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L’edilizia apuana entra nella fase del collasso. Annunciato come “l’anno terribile” solo alcuni mesi fa da Cna (www.cna-ms.it) – era il 18 marzo – nonostante le sollecitazioni e l’Sos lanciato alle istituzioni locali, a quali era stato chiesto di velocizzare gli iter burocratici (Dia, licenze etc.) e una maggiore attenzione nei confronti delle aziende apuane, la situazione è pericolosamente in stallo. Uno status quo inaccettabile che ha spinto l’associazione degli artigiani, tra le più attive durante la crisi, a lanciare l’idea di replicare, anche su scala provinciale, gli stati generali dell’edilizia (circa il 12 del Pil locale), così come è avvenuto a livello nazionale; ultimo estremo tentativo di fare sedere ad un tavolo associazioni di categoria, sindacati, amministrazioni comunali e tutti quegli enti partecipati che possono indire gare d’appalto pubbliche. L’obiettivo: trovare strumenti efficaci e seri di contrasto al lavoro nero, che nel frattempo è letteralmente esploso (assieme anche al fenomeno del caporalato per altro già denunciato lo scorso anno proprio da Cna anche a Massa Carrara), e una maggiore volontà, da parte degli addetti alla burocrazia, a tutti i livelli, di imprimere una forte accelerazione alla macchina amministrativa sotto accusa “per non rispettare tempi e necessità delle imprese”. Per ottenere una Dia ci vogliono dai 120 ai 150 giorni quando ne basterebbero 20-30. In mezzo c’è un cantiere fermo con tutto ciò che ne consegue. Cna non si aspetta (e non chiede) – ci tiene a ribadire – manovre milionarie, ne tanto meno, in questo momento, piani casa e progetti faraonici ma soltanto di “fare il minimo possibile per sostenere le imprese in difficoltà” e lavorare nel concreto e nel fattibile a livello territoriale. “Tanti giorni ci volevano due mesi fa per ottenere una Dia, tanti ce ne vogliono oggi – spiega il motivo dell’idea di convocare una sorta di task force locale Antonio Chiappini, Responsabile Provinciale Edili – a distanza di mesi non abbiamo avuto nessun tipo di segnale da parte del governo del territorio rispetto a temi delicati come i ritardi della burocrazia, più volte denunciati, e il lavoro nero che è diventato intollerabile. Questa volta non portiamo in dote numeri perché ci hanno dimostrato che contano poco. Portiamo in dote l’arrabbiatura di centinaia di imprese e di imprenditori che sono pronti anche a manifestazioni clamorose per far sentire le loro preoccupazioni. Si sentono abbandonati dal territorio al loro destino”. A lanciare il sasso nello stagno è Dino Sodini, Presidente Provinciale dell’associazione che convoca associazioni di categoria, sindacati e rappresentanti di tutti i soggetti comunali e a partecipazione comunale che possono dare incarichi di appalto al tavolo che dovrà tenersi “sul suolo neutro della Camera di Commercio. La situazione è veramente critica – analizza – All’incremento delle insolvenze e dei ritardi di pagamento (+40% negli ultimi sei mesi) da parte sia del pubblico che del privato, al calo degli ordinativi, dobbiamo aggiungere il costo determinato dai ritardi folli della burocrazia che dovrebbe, in particolar modo in questo momento, aiutare. Ed invece, aiuta ad affondare”. Gli stati generali serviranno per mettere di fronte ognuno alle proprie responsabilità. “Il nostro compito è quello di raccogliere e portare a chi di dovere – commenta Sodini – le istanze delle imprese che rappresentiamo, e metterle in condizioni di lavorare, generare reddito, e occupazione. Sarebbe paradossale che sia proprio la burocrazia, e non la crisi internazionale, il colpo di grazia per le imprese. Purtroppo, e questo è davvero molto spiacevole, nessuno ha mosso un dito o si è fatto vivo dopo i nostri segnali di allarme. Eppure l’edilizia è un settore chiave dell’economia. Crediamo che non ci sia più tempo da perdere”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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