Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Il Dipartimento BEST-Building Environment Sciences and Technology del Politecnico di Milano, con il Comitato Promotore del Capitolo Italiano IAI, International Alliance for Interoperability, organizza per il prossimo 6 maggio il convegno “Interoperabilità come valorizzazione del progetto”, dedicato ai software per la progettazione edilizia secondo lo standard IFC (Industry Foundation Classes). Partecipano al Comitato Promotore il Dipartimento BEST del Politecnico di Milano, il DIET dell’Università di Pavia, il DPCE dell’Università di Palermo, l’Assimpredil Milano e la società OpenPlan di Milano. Il problema La pratica quotidiana di chi utilizza professionalmente le Information Tecnologies conferma, anche in campo edilizio, che le applicazioni software spesso non sono in grado di scambiare reciprocamente informazioni, poiché ciascuna di esse è ottimizzata per lo scopo per il quale è stata concepita e ha il proprio formato di rappresentazione dei dati, di solito non direttamente interpretabile da altri software. Per quanto riguarda il disegno 2D, per esempio, un edificio viene rappresentato come un insieme di punti, archi, linee e poligoni, mentre un modellatore 3D rappresenta l’edificio per solidi e/o superfici. Un software di computo metrico, invece, si preoccupa dell’edificio in termini di quantità di materiali che lo costituiscono, mentre un software per il calcolo strutturale si occupa, oltre che degli aspetti geometrici dell’edificio, delle proprietà degli elementi portanti. Un software per l’analisi energetica a sua volta si occupa di descrivere i volumi del fabbricato e delle proprietà dei materiali pertinenti lo specifico tipo di verifica. Ciascun software si occupa di uno specifico aspetto della progettazione, e perciò richiede dati specifici. Cos’è l’interoperabilità L’interoperabilità di un software è la sua capacità di condividere e di scambiare dati in modo automatico, senza bisogno di interventi manuali sia per reinserire informazioni già definite sia per integrare eventuali perdite di dati che possono essere la conseguenza di operazioni di scambio non eseguite correttamente. Con un software interoperabile è possibile, per esempio, ottenere facilmente e velocemente da un modello CAD3D, i dati per un software di computo metrico, o l’input per un software di calcolo strutturale, senza nuovi inserimenti di dati e senza perdita di informazioni. Cosa è l’International Alliance for Interoperability L’International Alliance for Interoperability – IAI – è un’iniziativa a carattere internazionale per la definizione di uno standard, pensato espressamente per il settore AEC (Architecture, Engineering and Construction) AEC e per il Facility Management (FM), utile per la definizione di un archivio di progetto integrato basato su modello informatico. L’obiettivo dell’IAI è quello di garantire l’interoperabilità dei software per l’industria edilizia, al fine di facilitare lo scambio di informazioni attraverso l’utilizzo di un unico modello di progetto Object oriented, condiviso dagli operatori (committente, progettista, produttori, esecutori…). Vedi la figura: frammentazione del sistema informativo edilizio contrapposta al modello informativo a oggetti condiviso secondo l’IAI. L’IAI, per il suo carattere internazionale, è particolarmente sensibile nei confronti della cosiddetta localizzazione degli standard, vale a dire la necessità di adeguare le IFC alle esigenze dell’industria edilizia che, per metodi e tradizioni costruttive, possono differire di molto da regione a regione. A tale scopo l’organizzazione è divisa in capitoli internazionali. Attualmente sono nove: Australasia Chapter; French Chapter; German Speaking Chapter (Germania, Austria, Svizzera); Japan Chapter; Korea Chapter; Nordic Chapter (paesi scandinavi); North American Chapter (Canada, USA); Singapore Chapter; UK Chapter. Il decimo capitolo, in corso di formazione, sarà quello spagnolo. L’organizzazione comprende oltre seicento membri, tra cui aziende produttrici di software e istituti di ricerca. Per avere informazioni si può consultare il sito http://iaiweb.lbl.gov/ L’italia potrebbe essere l’undicesimo capitolo. Il Comitato Promotore ha preso parte alle ultime riunioni internazionali dell’IAI, presso le quali è stato auspicato, da parte dei Capitoli stranieri, che si giunga rapidamente alla definizione del Capitolo Italiano. Il Comitato Promotore ha preso parte alle ultime riunioni internazionali dell’IAI, presso le quali è stato auspicato, da parte dei Capitoli stranieri, che si giunga rapidamente alla definizione del Capitolo Italiano. Cosa sono le Industry Foundation Classes (IFC) Lo standard IFC, sviluppato dall’International Alliance for Interoperability (IAI) mette a disposizione dell’interoperabilità un linguaggio condiviso da tutti i domini disciplinari del progetto, capace di riunire in sé i dati necessari a descrivere un edificio nella sua complessità. Questo linguaggio facilita lo scambio di dati e informazioni tra i progettisti, ciascuno per il proprio campo disciplinare: l’ingegnere strutturale, per esempio, può accedere ai dati forniti dall’architetto in maniera semplice e diretta e viceversa può fornire all’architetto i dati aggiornati secondo le proprie simulazioni e verifiche, in maniera che il progetto architettonico possa essere modificato correttamente e rapidamente, senza perdite di informazioni né di tempo. Le IFC – costruite a partire dalla norma ISO-STEP 10303 – costituiscono un vero e proprio sistema per classificare e descrivere elettronicamente, in un formato utilizzabile da un software, gli oggetti che possono fare parte di un progetto edile: porte, pareti, finestre, impianti, elementi spaziali eccetera. Il formato IFC è disponibile per le aziende che fanno parte dell’IAI, che possono sviluppare le proprie applicazioni sulla base di questo standard. Le applicazioni conformi alle IFC sono in grado di condividere e scambiare dati senza bisogno di conversione da un formato a un altro. Oggetti creati da un’applicazione CAD, saranno letti correttamente in tutte le loro caratteristiche da una qualsiasi altra applicazione conforme, cioè interoperabile, che potrà eseguire, per esempio, una simulazione energetica. La seconda applicazione, a sua volta, potrà aggiungere informazioni agli oggetti, e metterle a disposizione della prima. In questo modo è possibile costruire un vero e proprio documento di progetto condiviso tra operatori edili, utile per tutto il ciclo di vita dell’edificio. I software certificati IFC Lo standard IFC, nella sua release 2.X, riconosciuto ormai come standard ISO (ISO/PAS 16739 IFC2x Platform Specification), conta un discreto numero di applicazioni software certificate come rispondenti alle specifiche imposte. Vedi la tabella: è riportato un elenco delle applicazioni certificate per tale release, con l’indicazione del produttore e del dominio disciplinare di utilizzo. Programma del convegno di Vittorio Caffi: Architetto e dottore di ricerca in Ingegneria ergotecnica edile Per informazioni: UNI, Alberto Galeotto Comparto Costruzioni tel. 02 70024.403 fax 02 70106106 e-mail: costruzioni@uni.com Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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