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De Albertis: dopo le opere strategiche un progetto per le citta’. Con il piano per le opere pubbliche, approvato recentemente dal Cipe, il governo intende imprimere una decisa accelerazione al sistema dei lavori pubblici. Per raggiungere questo obiettivo, l’esecutivo fa affidamento sulle procedure semplificate messe a punto con la legge obiettivo. Il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, intervistato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, se giudica con cauto ottimismo il piano infrastrutturale del governo (“sulla carta la legge obiettivo dovrebbe effettivamente accelerare il meccanismo”), pone tuttavia l’accento su quello che ancora va fatto per restituire appeal e competitivita’ al nostro paese: un piano di opere per il rilancio delle citta’. “Quello che manca, dopo aver definito la priorita’ delle reti – sostiene infatti De Albertis nell’intervista – e’ la definizione della priorità nei nodi, cioe’ nelle citta’. In America lo avevano chiamato city challenge: le grandi citta’ facevano la lista delle infrastrutture di cui avevano bisogno e poi stabilivano con una specie di gara quelle che si potevano realizzare con i fondi pubblici e privati. Probabilmente un city challenge bisognerebbe farlo anche in Italia”. Resta tuttavia aperto il problema del reperimento delle risorse finanziarie, su cui De Albertis non nasconde una certa preoccupazione. Il programma approvato dal Cipe, ha infatti dichiarato al Corriere della sera il presidente dell’Ance, “prevede opere per circa 250 mila miliardi di lire, quasi 126 miliardi di euro. Ma nel collegato alla finanziaria ci sono 15 mila miliardi per i prossimi tre anni. Per molte opere, poi, ci si appella al project financing”. E sebbene i tempi per il ricorso a questo importante strumento siano giudicati sostanzialmente maturi, a parere di De Albertis, non e’ pensabile un suo utilizzo sempre e ovunque: “Su opere di dimensione ridotta e locale, piu’ governabili dal punto di vista del ritorno dell’investimento, come per esempio parcheggi o impianti di depurazione, c’e’ un incredibile interesse. Sulle grandi e grandissime opere dipende”. Superamento degli elementi di incertezza che provocano timori da parte degli imprenditori, efficienza delle amministrazioni, capacita’ delle banche di valutare i progetti sono i fattori giudicati determinanti dal presidente dell’Ance per un reale decollo della finanza di progetto. Ma, probabilmente, in cima a tutte le esigenze c’e’ la creazione di una specifica professionalita’: “C’e’ bisogno di qualcuno che metta insieme competenze tecniche e finanziarie, di manager che sappiano gestire operazioni complesse”. De Albertis sollecita infine l’adozione di norme premiali per rilanciare i consorzi stabili, affinche’ le piccole e medie imprese non vengano tagliate fuori dagli importi eccezionalmente elevati delle opere che saranno messe a gara, e chiede che la valutazione d’impatto ambientale sia eseguita con rigore ma anche con rapidita’. Fonte Ance Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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