Manovra, quante critiche dalle associazioni: dall’edilizia all’ambiente, il fronte dei contrari 15/11/2024
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Realizzare un nuovo tetto o ristrutturare quello esistente: materiali, tecnologie e detrazioni fiscali 18/11/2024
Indice degli argomenti Toggle L’iniziativa del Comune di MilanoSicurezza antincendio, il confronto con altri PaesiLa normativa antincendio italiana necessita un aggiornamentoEdifici e protezione dal fuoco: in Italia pericoloso ritardo normativo Il tema della sicurezza, in particolare quella antincendio, torna al centro dell’attenzione. Dopo la chiusura delle indagini sulla Torre dei Moro di Milano, con 18 persone accusate di disastro colposo, il Comune di Milano, con la Commissione Rigenerazione Urbana presieduta da Bruno Ceccarelli, ha deciso di promuovere una mozione di indirizzo per alzare le misure di cautela e influenzare in modo positivo il Piano di Governo del Territorio e il Regolamento Edilizio del Comune di Milano. L’iniziativa del Comune di Milano La città di Milano cerca di guardare avanti, anche per farsi trovare preparata in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Sono previsti infatti numerosi interventi edilizi nei prossimi mesi e anni, e la sostenibilità e la sicurezza devono essere al primo posto. Per questo motivo si è svolta nei giorni scorsi una Commissione Consiliare del Comune di Milano sul tema della “Sicurezza Edifici”. È stato un momento aperto al mondo dell’edilizia, a sindacati, vigili del fuoco, ingegneri, architetti e geometri. La facciata della Torre dei Moro, ad esempio, era stata realizzata anche con materiali combustibili, che hanno amplificato irrimediabilmente l’incendio. E questo perché in Italia, ancora oggi, è il progettista a scegliere il materiale da utilizzare per realizzare una facciata. Sicurezza antincendio, il confronto con altri Paesi Fa scuola, su questi temi, l’Inghilterra: dopo il catastrofico incendio della Grenfell Tower nel 2017 ha cambiato la normativa. Oggi permette di utilizzare solo materiali incombustibili per le facciate di tutti gli edifici più alti di 11 m. Anche in Francia, per gli edifici dai 9 piani in su, la normativa impone l’utilizzo di materiali incombustibili per tutti gli elementi della facciata. Anche dall’Est Europa arrivano esempi virtuosi: in Romania è in arrivo un aggiornamento che dovrebbe imporre l’uso di materiali incombustibili per le facciate degli edifici alti più di 20 m. Persino in Serbia, Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca, la legislazione è più severa che in Italia. La normativa antincendio italiana necessita un aggiornamento Un anno fa, nel marzo 2022, era stata pubblicata la norma RTV 13, Regola Tecnica Verticale n.13 dedicata alle “Chiusure d’ambito degli edifici civili” che ha introdotto misure aggiuntive rispetto a quelle previste dalla regola tecnica orizzontale e dalle RTV allegate al Codice di prevenzione incendi. Ma questo non è ancora sufficiente: l’Italia al momento si posiziona in coda, in Europa, in fatto di sicurezza, in particolare per ciò che riguarda i materiali obbligatori per le facciate. In attesa di un aggiornamento nazionale sono i Comuni, le realtà associative e le imprese che iniziano a muoversi. Oltre a Milano, anche a Rimini il Comando dei Vigili del Fuoco ha diramato una nota di indirizzo, invitando a una maggiore attenzione al tipo di materiali usati negli edifici. Un’alleanza guidata da Confabitare con Movimento Consumatori e Rockwool, azienda produttrice di prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia, si sta inoltre impegnando, ormai da due anni, per dialogare con le istituzioni e suggerire una revisione della Regola Tecnica Verticale antincendio. 26/05/2022 Edifici e protezione dal fuoco: in Italia pericoloso ritardo normativo Confabitare, Movimento Consumatori e Rockwool Italia segnalano che, nonostante il rischio d’incendio dalle facciate degli edifici, nel nostro paese i costruttori, secondo la Regola Tecnica Verticale, non hanno l’obbligo di utilizzare materiali incombustibili Tutti noi ricordiamo l’incendio a La Torre del Moro a Milano, eppure in Italia utilizzare materiali per la realizzazione degli edifici che garantiscano alta protezione dal fuoco non assicura alcun vantaggio assicurativo, con il rischio che le imprese si accontentino di utilizzare materiali meno performanti e più economici per le facciate. La sicurezza antincendio dovrebbe essere tra le priorità progettuali, eppure la Regola Tecnica Verticale non obbliga i costruttori all’utilizzo di materiali incombustibili per gli edifici di altezza superiore ai 18 metri. L’assicurazione globale fabbricati infatti protegge dal rischio di eventuali danni patrimoniali dopo un incendio subito da un condominio, ma il premio assicurativo è determinato dal valore di ricostruzione a nuovo, e non considera i materiali usati in fase di ristrutturazione. Inoltre Progettisti e Costruttori certificano i requisiti di sicurezza attraverso la Certificazione antincendio per gli edifici (CPI), un attestato che pur riconoscendo la conformità alla vigente normativa antincendio per gli edifici, è obbligatorio solo per condomini dotati di impianti di riscaldamento centralizzato alimentati a combustibile, con potenza superiore a 116 kW; autorimesse pubbliche o private la cui area supera i 300 mq; fabbricati a uso abitativo di altezza superiore ai 24 metri. La segnalazione arriva da Confabitare (Associazione Proprietari Immobiliari), Movimento Consumatori e Rockwool Italia, che chiedono che il sistema assicurativo venga aggiornato inserendo per esempio dei premi per gli immobili che garantiscono migliori performance, in modo da aiutare a diffondere buone pratiche, a partire dagli edifici particolarmente sensibili, quali scuole, case popolari ed ospedali. I rischi di incendio degli edifici negli anni sono aumentati, in particolare nelle città sempre più densamente popolate, e sono aggravati anche dal cambiamento climatico. Non solo infatti è aumentato il numero di immobili, spesso alti, molto vicini gli uni agli altri e formati da tante abitazioni spesso piuttosto piccole, ma sono aumentate le cablature elettriche collegate per esempio all’installazione di pannelli fotovoltaici o di colonnine elettriche per la ricarica delle auto. I dati del Forum per la sicurezza domestica elettrica europea in questo senso sono piuttosto impressionanti: ogni anno nel Vecchio Continente ci sono circa 280.000 incendi di origine elettrica che provocano una media di 1.000 morti e danni materiali per 6,25 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’Italia i dati dei Vigili del Fuoco del 2020 parlano di 45.500 incendi in appartamenti o edifici, ovvero il 19% di tutti gli interventi , causati per la maggior parte da problemi elettrici, canne fumarie e mozziconi di sigaretta. Aipai, l’associazione dei periti assicurativi, parla invece di 35mila incendi all’anno nelle abitazioni private. Paolo Migliavacca, Business Unit Director ROCKWOOL Italia sottolinea che è fondamentale la scelta dei materiali: “scegliere quelli inorganici, sicuri e sostenibili, che non partecipano in maniera attiva alla propagazione dell’incendio, garantisce il più elevato grado di sicurezza antincendio e ottime performance termiche”. 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