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L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha presentato uno studio alla COP24 di Katowice che evidenzia l’enorme potenziale non sfruttato da costruzioni più green, per la riduzione delle emissioni in linea con gli accordi internazionali di Parigi L’Unep – Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente – ha presentato alla COP 24, in corso a Katowice in Polonia fino al 14 dicembre, il Rapporto “The 2018 Global Status Report – Towards a Zero-Emission, Efficient and Resilient Buildings and Construction Sector”, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), che lancia un forte allarme sulla necessità di mettere in atto nei prossimi due anni “un’azione drammatica” per ridurre le emissioni di gas serra del settore delle costruzioni, assicurando una maggiore efficienza energetica, edifici verdi e migliori pratiche edilizie, in linea con gli Accordi nazionali adottati a Parigi nel 2015 da 197 paesi che si sono impegnati a limitare il surriscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5° C rispetto al livelli preindustriali. Attualmente gli edifici sono responsabili di quasi il 40% delle emissioni mondiali di gas serra e del 36% di tutti i consumi energetici. Alcuni segnali incoraggianti ci sono. Prima di tutto la crescita delle energie rinnovabili e lo sviluppo di nuove tecnologie, strumenti e prodotti – come pompe di calore, finestre più performanti, sistemi più efficienti di isolamento, l’uso di materiali a minor consumo energetico – ha permesso di stabilizzare le emissioni negli ultimi anni, garantendo incrementi di efficienza energetica in settori come il riscaldamento e l’illuminazione, con un maggior numero di uffici e abitazioni alimentate da energie rinnovabili. Inoltre sono diverse le imprese immobiliari, edilizie e siderurgiche, che rientrano tra le 500 aziende che hanno allineato i loro obiettivi di riduzione delle emissioni con l’accordo di Parigi; e l’Organizzazione no profit World Green Building Council, sostiene che tutti gli edifici debbano emettere emissioni nette pari a zero entro il 2050. A rendere più difficile questa transizione verso costruzioni green e sostenibili, vi è la previsione che il numero di nuovi edifici crescerà rapidamente nei prossimi anni, soprattutto nelle aree urbane dell’Africa e dell’Asia. Questa rapida crescita sfiderà l’obiettivo di un miglioramento del 30% dei consumi energetici degli edifici entro il 2030, necessario per mettere il settore sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA sottolinea che “Se non rendiamo gli edifici più efficienti, il loro crescente consumo energetico avrà un impatto su tutti noi, in termini di accesso a servizi energetici a prezzi accessibili, inquinamento atmosferico o bollette energetiche più elevate”. Uno degli impegni dell’accordo di Parigi è che i paesi sviluppino i propri piani d’azione nazionali per il clima, “Nationally-Determined Contributions” (NDC) ma, ad oggi, solo 104 piani menzionano azioni specifiche per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, le norme edilizie e le certificazioni energetiche. Pochissimi affrontano la questione dei materiali da costruzione – come l’acciaio e il cemento – e delle emissioni di anidride carbonica nella loro produzione. Un’altra area di azione raccomandata dal Rapporto è la necessità che gli standard edilizi si evolvano verso edifici più resistenti ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi, come tempeste e uragani, inondazioni, venti forti e temperature elevate. Gli investimenti in efficienza energetica negli edifici rallentano Il nuovo rapporto evidenzia il divario tra la spesa totale per l’efficienza energetica – che nel 2017 è aumentata di poco più del 4%, attestandosi a 423 miliardi di dollari – e la rapida crescita degli investimenti totali nell’edilizia e nelle ristrutturazioni. Ciò indica un rallentamento del tasso degli investimenti in efficienza energetica. Il problema del raffrescamento degli edifici I dati evidenziano la forte crescita della domanda di sistemi di raffreddamento e di condizionamento dell’aria, legata al miglioramento degli standard di vita nei paesi in via di sviluppo e all’aumento delle temperature in molte parti del mondo, a causa dei cambiamenti climatici. Dal 2010, l’energia utilizzata dai sistemi di raffreddamento è aumentata del 25% e oggi vi sono oltre 1,6 miliardi di unità di climatizzazione. E’ obbligatorio che i sistemi di raffrescamento utilizzino esclusivamente gas rispettosi del clima. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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