Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
L’Istat ha pubblicato la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana con una prima stima dell’impatto dell’emergenza sanitaria a medio termine, anche se la situazione è talmente variabile che è difficile capire la portata della crisi. Se si dovesse proseguire fino a giugno con la chiusura di tutte le attività, possibile calo dei consumi di quasi il 10% la redazione La nota mensile pubblicata dall’Istat sull’andamento dell’economia italiana conferma, e non c’è certo da stupirsi, che l‘impatto dell’emergenza coronavirus è già oggi devastante e coinvolge sia la domanda, con il calo dei consumi, che l’offerta, a causa della chiusura di molte attività. Le misure di contenimento resesi necessarie e l’incertezza sull’evoluzione dell’emergenza sanitaria rendono piuttosto difficile stimare gli effetti sull’economia a medio termine. Gli indicatori su cui si basa l’analisi dell’Istat provengono dal clima di fiducia di famiglie e imprese, che naturalmente nel mese di marzo ha subito una pesante flessione, dai dati sul commercio estero extra Ue, che registrano un pesante calo dell’export verso la Cina e delle vendite al dettaglio, in forte crescita grazie soprattutto agli acquisti di beni alimentari. L’inflazione si è avvicinata allo zero per i ribassi delle quotazioni dei beni energetici collegati al crollo di quelle del petrolio. Secondo i dati pubblicati dall’Istat, il lock down ha sospeso l’attività di 2,2 milioni di imprese, il 49% del totale e il 65% delle imprese esportatrici, con un’occupazione di 7,4 milioni di addetti (44,3%) di cui 4,9 milioni di dipendenti (il 42,1%) “Seppure limitate nel tempo e ristrette a un sottoinsieme di settori di attività economica, tali misure sono in grado di generare uno shock rilevante e diffuso sull’intero sistema produttivo. Infatti, oltre agli effetti diretti connessi alla sospensione dell’attività nei settori coinvolti nei provvedimenti, il sistema produttivo subirebbe anche gli effetti indiretti legati alle relazioni intersettoriali”. La stima fatta dall’Istat dell’impatto dell’emergenza sanitaria a medio termine considera tre fattori principali: la diminuzione dei consumi finali delle famiglie a causa del blocco delle attività produttive, le minori spese per turismo che, in pratica, dall’inizio dell’emergenza Covid-19 si sono completamente annullate e l‘aumento dei consumi finali di beni alimentari, considerando anche il totale annullamento di pranzi, cene e aperitivi fuori casa. L’Istat propone due possibili scenari, il primo in cui sia prevista una chiusura totale fino a fine aprile potrebbe concludersi con una riduzione dei consumi pari al 4,1% e una contrazione del valore aggiunto dell’1,9%; il secondo con il lock down fino a giugno potrebbe generare un possibile calo dei consumi del 9,9%, con una contrazione del valore aggiunto del 4,5%. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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