Cipro in restauro

Importante operazione di recupero nell’isola del Mediterraneo. Il programma intende essere la base per una serie di iniziative culturali volte all’integrazione tra le diverse etnie locali. L’isola mediterranea – una delle zone piu’ militarizzate al mondo – e’ infatti divisa da una ‘linea verde’ in due settori, capitale compresa, sin dal 1974, quando dopo un tentato di colpo di stato filo-greco a Nicosia, Ankara invio’ sull’isola un contingente di 35.000 soldati (ancora presente nel Nord) per proteggere la comunita’ turco-cipriota che riteneva minacciata.
La cultura al servizio della pace’: questo il concetto alla base di un importante progetto di restauro di due dei piu’ notevoli siti storici presenti sull’isola di Cipro – un monastero greco- ortodosso che risale al XII° secolo ed una moschea – sponsorizzato dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Unpd) ed affidato in parte al prof. Giorgio Croci, uno dei piu’ noti esperti internazionali di tecnologie del restauro. L’iniziativa – finanziata con fondi dell’Onu e del governo Usa sotto gli auspici dell’Ufficio dell’Onu per il progetto di servizi (Unops) – si inserisce nell’ambito di un vasto Programma per lo Sviluppo bicomunale istituito a Cipro per riavvicinare le comunita’ greco-cipriota e turco-cipriota separate da ormai 28 anni. Il monastero dell’apostolo Andrea, del cui restauro e’ responsabile il prof. Croci, sorge sulla penisola di Karpasia, all’estremita’ Nord-occidentale dell’isola, nella zona sotto occupazione, e venne eretto sulla spiaggia dove – secondo la tradizione – nel I° sec.d.C. approdo’ Sant’Andrea durante un viaggio da Gerusalemme in Grecia. La moschea si trova invece nei pressi di Larnaca, sulla costa meridionale della parte ‘libera’ dell’isola, ed e’ quella di Hala Sultan Tekke, considerata il quarto luogo piu’ santo dell’Islam dopo quelle di Mecca, Medina e Gerusalemme. Il restauro del complesso di Hala Sultan Tekke, che oltre al tempio comprende un minareto ed il mausoleo di Umm Haram, uno stretto collaboratore del Profeta Mohammed, fondatore dell’ Islam, e’ stato affidato all’esperto egiziano Saleh Lamei Mustafa. Il progetto di restauro, ha spiegato il prof. Croci, e’ diviso in due fasi. ”Nella prima occorrera’ rimuovere tutte quelle aggiunte che sono state apportate alla struttura originale del monastero nel corso dei secoli. La chiesa originale, infatti, e’ stata ampliata aggiungendovi balconate su un lato della facciata e alcune stanze per accogliere i pellegrini, che hanno pero’ alterato completamente la facciata stessa e l’architettura originali. Queste parti saranno rimosse”. ”In un secondo tempo – ha aggiunto il prof. Croci – si rendera’ necessario un consolidamento delle strutture e quindi riparare o sostituire le pietre degradate. Verranno inoltre collocate alcune cerchiature con barre di acciaio inossidabile per ridare continuita’ in quei punti dove le strutture si sono deformate o lesionate”. La realizzazione dei restauri, ha proseguito l’esperto – non dovrebbe presentare grosse difficolta’ ma, ad ogni buon conto, ”per le operazioni piu’ delicate e’ previsto che l’impresa che otterra’ in appalto i lavori avra’ l’assistenza di una squadra specializzata, probabilmente italiana, per fare alcune lavorazioni di restauro della pietra, di iniezione e bonifica dei materiali”.

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