parte delle truffe siano legate agli altri bonus edilizi, in particolare al bonus facciate e che quello contro il Superbonus sia un attacco prima di tutto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, contrario alla misura: “oltre 2 miliardi di frodi (il 46%) collegati al bonus facciate (quella sì una misura inutile ed esposta a ogni rischio di truffa), 1,5 miliardi (il 34%) al vecchio ecobonus del 65%, 40 milioni al bonus locazioni, 350 milioni al sisma bonus e 132 milioni – sì: 132 milioni, il 3% del totale – al “famigerato” superbonus!”. A queste difficoltà si aggiungerebbe ora l’intenzione del ministro dell’Ambiente Cingolani di “emanare un decreto ministeriale, dunque un provvedimento che non deve superare il vaglio del Parlamento, fissando per i lavori ammessi al superbonus massimali di prezzo talmente bassi da azzerare di fatto l’uso dell’incentivo”. I massimali per l’asseverazione della congruità dei prezzi riguarderanno superbonus, ecobonus e bonus facciate. L’Ance, contro le frodi a sostegno del superbonus Intervenendo nella trasmissione Rai3 Agorà il Presidente dell’Ance Gabriele Buia ha detto che è necessario fare una distinzione tra i bonus ordinari e il superbonus: “I primi non hanno mai avuto regole nonostante l’Ance abbia chiesto a gran voce di dare una regolamentazione. Il Superbonus è una cosa diversa, per approcciare in maniera corretta la piattaforma della cessione del credito, le imprese – quelle corrette – devono dimostrare la regolarità in 70 passaggi diversi. Il problema che può sorgere in questo caso è l’esistenza del cantiere a valle: deve essere certo che il primo credito sia veramente buono, non tanto la successiva cessione”. L’Ance intende costituirsi parte civile contro le frodi delle imprese fittizie nate in questi mesi. 8/2/22 64 nuove imprese edili al giorno La situazione è certamente complessa. In un articolo pubblicato sul Corriere.it di ieri, a firma di Marco Bonarrigo e Milena Gabanelli emergono numeri impressionanti: in Italia creare e far partire un’impresa edile è molto facile e in questo periodo, grazie ai bonus (che le aziende edili possono chiedere senza limiti di importo), anche particolarmente allettante, tanto che nel secondo semestre del 2021 sono sorte 64 nuove imprese edili al giorno, per un totale di 11.600. Quante di queste siano serie, preparate e con maestranze competenti, in grado di gestire un cantiere in sicurezza, è difficile saperlo. Certo, l’Agenzia delle Entrate ha denunciato le molte truffe, superiori a 1 miliardo di euro, di imprese che chiedono i bonus senza praticamente aprire i cantieri. I dati più impressionanti riguardano la sicurezza: risulta infatti che ogni 100 cantieri ispezionati dall’Inail, 91 siano irregolari e non rispettino le norme previste, con conseguenze pesantissime sugli incidenti, anche mortali. Resta anche il nodo, di cui abbiamo recentemente parlato su Infobuild.it, della carenza di materie prime e dei ponteggi. Il rischio però è che si blocchino molti dei cantieri senza risolvere il problema delle truffe, con gravi ricadute anche a livello occupazionale. L’ufficio Studi di Confartigianato parla di 123 mila posti di lavoro dipendente nel 2021 (+60,3% rispetto al 2020) e 127mila assunzioni previste nel primo trimestre dell’anno in corso nel settore delle costruzioni, che ora sono a rischio. “I segnali negativi – spiega Confartigianato – arrivano già da una sensibile riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione: a gennaio ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato (-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 (che aveva segnato un +87,5% rispetto a novembre 2021)”. Confartigianato ha presentato un Manifesto che in 10 punti spiega perché è necessario sbloccare la cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. Alle polemiche si unisce anche Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che sottolinea l’importanza di contrastare le frodi, ma evidenzia che il Decreto Sostegni ter avrà ripercussioni molto pesanti anche su chi ha operato nella legalità. “Si è venuta a creare una situazione paradossale che mette a rischio il futuro di tanti tecnici liberi professionisti e ciò non è un bene anche per il sistema Paese”. Cortexa – consorzio che riunisce le più importanti aziende specializzate nel settore dell’Isolamento Termico a Cappotto in Italia – per aiutare privati e professionisti a districarsi nel sempre più complesso mondo dei bonus edilizi, ha realizzato una Guida che offre un utile supporto soprattutto per chi voglia realizzare lavori di isolamento a cappotto. Andris Pavan, Presidente di Cortexa sottolinea che per non rallentare i cantieri, si devono premiare professionisti e imprese qualificati, che lavorano con regole certe e verificabili. “Per questa ragione Cortexa continua a chiedere che il riconoscimento dei benefici avvenga esclusivamente per i lavori eseguiti a regola d’arte da progettisti e imprese qualificati secondo percorsi formativi strutturati e obbligatori che sfocino nella certificazione delle competenze”. Il deputato del Gruppo Misto Alessio Villarosa parla di 1 milione di posti di lavoro a rischio e proprio in difesa di occupati e imprese ha organizzato per oggi in Piazza della Repubblica a Roma una Class Class Action Nazionale dell’Edilizia – Tutti in piazza contro il Governo! “L’art. 28 del Decreto Sostegni i fatto bloccherà tutte le cessioni di crediti edilizi creando un monopolio tutto in mano alle banche che potranno decidere se comprare i crediti, quali e quanti comprare e soprattutto a che cifre. Nel frattempo però migliaia di imprese dovranno rinunciare a lavori, migliaia di lavoratori verranno licenziati e migliaia di cittadini non potranno usufruire di una misura fondamentale per il paese che ne ha permesso la ripartenza tanto decantata dai giornali che allo stesso tempo criticano il Superbonus 110%”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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