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L’associazione degli istituti di ricerca di 19 Paesi europei è comunque un po` più ottimista per il futuro: nel 2006 la produzione dovrebbe aumentare dell’1,5% e accelerare ulteriormente il passo nel 2007, segnando un più 1,7 per cento. In sintesi, la prestazione (nell’insieme comunque soddisfacente) dell’anno che si è appena chiuso è sostenuta soprattutto da due grandi mercati, lo spagnolo e il francese, mentre quello tedesco continua a essere in crisi e rischia di non riprendere a crescere neppure nel 2006. Buona è anche la congiuntura nei mercati dell’Europa dell’Est, a cominciare dal maggiore, quello polacco, e in quelli dell’Europa del Nord, dove si segnalano per dinamismo i mercati svedese e norvegese. Ma in assoluto il mercato più dinamico nel 2005 è il belga (+8,2%), al quale si sostituirà nel 2006 la Polonia (+8,9%). All’opposto nel 2005 il tedesco continua a detenere il record del mercato più in difficoltà (-4,8%) seguito dal portoghese (-2,1%) e dal britannico (a crescita zero), mentre nelle previsioni per il 2006 le posizioni si ribaltano con il Portogallo alla guida della classifica dei mercati in difficoltà (-3,7%), seguito dalla Germania (-1,3%) e dall’Irlanda (-1%, dopo un 2005 all’insegna del +3,2 per cento). In totale il volume d’affari nelle costruzioni nei Paesi esaminati (in ordine decrescente di dimensione, Germania, Gran Bretagna, Italia, Francia, Spagna, Olanda, Svizzera, Austria, Irlanda, Portogallo, Belgio, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Polonia, Cechia, Ungheria e Slovacchia) raggiunge 1.216,56 miliardi, dei quali 960,07 in edilizia e 256,48 in opere del Genio civile. Nel primo sottosettore la crescita (in valori costanti) è la stessa (1,1%) sia nel 2005 sia nel 2006, nel secondo invece si assiste a un’ accelerazione: al +1,8% del 2005 fa seguito un +3% previsto nel 2006. Ripartendo il volume d’affari (nel 2005) per comparti, il residenziale si conferma il più significativo (con un’incidenza del 48%, equamente ripartito tra nuova edificazione e rinnovo), in crescita dell’ 1,5%, ma con prospettive meno dinamiche: +0,8% nel 2006 e +0,7% nel 2007. Ma con andamenti divergenti: al -0,3 e -0,7% nel 2006 e 2007 del nuovo si contrappone il +1,9 e +2,4% del recupero. Decisamente migliori sono le prospettive dell’edilizia non residenziale: il tasso di crescita (limitato allo 0,5% nel 2005, perchè «zavorrato» dalla nuova costruzione) è previsto portarsi all’1,7% nel 2006 e al 2% l’anno dopo. Dal punto di vista tipologico, a trainare la nuova edificazione è la realizzazione di immobili per uffici, prevista crescere di un 3% nel periodo 2005-2008, ma anche di complessi industriali (con una particolare vivacità nei Paesi dell’Europa del l’Est). Quanto al Genio civile, il persistente clima di rigore nei bilanci degli Stati europei non sembra deprimere un mercato che più degli altri è trainato dalla necessità di colmare il gap infrastrutturale dei Paesi ex comunisti. Un’esigenza che si manterrà nel tempo tanto da far prevedere a Euroconstruct tassi positivi del 2,9 e del 2,7% anche nel 2007 e nel 2008. Da notare, nello specifico, che l’Italia (i cui dati sono forniti dal Cresme) appare, nella classifica del 2005, come il secondo mercato europeo per i lavori pubblici, con una cifra d’affari di 41,18 miliardi, cresciuta del 3% nel 2005, ma in forte rallentamento (1,1%) l’anno prossimo in conseguenza della frenata agli investimenti imposta da una legge finanziaria di rigore. Il primo mercato europeo è invece diventato lo spagnolo, che nel 2005 mette a segno uno sviluppo del 6,4% portando il livello degli investimenti a 42,01 miliardi, e promette di crescere del 5,6% anche nel 2006. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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