L’edilizia ha necessità di ripartire e gli investimenti sono fondamentali così come una concreta discussione su regole, sicurezza e qualificazione di impresa.
Contratto di cantiere, uno strumento auspicabile ed indispensabile per una reale ripresa del settore
FenealUil, la Federazione Nazionale Lavoratori Edili Affini e del Legno, si è confrontata in questi giorni con l’Ance ed è tornata a parlare di Contratto di cantiere, una proposta che da tempo è sul tavolo dei lavori e che si è pronti a discutere anche con il Governo.
Secondo Vito Panzarella, il segretario sindacale, tutti i progetti messi in gioco, anche con il coinvolgimento delle parti sociali riguardanti la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, sono sicuramente apprezzabili, ma non deve essere abbassata la guardia sulla sicurezza e la legalità per far si che venga finalmente bloccata la destrutturazione e l’assoluta mancanza di regole che sta affossando l’intero settore.
Da troppi anni stiamo assistendo a contratti tra i più disparati e lontani da quello edile che non sempre garantiscono al lavoratore le giuste tutele e formazione adeguate alla mansione e ai rischi connessi.
Il contratto di cantiere, che verrebbe applicato a tutte le imprese impegnate nei lavori pubblici e privati, perchè siano garantite a tutti i lavoratori determinate condizioni di sicurezza, formazione e certificazione stabilizzeranno la concorrenza leale che può garantire all’edilizia un domani di qualità e di sicurezza.
Andranno dunque intrapresi opportuni rapporti con le Confederazioni.
La categoria, infatti, rivendica una maggiore riflessione su come garantire il rispetto del proprio contratto di lavoro e la massima diffusione della legalità, che deve essere vigile e responsabile da parte di chi è il soggetto che deve garantirla, e che risulta essere l’unica condizione capace di tenere al bando ogni forma di irregolarità che favorisce il lavoro nero e sommerso, fenomeno ancora particolarmente elevato nel nostro Paese.
Si pensi che secondo i dati ISTAT, il sommerso nel nostro paese nella sua globalità, è stimabile fra il 17% e il 21% dell’intero PIL nazionale.
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