Dl Ambiente, Rinnovabili “bloccate”: ecco perché il testo preoccupa il settore

L’entrata in vigore del Dl Ambiente mette in guardia il settore delle energie rinnovabili. Secondo l’Anev il testo costituisce un ostacolo. Cosa prevede e quali sono i punti critici.

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Dl Ambiente, Rinnovabili “bloccate”: ecco perché il testo preoccupa il settore

Il 10 ottobre 2024 è entrato in vigore il Dl Ambiente con importanti novità rispetto al Testo Unico Ambientale, soprattutto in merito alle fonti di energia rinnovabili. Rispetto alle versioni precedenti, il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale presenta delle modifiche, alcune delle quali avranno un impatto importante sullo sviluppo degli impianti da fonti rinnovabili.

Ad esempio il Dl Ambiente prevede che, insieme alla domanda di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), si debba allegare una dichiarazione che certifichi la disponibilità dei terreni su cui verrà costruito l’impianto e le relative infrastrutture di connessione. E ciò interessa soprattutto gli impianti eolici e fotovoltaici.

Tale novità potrebbe influenzare la pianificazione e la realizzazione di nuovi impianti, dato che occorre dimostrare la disponibilità dei terreni prima ancora che la VIA sia completata.

Precisamente il Dl Ambiente recita:

Per i progetti di produzione energetica da fonti rinnovabili, il proponente allega all’istanza di VIA di cui all’articolo 23 del decreto legislativo n.152 del 2006 anche una dichiarazione attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie e, qualora occorra, della risorsa necessarie alla realizzazione dei progetti medesimi.

Secondo l’ANEV, l’associazione che rappresenta i produttori eolici:

anticipare tale disponibilità a questa fase è un controsenso che tra l’altro rischia di essere inutile.

I dettagli sul decreto e cosa comporta per le fonti rinnovabili.

DL Ambiente e Rinnovabili: cosa prevede il testo in Gazzetta Ufficiale

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 ottobre il Dl Ambiente va a semplificare alcune procedure di valutazione ambientale e introduce nuove norme riguardo alla tutela delle risorse idriche, l’economia circolare, la gestione dei rifiuti e il contrasto al dissesto idrogeologico.

Tra le misure più rilevanti annoveriamo:

  • l’introduzione di una corsia preferenziale per i progetti di interesse strategico nazionale basati su criteri di sostenibilità economica
  • nuove regole per la coltivazione degli idrocarburi
  • introduzione del concetto di “acque affinate”, da usare per incrementare le risorse idriche sotterranee
  • potenziamento dell’economia circolare
  • regolazione e semplificazione delle operazioni di smaltimento dei materiali e dei rifiuti
  • maggiore interoperabilità tra le banche dati per contrastare il dissesto idrogeologico

Per Anev il Dl Ambiente “blocca” le Rinnovabili

La pubblicazione della versione ufficiale del decreto Ambiente ha suscitato non poche critiche da parte degli operatori del settore. In particolare l’Anev, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, ha lanciato un vero e proprio allarme contro alcune misure introdotte.
L’Anev evidenzia che il Dl potrebbe compromettere lo sviluppo delle fonti rinnovabili, mettendo a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione assunti dall’Italia in sede europea.

Secondo l’Anev la criticità maggiore riguarda la richiesta di allegare all’istanza di Valutazione di Impatto Ambientale nella fase iniziale della procedura autorizzativa. Anticipare la disponibilità dei terreni – prosegue l’Anev – comporta oneri aggiuntivi per gli imprenditori che potrebbero scoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili.

Di conseguenza l’Associazione ha chiesto al governo di rivedere il testo del decreto per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora per incentivare le fonti di energia rinnovabile. In caso contrario, l’Italia non riuscirebbe a rispettare gli obiettivi Ue per la riduzione delle emissioni di carbonio, con gravi conseguenze per l’ambiente.

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