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Angaisa, Federcomated, Federmobili e FME, in qualità di organizzazioni di rappresentanza delle imprese della filiera dell’edilizia e dell’arredamento, hanno avanzato proposte di intervento ritenute di primaria importanza per il mantenimento dei livelli occupazionali delle proprie imprese e il pieno sostegno del settore economico e sociale dell’Italia.Il comparto dell’edilizia e dell’arredamento genera, attraverso tutte le sue categorie, un fatturato di 135 miliardi annui in Italia, offrendo lavoro ad oltre 1 milione di cittadini. Stiamo parlando di un settore fondamentale per la tenuta economica e sociale del nostro Paese e per questo motivo è fondamentale un intervento tempestivo incentrato sulla sua tutela. Luca Berardo, presidente di Sercomated e consigliere di Federcomated, parla a nome di tutto il settore: «Come filiera dell’edilizia ci sentiamo anche un’altra grande responsabilità, quella di guardare fin da ora al dopo, a quando dovremo ricostruire questo Paese (grandi opere, rigenerazione urbana, efficientamento energetico, efficientamento sismico, ecc.). Sappiamo infatti che saremo il solo settore che, seppur martoriato e ferito come tutti gli altri, potrà mettersi a lavorare da subito per tutti, con ricadute positive anche per altri settori della nostra economia ai quali servirà necessariamente più tempo per ripartire, perché legati alla ripresa dei consumi interni oltre che internazionali». La filiera sottopone a Confcommercio e al Governo, alle forze politiche e al mondo finanziario, proposte di intervento di carattere urgente non solo per quanto non riguarda il settore dell’edilizia e dell’arredamento, ma tutte le imprese del Paese. Non ci sono dubbi sul fatto che le misure introdotte per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, benché fortemente impattanti sul settore economico, si siano dimostrate giuste e necessarie, ma la chiusura delle attività ritenute non essenziali e il significativo declino della domanda di beni e servizi hanno già dato il via a una crisi di liquidità senza precedenti. Questa crisi crescente travolge imprese e attività che si trovano a subire un drastico calo del fatturato, di fatto azzerato. Da qui la necessità di ricevere una immediata e prioritaria risposta affinché il sistema Paese non crolli del tutto. Le proposte avanzate Le proposte avanzate per il sostegno della liquidità delle imprese includono: Moratoria fiscale rafforzata e allargata al sistema dei tributi locali e alla TARI Sostegno alle imprese con un’immediata iniezione di liquidità a copertura delle spese di funzionamento, attraverso contributi a fondo perduto e/o prestiti a tasso zero coperti da garanzia statale Congelamento della valutazione del merito di credito delle imprese al momento immediatamente precedente l’inizio dell’emergenza. Angaisa, Federcomated, Federmobili e FME sostengono la proposta denominata PIANO BRIDGE che riconosce a tutti gli operatori economici non finanziari il diritto a un credito aggiuntivo, rispetto a quello che le banche metterebbero normalmente a disposizione, pari a massimo 3/12 del fatturato 2019 dell’operatore, a tasso zero, rimborsabile in massimo 100 rate a partire dal 1 gennaio 2022, garantito al 100% dallo Stato a titolo gratuito. Mauro Mamoli, Presidente di Federmobili, ha così descritto l’iniziativa sottolineandone le conseguenze positive che porterebbe nel nostro Paese: “Un Piano Ponte che insieme alle altre misure proposte dalla nostra Confederazione consentirebbe a tutti gli operatori di onorare i pagamenti improrogabili e di mantenere l’occupazione, in modo da poter essere pronti a ripartire non appena l’emergenza sarà rientrata. Un ponte per passare dalla sponda dell’incertezza e della sfiducia, alla sponda della sicurezza e della speranza nel futuro, un ponte da costruire adesso per far fronte, velocemente, al dopo: Francia e Svizzera hanno già adottato in tempo reale misure simili. Ritengo sia utile prendere spunto dal loro esempio e sono convinto che possiamo anche fare di meglio, ma bisogna farlo subito con decisione e senza ulteriori tentennamenti”. Non sono da meno le osservazioni esposte da Enrico Celin, Presidente di ANGAISA: «In questi giorni caratterizzati da una fortissima tensione e una grande incertezza, le associazioni di filiera devono scendere in campo insieme per sollecitare al Governo l’adozione di misure davvero straordinarie e molto più incisive. Inoltre è necessario fare appello al buon senso, al rispetto e alla reciproca collaborazione, nella consapevolezza che nessuna delle categorie che operano nel comparto edilizio e nel relativo indotto può pensare di muoversi autonomamente, senza tenere conto del rapporto di interdipendenza che le lega storicamente, l’una all’altra». Ezio Galli, Presidente FME Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico, ha dichiarato: “Siamo di fronte ad una emergenza di sanità pubblica mai vista nel recente passato. Come conseguenza siamo arrivati al blocco quasi totale di tutte le attività industriali e commerciali. A differenza però di quanto accaduto con la recente crisi finanziaria che aveva portato ad una riduzione dei volumi di produzione e degli scambi commerciali ora siamo di fronte al crollo dei fatturati che sono nulli per tutte quelle attività che sono state chiuse e a riduzioni che arrivano all’ottanta percento del normale volume per quelle attività ritenute essenziali. Come conseguenza di tutto ciò sta arrivando inevitabilmente una crisi di tipo finanziario. Quasi tutto il sistema si regge sulle banche con il gioco degli affidamenti e dei castelletti che permettono le transazioni finanziarie. Ora il crollo del fatturato mette in crisi tale sistema e se non si interviene modificando per il periodo di emergenza le regole attuali si andrà verso il blocco totale dei pagamenti con il conseguente default di tutte le filiere. ben venga quindi quanto richiesto in questa lettera che deve essere portato con forza sui tavoli del governo che ha il dovere di intervenire prontamente per far modificare tali regole”. Le drastiche conseguenze che l’Italia rischia di dover affrontare potrebbero essere irreversibili, come affermato da Mario Draghi. Nasce,così, la necessità di tornare al concetto del Piano Marshall con un intervento straordinario che reagisca allo shock causato dal calo della domanda. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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