Consenso e trasparenza per la normazione volontaria

La risoluzione del Consiglio delle Comunità Europee del 7 maggio 1985, nota come “Nuovo Approccio”, stabilisce una nuova strategia in materia di armonizzazione e normazione che consiste nell’attribuire alle norme tecniche europee il compito di definire le caratteristiche tecniche dei prodotti oggetto di direttive comunitarie. Una nuova ripartizione di compiti e responsabilità regola quindi da quasi 20 anni i rapporti tra legislazione e normazione.
La direttiva 89/106 sui prodotti da costruzione è una delle prime direttive del nuovo approccio, che caratterizza le disposizioni legislative sia a livello comunitario che nazionale, orientandole non più alla descrizione dei prodotti e delle opere edilizie, ma orientandole ora alla descrizione ed al controllo delle prestazioni attraverso la definizione dei cosiddetti “requisiti essenziali”, relativi essenzialmente a sicurezza e salute dei cittadini, protezione dei consumatori e tutela dell’ambiente.
È delegato agli Organismi europei di normazione (CEN, EOTA) il compito di elaborare le specifiche tecniche (norme armonizzate, benestari tecnici) necessarie, di cui gli operatori hanno bisogno per progettare e fabbricare prodotti conformi ai requisiti essenziali delle direttive.
In Italia, soprattutto nel settore costruzioni, c’è ancora molto da fare affinché il nuovo approccio trovi reale attuazione. È bene, a tale proposito, porre particolare risalto sulla potenziale maggior efficacia di un sistema di norme volontarie, in quanto condiviso, rispetto ad un sistema normativo cogente, nonché sulla necessità che entrambi i sistemi concorrano al perseguimento di una diffusa qualità di settore (di prodotto, di processo, di servizio, degli operatori), da intendere come servizio e opportunità e non come vincolo. I concetti base, interdipendenti, su cui si basa il processo di normazione volontaria riguardano, in primo luogo, il carattere consensuale delle norme tecniche. Le norme trovano una diffusione e un’applicazione tanto più ampia quanto maggiore è il grado di consenso raggiunto nella fase di elaborazione. Tutto ciò presuppone un totale coinvolgimento delle parti interessate. Del resto, le norme rispondono alle esigenze del mercato nella misura in cui le parti interessate partecipano ai lavori normativi.
A questo è necessario aggiungere la diffusione della cultura normativa. Il mercato deve, infatti, conoscere il ruolo ed il significato della norma tecnica, affinché questa sia intesa come effettivo valore aggiunto e non come impedimento. In tal senso, gli Organismi di normazione volontaria affiancano, all’elaborazione delle norme, un’attività di promozione e coordinamento di iniziative di carattere scientifico, tecnico, applicativo e culturale che rientrano nel campo della normazione tecnica.
Alla luce di quanto sopra, gli ambiti di intervento che si delineano non possono prescindere da un miglioramento e da un rafforzamento dei rapporti con Autorità competenti. È infatti necessario che tra UNI e Ministeri, e Pubblica Amministrazione in generale, sia ricercata la miglior collaborazione possibile, in forma propositiva, continuativa e programmata, finalizzata ad una reale implementazione del “nuovo approccio”, il tutto a vantaggio di chi beneficerà di un quadro normativo di riferimento (volontario e cogente) coerente, condiviso e rispondente alle esigenze condivise da tutti gli operatori di settore.
Parallelamente, sarà necessario intervenire sulla qualificazione della domanda. In termini generali, l’operatore del mercato dovrà essere reso consapevole di quali sono, dal punto di vista normativo, le sue reali esigenze e dovrà pertanto essere reso consapevole di quello che è il valore aggiunto della normativa tecnica. Quali azioni funzionali al raggiungimento dell’obiettivo si potrà, da un lato, prevedere una presentazione sistematica, diffusa ed approfondita delle più importanti norme di nuova pubblicazione agli operatori del mercato, e dall’altro individuare percorsi formativi (per esempio sull’impatto della marcatura CE, sul controllo di produzione in fabbrica, sui criteri di valutazione della conformità) non solo per gli operatori del settore, ma anche attraverso accordi con il Ministero dell’Istruzione affinché la normazione sia prevista come materia di approfondimento nei programmi di insegnamento ai diversi livelli della formazione scolastica.

Pubblicato su Edilizia e Territorio n. 43/2002 (4-9 novembre 2002)

Per ulteriori informazioni
Alberto Galeotto
Comparto Costruzioni UNI
tel. 02 70024.403, fax 02 70106106
e-mail: costruzioni@uni.com

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

ASSOCIAZIONI, NORME e LEGGI, UNI

Le ultime notizie sull’argomento