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La copertura (‘tetto’ nel linguaggio quotidiano) costituisce la parte superiore di un edificio, una componente architettonica e funzionale di fondamentale importanza. Analizziamo in questo articolo i tipi di coperture più utilizzate in edilizia, con attenzione ai materiali impiegati. In verità, quando si parla di coperture non ci si riferisce più solo al singolo prodotto ma all’intero sistema dell’involucro che, nel complesso dei suoi componenti, deve rispondere a tutte le diverse esigenze del costruire moderno (sicurezza della struttura, efficienza energetica, compatibilità con l’ambiente circostante, affidabilità nel lungo periodo, bassi costi di manutenzione, riqualificazione dell’esistente, ecc.), a prescindere dal mero ruolo di protezione dagli agenti atmosferici, come resistenza al vento, all’acqua, allo shock termico, ai carichi di neve, agli urti della grandine. Costruite con differenti materiali e caratterizzate da varie forme, l’obiettivo principale delle coperture è quello di salvaguardare l’ambiente interno, in modo tale da non compromettano lo spazio sottostante. Tra le funzioni, dunque, vanno annoverate l’isolamento termico e acustico. Sicuramente hanno maggiori opportunità i sistemi in grado di garantire il minor dispendio energetico in produzione e i minori consumi energetici in fase estiva, in modo da agire sia all’esterno dell’involucro (massa e ventilazione) sia all’interno delle abitazioni (per rendere minimo il surriscaldamento dovuto ad eccessi di isolamento). Tipi di coperture: classificazione Determinate dall’interdipendenza di forma, struttura e manto, i tipi di coperture vengono classificati in maniera differente. A seconda delle necessità si evidenziano: configurazione della forma, materiali impiegati e loro comportamento statico, schemi strutturali o metodi costruttivi. Con lo sviluppo tecnologico, l’avanzamento degli studi nel campo della fisica e l’applicazione di nuovi materiali nel settore dell’architettura, progettisti e architetti hanno avuto modo di realizzare coperture sempre più complesse, elaborate ed efficienti. Coperture continue e discontinue La principale classificazione è quella che distingue tra coperture continue e discontinue. Il manto di quelle continue è realizzato con elementi di grandi dimensioni, i quali garantiscono un’ottima tenuta dell’acqua in condizioni di pendenze minime o nulle. In questo sistema rientra l’utilizzo di lastre di acciaio, alluminio, metallo o zinco titanio e membrane sintetiche o bituminose saldate a freddo o a caldo. In quelle discontinue, il manto è costituito da elementi di piccole dimensioni. La maniera in cui le parti vengono collegate tra loro, tenendo conto della pendenza, garantisce la tenuta dell’acqua. Questa tipologia è la più diffusa e consente di intervenire anche a livello di estetica dell’edificio. La copertura in laterizio, ad esempio, ha una buona tenuta alla pioggia, grazie all’assorbimento e al rilascio graduale di acqua. La tenuta all’aria è sufficiente ad impedire problematiche nelle stanze sottostanti ma, nello stesso tempo, permette una ventilazione efficace, a beneficio sia del comfort interno che dell’intero funzionamento dei sistemi costruttivi. I tetti in rame vengono realizzati in due differenti modalità: in lastre piane flessibili che si appoggiano su superfici continue oppure grazie a lastre grecate, lastre ondulate o alla francese che si posano su un supporto discontinuo. Ottime nei costi di installazione e nella facilità di posa sono le lastre realizzate in poliestere, PVC o policarbonato. Soprattutto utilizzati per edifici di grandi dimensioni sono le coperture in calcestruzzo armato precompresso. Il legno e le fibre vegetali, rappresentano un nuovo approccio tecnologico ai sistemi costruttivi, prediligendo materiali naturali e risorse rinnovabili. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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