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Dalla quarantaduesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, si evince che negli ultimi mesi del 2016 e nella prima parte di quest’anno si è consolidata la ripresa del credito alle famiglie. Tutto ciò è stato possibile grazie a un quadro macroeconomico più favorevole e a tassi di mercato monetario ancora su livelli molto contenuti. Le erogazioni di credito al consumo crescono a doppia cifra (+15.4%), trainate dai finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto/moto (+26.1%). Buon risultato per i prestiti personali (+22.8%), sostenuti dalle operazioni di refinance. In significativo aumento i mutui d’acquisto (+25.8%), mentre si assiste a una frenata delle surroghe. Prosegue il miglioramento della qualità del credito dei nuovi finanziamenti, con il tasso di default che scende all’1.7%. Nello specifico, i flussi di credito al consumo hanno chiuso il 2016 con la migliore performance degli ultimi dieci anni con tutte le tipologie di prodotto in crescita, sebbene a ritmi piuttosto differenziati. Anche le erogazioni di mutui immobiliari sono cresciute a doppia cifra, grazie ai mutui di acquisto. I mutui di surroga evidenziano invece una brusca frenata. Il 2017 si è aperto con ritmi di crescita brillanti per quasi tutte le forme tecniche. Il credito al consumo Nel corso del 2016 le erogazioni di credito al consumo si sono riportate su valori molto vicini a quelli raggiunti prima della crisi economica, con i flussi finanziati che hanno fatto segnare un +16.3% rispetto al 2015. Nel primo trimestre del 2017, la crescita si mantiene su ritmi ancora elevati, sebbene ad un ritmo leggermente inferiore (+15.4%). Il miglioramento delle erogazioni, che ha beneficiato di condizioni di offerta più distese, con proposte modulari e flessibili, ha fornito un importante sostegno agli acquisti delle famiglie e ha portato a una tendenza di leggero incremento degli importi finanziati e delle durate contrattuali. I punti vendita convenzionati e gli sportelli bancari, che veicolano complessivamente oltre i due terzi dei flussi complessivi, si confermano i canali d’elezione del credito al consumo, intercettando clientela con migliore profilo di rischio. Ancora marginali le erogazioni online, che tuttavia mostrano un leggero incremento sui prestiti personali. Nel dettaglio, il mercato è stato trainato dai finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto erogati presso i concessionari (+26.1% l’incremento dei flussi nel primo trimestre 2017), anche grazie alle offerte a tassi promozionali e abbinate a servizi accessori. Anche i prestiti personali, il prodotto che copre la quota maggiore dei flussi di credito al consumo, hanno chiuso il 2016 in decisa crescita (+14.7%), che si accentua nei primi tre mesi del 2017 (+22.8%). Il basso costo del denaro ha innescato una forte concorrenza tra gli operatori che hanno rinnovato le offerte, con prestiti modulari e flessibili. È proseguita, inoltre, l’attività di refinance, che ha indotto le famiglie a trasferire i finanziamenti da un istituto all’altro alla ricerca di condizioni migliori. I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (appartenenti a settori quali arredo, ciclomotori, elettronica ed elettrodomestici, viaggi e altri beni e servizi finanziabili) nel primo trimestre 2017 mostrano un deciso calo delle erogazioni (-7.3%) dopo la crescita modesta del 2016. La dinamica negativa è dovuta alla contrazione dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica, soprattutto nella componente a tassi promozionali. Tiene invece l’arredamento, grazie alla coda delle detrazioni fiscali per l’acquisto di mobili e impianti per la casa (condizionatori, fotovoltaico) destinati a immobili oggetto di ristrutturazione edilizia. Nel primo trimestre 2017 i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione mostrano un’accelerazione della crescita (+11.6%), dopo l’evoluzione in rallentamento della seconda parte del 2016. Ancora una volta hanno trainato le erogazioni ai pensionati, che costituiscono quasi la metà dei flussi totali del comparto, mentre è stata più modesta la crescita dei flussi verso i dipendenti pubblici e i dipendenti privati. Infine, le erogazioni via carte opzione/rateali hanno chiuso il 2016 in netta accelerazione rispetto al 2015 (+20.7%) per poi decelerare nel primo trimestre 2017 (+8.3%). L’evoluzione complessiva riflette quella delle carte opzione, la tipologia prevalente, che, dopo la forte crescita del 2016, ha fatto segnare un rallentamento fisiologico a inizio 2017, per l’esaurirsi dell’impulso proveniente dal massiccio aumento del numero di carte bancarie opzione in circolazione registrato nel biennio 2014-2015. I flussi veicolati dalle carte rateali, invece, attestano la crescita su valori appena positivi. I mutui immobiliari Nel corso del 2016 i mutui immobiliari hanno continuato a crescere, sebbene a ritmi meno sostenuti rispetto al 2015. Hanno beneficiato di condizioni di offerta favorevoli, di un miglioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali, dell’aumento della fiducia dei consumatori e, soprattutto, dei bassi tassi di interesse applicati. Nel dettaglio, i