Le difficoltà in cantiere tra distanziamento e DPI

Le difficoltà in cantiere tra distanziamento e DPI

Con la fine del lockdown imposto dal covid-19 sono ripartiti i cantieri edili non senza difficoltà e incertezze per il futuro. Il punto di Cari Costruzioni e CG Edilcoop

Le difficoltà in cantiere tra distanziamento e DPI

Dopo 10 anni pesantissimi per l’edilizia, il 2019 si è concluso con numeri positivi sia in termini di occupazione (+2,6%) che di fatturato (+6%), per più di 65 miliardi totali. Le prospettive positive per il 2020 purtroppo sono state bruscamente riviste a causa dell’emergenza coronavirus e del conseguente blocco negli scorsi mesi di tutte le attività e naturalmente della maggior parte dei cantieri.

Ora che le misure sono state allentate, i lavori sono ripresi ma è cambiato lo scenario e nei cantieri è necessario rispettare precisi obblighi e nuove normative per garantire il contenimento del contagio, anche attraverso un corretto distanziamento tra i lavoratori. In particolare la legge richiede che le persone che lavorano in cantiere mantengano una distanza di 2 metri (1 mt è infatti la distanza richiesta in caso di normalità, 2 mt quella necessaria in caso di sforzo fisico).

I responsabili di CG Edilcoop, società cooperativa nel settore dell’edilizia e dell’azienda edilizia Cari Costruzioni sottolineano che si tratta di un distanziamento impossibile da mantenere in cantiere che viene compensato con l’uso di dispositivi per la protezione individuale, per sanificare, termo scanner e test sierologici, i cui costi sono interamente a carico dell’azienda responsabile del cantiere, già colpita dai mesi di lockdown.

Le difficoltà in cantiere tra distanziamento e DPI

Tra le disposizioni è previsto il controllo della temperatura a inizio turno, la mascherina obbligatoria, la sanificazione periodica dei luoghi di lavoro. “La difficoltà maggiore, spiega Dionisio Graziosi, direttore tecnico di CG Edilcoop, è legata a reperire i DPI tra cui le mascherine e gli scanner per la temperatura e sanificanti, poco reperibili e a costi ancora molto alti, che deve sostenere interamente l’azienda”. Un altro aspetto delicato riguarda le responsabilità civili e penali, su cui ci sono molte incertezze interpretative e che durante la pandemia hanno reso molto difficile proseguire i lavori nei cantieri considerati indispensabili.

Camilla Rubei, Amministratore di Cari Costruzioni, conferma le difficoltà, sottolineando che tutti i dipendenti sono stati sottoposti a test sierologici e tamponi e alcuni operai sono stati trovati positivi: “È stato molto difficile affrontare queste situazioni, sia per loro sia per noi, ma fortunatamente tutto si è risolto”. Certo le perdite economiche sono state pesanti perché a causa dei numerosi operai in quarantena, alcuni importanti cantieri sono stati interrotti.

Senza dimenticare il ritardo con cui è partita la cassa integrazione che ha messo in difficoltà diverse famiglie. “I nostri operai hanno ricevuto la prima cassa integrazione dopo il 10 maggio”.

Le due aziende concordano sul giudizio positivo sul Superbonus 110% contenuto nel Decreto Rilancio per i lavori di riqualificazione ed efficientamento energetico e adeguamento antisismico. Una misura che darà sicuramente slancio al settore edilizio ma potrebbe non bastare e soprattutto è necessario che i decreti attuativi siano emessi al più presto: “Il decreto purtroppo ancora non è molto chiaro, aspettiamo di leggere bene la parte attuativa per capire. Sicuramente può essere un buon volano, ma avremo bisogno di altro per poter far ripartire al meglio. Serve liquidità per le attività giornaliere, non finanza, perché la finanza richiede requisisti stringenti, che in Italia purtroppo avevano in poche aziende, anche prima della pandemia” concludono Dioniso Graziosi e Camilla Rubei.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

DAL MONDO PROFESSIONALE

Le ultime notizie sull’argomento