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La nuova Legge di Bilancio prevede alcune restrizioni alle aliquote dei bonus per la ristrutturazione e l’efficienza del patrimonio edilizio che rischiano di compromettere gravemente il settore delle costruzioni e la riqualificazione energetica in Italia. Secondo una recente ricerca di CNA e Nomisma, presentata a Roma, il taglio degli incentivi metterà a rischio oltre 97 miliardi di investimenti, con impatti significativi su occupazione, economia ed ambiente. Le categorie del settore chiedono a gran voce una revisione delle misure per evitare effetti a catena sull’economia nazionale. I bonus casa essenziali per la riqualificazione edilizia I bonus casa sono stati fondamentali nell’incentivare i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica in Italia, agevolando milioni di famiglie nel migliorare le proprie abitazioni. Nonostante la popolarità del Superbonus 110%, i cosiddetti “bonus minori” hanno continuato ad essere fondamentali per le famiglie italiane e per le piccole imprese edili, soprattutto grazie alla loro sostenibilità e prevedibilità. Gli incentivi più utilizzati, ovvero il bonus ristrutturazioni (con detrazione del 50%) e l’ecobonus (con detrazione del 65%), hanno sostenuto importanti investimenti, sia dal punto di vista economico che ambientale. Dal 2011 al 2019, tali bonus hanno inoltre garantito un impatto neutro sulle finanze pubbliche, generando effetti benefici senza gravare sui conti dello Stato. Secondo la ricerca CNA-Nomisma, oltre 10 milioni di famiglie prevedono di realizzare interventi di riqualificazione nei prossimi tre anni, a condizione che le aliquote di detrazione rimangano favorevoli. I tagli ai bonus previsti dalla nuova legge di bilancio rischiano di far rinunciare circa 3,5 milioni di famiglie. In particolare, la riduzione dell’ecobonus dal 65% al 50% e l’introduzione di limiti alle detrazioni, valide per la prima casa (per la seconda è prevista dal 2025 la detrazione al 36%), e i tetti in base al reddito e alla composizione familiare rappresentano un serio ostacolo. Effetti economici e ambientali dei tagli La ricerca di CNA e Nomisma evidenzia che una riduzione degli incentivi porterebbe 3,5 milioni di famiglie a rinunciare agli interventi di riqualificazione. Questo significherebbe non attivare investimenti per un valore complessivo di 97,3 miliardi di euro, con conseguenze disastrose per l’intero comparto edilizio. L’impatto diretto sarebbe una perdita di oltre 2 milioni di posti di lavoro e una riduzione del valore aggiunto pari a 119,7 miliardi di euro. Le conseguenze ambientali sarebbero altrettanto gravi: secondo lo studio, la mancata realizzazione di interventi di efficientamento energetico comporterebbe 16.000 GWh all’anno di energia non risparmiata, che corrispondono a circa 461 euro l’anno per famiglia di costi energetici non risparmiati, generando un incremento delle emissioni di 3,7 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Un disastro ambientale equivalente alla mancata piantumazione di 205 milioni di alberi. I rappresentanti delle categorie economiche, intervenuti alla presentazione della ricerca, hanno espresso grande preoccupazione per le ricadute di queste misure. Enzo Ponzio, presidente di CNA Costruzioni, Paolo Pagliarani, presidente di CNA Installazione Impianti, e Mauro Sellari, presidente di CNA Serramentisti, hanno sottolineato come le modifiche al sistema dei bonus colpirebbero un settore già in difficoltà. Le loro richieste sono chiare: mantenere in vigore per almeno tre anni le attuali aliquote per le ristrutturazioni (50%) per l’efficienza energetica (65%) e del Sismabonus, oltre a non introdurre tetti legati al reddito o alla composizione familiare e confermare le attuali percentuali di detrazione per le abitazioni principali e i condomini. La necessità di una strategia a lungo termine per i bonus casa In risposta alla manovra del governo, CNA ha chiesto l’apertura urgente di un tavolo di confronto per sviluppare una strategia a lungo termine sui bonus edilizi. L’obiettivo è quello di dare stabilità al mercato e pianificare un sistema di incentivi che sia coerente con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e miglioramento dell’efficienza energetica. Un dialogo tra governo e operatori del settore appare indispensabile per evitare che una manovra di breve respiro possa compromettere anni di progressi verso una transizione energetica sostenibile. L’incertezza normativa e le continue modifiche ai meccanismi di incentivazione rappresentano un freno per gli investimenti delle famiglie e delle imprese. Stabilità e prevedibilità sono essenziali per garantire il corretto funzionamento di un sistema che, negli ultimi anni, ha dimostrato di essere non solo efficace, ma anche sostenibile a livello economico e ambientale. La speranza è che il governo riveda le sue posizioni, ascoltando le proposte delle categorie e dei tecnici del settore, per dare un futuro ai bonus casa e alla transizione ecologica dell’Italia. Enzo Ponzio, presidente nazionale CNA Costruzioni, al termine della conferenza stampa ai microfoni del Gr di Rds ha dichiarato che si deve tener conto delle famiglie in difficoltà: “Visto che penso sia improponibile parlare nuovamente di cessione del credito o di sconto in fattura, almeno bisognerebbe prevedere un sistema di incentivazione che possa aiutare le famiglie a sostenere gli aspetti non coperti dalle detrazioni“. 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