mutui di acquisto hanno chiuso il 2016 in netta accelerazione (+31.7%), per poi proseguire nel trend di crescita nel primo trimestre 2017 sebbene in leggero rallentamento (+25.8%). Per i mutui di surroga, invece, dopo tre anni di grande vivacità, a fine 2016 si registra una frenata (-0,1%), che si accentua in modo netto nel primo trimestre 2017 (-27.5%), a causa della riduzione del numero dei mutui in corso per i quali l’operazione potrebbe essere ancora conveniente. Con la ripresa dell’incidenza dei mutui di acquisto, nel 2016 si interrompe il trend di contenimento degli importi e delle durate contrattuali dei nuovi mutui, che aveva caratterizzato gli ultimi anni, a seguito del boom delle surroghe. La ripartizione delle erogazioni per fasce di importo finanziato mostra infatti un lieve incremento della quota di mutui di valore superiore a 200 mila euro e di durata superiore a 25 anni. L’analisi della rischiosità Nel corso degli ultimi mesi del 2016 è proseguito anche il miglioramento del tasso di default, che si è poi stabilizzato nel primo trimestre 2017. Il consolidamento della ripresa economica, i bassi tassi di interesse e la maggiore cautela di domanda e offerta hanno contribuito al miglioramento della qualità del credito e ad erogazioni di nuovi finanziamenti via via meno rischiose sia per il credito al consumo sia per i mutui. In particolare, il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (quindi mutui immobiliari + credito al consumo) si è attestato a marzo 2017 all’1.7%, rispetto all’1.9% del marzo 2016. Si tratta del valore più contenuto rilevato negli ultimi anni. Nel dettaglio delle forme tecniche, la contrazione è stata particolarmente significativa per i prestiti personali, anche grazie a politiche di offerta prudenti e ad atteggiamenti di estrema cautela dei consumatori, molto attenti alla sostenibilità del debito. La rischiosità per questa forma tecnica è passata dal 2.9% di marzo 2016 al 2.4% di marzo 2017, posizionandosi sui livelli di rischio più contenuti degli ultimi due anni. I prestiti finalizzati stanno invece mostrando una dinamica meno marcata ma anch’essa in contrazione, con un ulteriore calo del tasso di default rispetto alla precedente rilevazione. Per i mutui immobiliari, infine, è continuato il lento ma progressivo calo del tasso di default a 180 giorni, che a marzo 2017 si colloca all’1.3%, livello ormai vicinissimo ai livelli pre-crisi. Le prospettive Le previsioni presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia indicano un consolidamento della crescita dei prestiti alle famiglie per il triennio 2017-2019, anche in considerazione degli ultimi dati congiunturali sul credito che certificano solide basi per una fase positiva del comparto anche per i prossimi anni. Il graduale miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, restituendo fiducia sulle prospettive future, favorirà la riconsiderazione dei piani di acquisto di beni durevoli e investimenti immobiliari rinviati negli anni di crisi, aumentando così il ricorso al credito. Il miglioramento della domanda si accompagnerà a politiche di offerta che rimarranno espansive, anche grazie alle misure della BCE, sebbene ancora attente alla rischiosità dei prenditori. Permangono però dei rischi, legati al contesto macroeconomico e a condizionamenti specifici del sistema finanziario. Sul piano economico, i rischi sono prevalentemente connessi all’incertezza politica per l’esito delle elezioni, che potrebbe rallentare i ritmi della ripresa. Le strategie degli operatori saranno, inoltre, ancora condizionate dalle pressioni regolamentari – che detteranno ancora cautela nelle decisioni di impiego dei fondi – e dalla difficile gestione dello stock di NPL accumulato negli anni di crisi, uno dei temi più urgenti da affrontare. Le nuove operazioni di credito al consumo complessivo aumenteranno ancora nei prossimi anni, sebbene con ritmi di crescita in graduale riduzione. In generale, la dinamica dei flussi tornerà quindi ad essere maggiormente allineata a quella dei consumi finanziabili. Nella seconda parte del 2017 le erogazioni di mutui per acquisto di abitazione continueranno a crescere a doppia cifra, sebbene a ritmi più modesti rispetto al biennio precedente. Il ricorso alle surroghe, che aveva sostenuto la nuova produzione nell’ultimo periodo, rallenterà ulteriormente per il progressivo venir meno delle condizioni di convenienza, rafforzando la crescita delle consistenze. Infine, per quanto riguarda la rischiosità del comparto del credito alle famiglie, il miglioramento del mercato del lavoro e tassi d’interesse che rimarranno bassi avranno effetti positivi sul reddito disponibile, penalizzato solo dall’aumento dell’inflazione, favorendo così la sostenibilità del debito delle famiglie e con essa una progressiva minore emersione di crediti deteriorati. In tale direzione incideranno anche le attente politiche di offerta degli ultimi anni. Nel prossimo triennio questi fattori dovrebbero concorrere a ridurre ulteriormente il tasso di default di quelle famiglie particolarmente esposte a variazioni del reddito. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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