Cresce il mercato delle imprese di costruzioni italiane nel mondo

Sono 231 i nuovi cantieri che sono stati aperti all’estero dalle nostre imprese nel mondo delle costruzione nello scorso 2015, per un totale di ben 17,2 miliardi di euro.
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Un fatturato cumulato oltre il confine italiano che tocca quota 12 miliardi, con un aumento del 14,5% rispetto al 2014.
Un dato positivo oramai consolidato da undici anni consecutivi e che mostra le aziende italiane del comparto attive in maniera stabile in ben 89 Paesi con contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di Euro. 
Questo è quanto è emerso dal Rapporto Ance 2016 sulla presenza delle imprese italiane di costruzione all’estero, che è stato presentato ieri alla Farnesina insieme con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni, il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, Vincenzo De Luca, e Giandomenico Ghella, Presidente del Comitato Estero e Vicepresidente Ance
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Da sottolineare, in particolare, il forte aumento della presenza delle imprese italiane di costruzione sui mercati più sviluppati: 7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse che rappresentano circa la metà del totale dei contratti sottoscritti nel 2015.
Nel 2015 le imprese italiane hanno conquistato 11 nuovi mercati: Germania, Regno Unito, Repubblica ceca, Ungheria, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Isole di Capoverde, Niger, Indonesia e Laos.
Le nostre aziende consolidano il loro posizionamento nei Paesi più sviluppati: nel 2015 il 42% delle nuove commesse appartiene all’area dei paesi Ocse, per un importo complessivo di oltre 7 miliardi. Un risultato altrettanto positivo nei paesi G-20, dove il valore dei lavori acquisiti nel 2015 è stato di 5,6 miliardi. Il 50% delle nuove commesse acquisite nel 2015 è concentrato in Europa, un dato che conferma l’incremento registrato a partire dallo scorso anno e deriva dall’aumento della competitività e dalla solidità delle imprese italiane.
Cresce notevolmente nel 2015 anche la quota di nuove commesse in Medio Oriente: dal 5,3% del 2014 al 20,6% del 2015, grazie soprattutto ai nuovi lavori in Qatar (3,1 miliardi). Complessivamente l’area geografica che continua a mantenere la leadership nel portafoglio lavori è il Sud America dove si concentra il 23,1% dell’intero valore delle commesse a cui partecipano le aziende italiane.
Per quanto riguarda i contratti di concessione, nel 2015, le imprese italiane partecipano a 22 progetti all’estero, per un valore complessivo di 33,8 miliardi di cui circa 4,5 di loro diretta competenza. La quota predominante è quella delle autostrade (il 55% dei contratti in essere), seguita da ospedali (18%) e generazione e distribuzione di energia elettrica (12,4%).
L’Italia spende ancora poco nella cooperazione internazionale.
Secondo lo studio dell’Eurpean International Contractors (EIC) il nostro Paese, nel 2014, ha stanziato lo 0,19% del proprio Pil come aiuto allo sviluppo, un valore sensibilmente inferiore alla media Ue (0,49%). Inoltre, solo l’1,3% dei trasferimenti italiani ha riguardato investimenti in infrastrutture contro una media europea dell’11,1%. La Germania riserva a questo tipo di interventi un quarto degli aiuti totali (25,3%), l’Olanda il 16,3%, la Francia il 14,4%.

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