Co-living per il futuro dell’edilizia

Uno studio di MVRDV sulle nuove forme di co-living, flessibili e articolate, dove si reinterpreta il concetto di spazio collettivo arricchendolo di nuovi significati. Gli edifici per il co-living presentati in questo studio sono costituiti dalla ripetizione di moduli uguali; al loro interno, una serie di aree condivise costituisce il cuore pulsante del sistema. Un co-living democratico, non più associato al disagio e allo svantaggio sociale e che fornisce risposte alla crisi abitativa e al cambiamento climatico.

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Co-living per il futuro dell’edilizia

Co-living Design study into co-living as a typology of shared living”, è il titolo dello studio che i progettisti di MVRDV, con sede a Rotterdam, Shanghai, Berlino e Parigi, hanno realizzato per conto di HUB, uno sviluppatore londinese e per l’investitore Bridges Fund Management e che hanno presentato pochi mesi fa.

Si analizza il tema degli spazi comuni, per la condivisione e la socializzazione, fondamento del sistema co-living, ma si evidenzia anche che il comparto ha bisogno di un rinnovamento, per esempio di sperimentare nuove forme e modalità, ragionando a monte sul contesto in cui l’edificio si trova e sull’utenza che dovrà ospitare.

Co-living per il futuro dell’edilizia. Un progetto innovativo di MVRDV

E così il concetto di spazio comune e condiviso si arricchisce di stanze per gli ospiti (i visitatori), spazi per eventi, giardini o sale di co-working da offrire ad una comunità più ampia e la riflessione si sofferma su come convertire zone inutilizzate come corridoi e angoli bui, o porzioni con bassi soffitti e si scopre che anche questi volumi potrebbero essere ottimi veicoli di accesso per insospettabili palestre o biblioteche o magari portare all’esterno, fino al tetto verde.

Una narrazione che, così esposta potrebbe ricordare il genere fiabesco ma che, invece, supportata dai disegni rende bene l’idea di come il co-living potrebbe diventare uno stile di vita e una modalità funzionale al raggiungimento di edifici salubri e di livello, seppur molto grandi e modulari.

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Lo studio è stato ispirato dal crescente portafoglio condiviso di HUB e Bridges di conversioni da ufficio a residenziale, molte delle quali progettate come schemi di co-living. Le due realtà hanno recentemente svelato i piani per uno storico sviluppo di co-living nella City di Londra, da 174 case, adiacente all’iconica tenuta londinese del Barbican, in seguito all’annuncio di un accordo di finanziamento a termine di 88 milioni di sterline con CDL per un programma di co-living di 209 case nella zona ovest di Londra.

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 “Questo studio evidenzia l’enorme numero di vantaggi che il co-living può offrire se progettato nel modo giusto”, spiega Damien Sharkey, amministratore delegato di HUB. “Sebbene vista come una tipologia emergente in alcuni mercati, la vita in comune esiste da sempre e ha assunto forme diverse nel corso della storia. Ciò a cui stiamo guardando ora è il suo ruolo nel contesto moderno delle città per la definizione delle migliori pratiche in termini di progettazione e consegna. Un buon progetto può andare anche oltre i residenti e raggiungere comunità più ampie. Questo è come immaginiamo la prossima generazione di co-living: uno stile di vita a basso impatto, sostenibile e incentrato sulla comunità, in case di alta qualità e ben posizionate”.

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Basato sul concetto di spazio condiviso come spazio della socialità, che favorisce gli incontri più o meno accidentali, lo studio presenta modelli sia per la riqualificazione di edifici esistenti, sia per sviluppare strutture nuove, sostenibili e resilienti. In totale sono 15 tipologie che rappresentano diverse disposizioni di case e spazi comuni.

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I progetti sono fondati sulla ripetizione di volumi uguali, per garantire facilità e convenienza di costruzione, ciascuno di essi presenta poi una diversa gamma di planimetrie e assetti diversi. Ma L’idea è quella di un villaggio in verticale, dove ogni piano ha una sua peculiarità e dove il baricentro o “cuore vibrante” è rappresentato proprio dagli spazi collettivi, anch’essi di diversa natura. Gli spazi della collettività sono volumi “vivi e attivi” che permettono di muoversi da un’area ad un’altra. Tutti i corridoi all’interno di queste tipologie diventano “strade” dell’edificio, creando nuove funzioni per spazi precedentemente spesso vuoti e bui che si trasformano in palestre, biblioteche e altri generi di spazi condivisi.

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Lo spazio della collettività appare flessibile e sartoriale ed è spesso frutto della riconversione di uffici sfitti da tempo, a sottolineare ancora una volta che l’impatto ridotto sull’ambiente è possibile. E il metodo funziona, sia per ottenere spazi abitativi di più alta qualità e far fronte alla crisi abitativa, sia per combattere i cambiamenti climatici, anteponendo la trasformazione dell’edificio esistente alla sostituzione dello stesso con un nuovo edificio.

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E, dato che lo spazio per i nuovi insediamenti abitativi è scarso nelle aree urbane, i tetti piani forniscono ulteriore capacità per la creazione di villaggi in verticale e aree attrezzate sulle coperture. Gli appezzamenti abbandonati o dalla forma strana ricevono nuova vita attraverso la creazione di spazi interni o esterni, offrendo la possibilità di scegliere tra una nuova area aperta comune o più stanze chiuse.

Co-living per il futuro dell’edilizia. Un progetto innovativo di MVRDV

Nell’affrontare le esigenze del settore abitativo, abbiamo osservato attentamente come la società sta cambiando (l’aumento delle famiglie single, l’isolamento delle persone). Le idee che presentiamo in questo libro mettono all’ordine del giorno i progetti di co-living come punti vivaci per i loro quartieri e le loro città, invitando il pubblico a entrare, non escludendolo”, spiega Winy Maas, socio fondatore di MVRDV.

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Le città da Londra a Lagos sono colpite dalla crisi abitativa e climatica e, con il nostro approccio, offriamo proposte applicabili a livello globale e che in grado di creare graziose residenze con qualità simili alle nostre case ideali, allontanando la convinzione che questa formula abitativa sia destinata alle persone bisognose”.

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Con una nota distopica, il libro si conclude immaginando un futuro in cui le città sono minacciate dagli effetti dei cambiamenti climatici e divenute ormai inospitali nelle estati calde, con la presenza di inondazioni o la scomparsa della biodiversità. Ma questi tragici epiloghi si trasformano in opportunità, offrendo allo stesso tempo edifici straordinari: dalle città agricole verticali, alle torri autarchiche che sono completamente autosufficienti e indipendenti, e dalle torri della biodiversità alle città verticali di 15 minuti che ribaltano il concetto orizzontale esistente.

Co-living per il futuro dell’edilizia. Un progetto innovativo di MVRDV

Scheda progetto

  • Autori: MVRDV
  • Luogo: Paesi Bassi
  • Committente: HUB e Bridges Fund Management
  • Cronologia realizzazione: 2024

 

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