Dopo nove anni di crescita, crisi per le nuove case

Capire quali possono essere le cause di un fenomeno negativo annunciato non è facile.
L’effetto psicologico dei subprime americani può giocare un ruolo fondamentale e potrebbe spingere gli investitori italiani ad abbandonare il mattone; i mutui a tasso variabile – spesso imposti dalle banche – hanno raggiunto tassi di interesse insopportabili e molte famiglie hanno visto la propria rata mensile passare da 300 euro a 600 euro.
Ma sono davvero queste le cause di una crisi annunciata?
Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, il discorso è più complesso.
«Parliamo soprattutto», spiega, «di nuove costruzioni. E quando si parla di nuove costruzioni ci troviamo di fronte a aumenti esagerati di materie prime come ferro, cemento e altro ancora. Un altro aspetto da non trascurare è il costo del denaro che sembra inarrestabile».
E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Emblematico il fatto che fino a qualche anno fa una trattativa per l’acquisto di un immobile durava un paio di mesi, oggi si viaggia nell’ordine dei cinque mesi.
Allarmismo? No, secondo l’Ance. «Nel corso di nove anni le imprese edilizie hanno lavorato con profitto. Abbiamo subito un rallentamento quest’anno con una crescita di più 0,4 per cento.
Il prossimo anno ci sarà questo calo dell’un per cento».
Gli ormai elevati tassi di interessi dei mutui potrebbero esserne la causa? «Forse una causa più psicologica che reale», nota Buzzetti, «Non dimentichiamo che l’indebitamento per la casa in Italia è pari al 17,2 per cento del prodotto interno lordo contro il 71,2 per cento degli Stati Uniti e il 48,9 per cento della media europea».
Sugli strumenti per evitare una situazione negativa per il 2008, l’Ance ha un paio di idee: «Diminuiamo il costo del lavoro», suggerisce il suo presidente, «eliminando vecchie voci di trattenute come quelle sull’agricoltura che non hanno più ragion d’essere dando così ai nostri operai una busta paga più consona al loro impegno».
Il governo dice di essersi mosso. «Qualcosa», replica Buzzetti, «è stata fatta. L’Ici è leggermente calata, l’imposta di registro è leggermente calata. Ma è troppo poco».

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