Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Annunciati dal Premier Conte nella tarda serata di sabato con una diretta facebook ulteriori divieti: chiusura di tutte le attività produttive non indispensabili dal 25 marzo fino al 3 aprile. la redazione Il Premier Giuseppe Conte ci ha abituati ad annunciare nuovi decreti e misure per combattere l’emergenza coronavirus in dirette televisive, generalmente organizzate nelle ore serali, accolte sempre più spesso da polemiche, per la modalità più che per i contenuti. Non ha fatto eccezione il discorso del presidente Conte di sabato 21 marzo che in diretta su facebook dopo le 23 ha annunciato ulteriori divieti “Chiuderemo sull’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia essenziale”. Il numero dei decessi che non accenna a diminuire e il sistema sanitario vicino al collasso, soprattutto nelle regioni del nord Italia, hanno reso necessario inasprire ulteriormente le misure adottate fino ad oggi, che dovrebbero comunque iniziare a mostrare nei prossimi giorni qualche risultato. E’ la crisi più difficile che l’Italia stia vivendo dal secondo dopoguerra e servono misure straordinarie, ha sottolineato Conte. Proprio per questo il Governo ha preso la sofferta decisione di chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria a garantire servizi essenziali. I nuovi divieti, su tutto il territorio italiano, saranno validi dal 25 marzo fino al 3 aprile. Il Governo ha chiesto la collaborazione dei sindacati e delle associazioni di categoria per stilare la lista delle attività indispensabili e che possono rimanere aperte. Ok dunque all’apertura dei supermercati e dei negozi di generi alimentari, senza che ci sia bisogno di correre a fare acquisti. Via libera inoltre alle farmacie e ai servizi bancari, postali, assicurativi, ai trasporti e ai servizi pubblici. Tutte le altre attività potranno essere svolte esclusivamente in modalità smart working. L’emergenza sanitaria sta tramutando, come previsto in emergenza economica – ha concluso Conte “Ma a voi tutti dico che lo Stato c’è e interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di ripartire quanto prima”. Tra le prime reazioni il presidente di Anima Confindustria Meccanica Marco Nocivelli, in un comunicato sottolinea che, pur comprendendo la decisione del governo, servono tempo e condizioni adatte “per poter mantenere il motore al minimo senza compromettere il futuro delle aziende e per poter fermare le attività in sicurezza. Riteniamo, inoltre, fondamentale il mantenimento delle attività di post vendita e di manutenzione. E’ infine auspicabile che possa essere gestita in maniera flessibile la spedizione delle merci già pronte”. In una nota pubblicata in data odierna l’Ance ha spiegato quali sono le attività che devono chiudere e quali possono proseguire nel settore delle costruzioni. “La sospensione non si applica alle attività indicate nell’Allegato 1 al DPCM. Tra di esse, vengono ricomprese quelle riferite ai Codice ATECO 42 (ingegneria civile), 43.2 (Installazione di impianti elettrici, idraulici ed altri lavori di costruzione ed installazione) e 94 (Attività di organizzazioni associative). Tra le attività non sospese anche quelle relative alla raccolta trattamento e smaltimento rifiuti, comprese quelle delle costruzioni (incluse nel codice ATECO 38)”. Scarica il testo del Dpcm 22 marzo 2020. L’emergenza in Lombardia In Lombardia un’ordinanza firmata dal governatore della Regione Attilio Fontana, che rimarrà valida fino al 15 aprile, ha fissato paletti molto rigidi, tra cui il divieto a qualsiasi spostamento in entrata e uscita sul territorio, o all’interno dello stesso territorio se non per motivi di estrema necessità o salute. Divieto anche di assembramenti di più di 2 persone nei luoghi pubblici, pena un’ammenda di 5000 euro; chiusura degli uffici pubblici e degli studi professionali, ad eccezione di quelli considerati indispensabili. Infine è stato “disposto il fermo delle attività nei cantieri, previa concessione del termine per la messa in sicurezza, fatti salvi quelli relativi alla realizzazione e manutenzione di strutture sanitarie e di protezione civile, alla manutenzione della rete stradale, autostradale, ferroviaria, del trasporto pubblico locale, nonché quelli relativi alla realizzazione, manutenzione e funzionamento degli altri servizi essenziali o per motivi di urgenza o sicurezza”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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