L’edilizia del futuro è off-site, fuori dal cantiere

In occasione del convegno “Costruiamo il futuro” a Milano si è approfondito il ruolo dell’industrializzazione off-site per una filiera più sostenibile ed efficiente

L’edilizia del futuro è off-site, fuori dal cantiere

Meno emissioni di CO2, tempi certi, più sicurezza: sarebbero questi i principali vantaggi ottenibili passando a un’edilizia off-site, ovvero spostando la produzione dal cantiere (on-site) alle fabbriche. Le tecnologie oggi lo permettono: industrializzare i processi costruttivi consentirebbe di progettare e realizzare i componenti di un edificio in fabbrica, per poi fare in cantiere solo l’assemblaggio.

Di questo tema si è parlato a Milano in occasione del convegno “Costruiamo il futuro. Dall’On-site all’Off-site: industrializzare per rinnovare il settore delle costruzioni”.

L’evento è stato organizzato da sette aziende del settore sensibili alla tematica: Tecnostrutture, Gualini, Harpaceas, Impresa Percassi, Pichler, Rubner e Brioschi Sviluppo Immobiliare.

I vantaggi dell’edilizia off-site

L’approccio off-site consente di velocizzare i processi e ottimizzare le risorse, elementi non da poco in un comparto che soffre di problemi come lunghi tempi di realizzazione, incertezza e fluttuazione dei prezzi, scarsità di manodopera specializzata. Inoltre, riduce anche i costi di manutenzione e di demolizione a fine vita dell’edificio.

I risvolti positivi dell’edilizia “delocalizzata” toccano anche la sfera della sostenibilità e, in generale, dei criteri ESG. Si potrebbe, infatti, costruire inquinando meno e con minor sprechi. E lavorare in maggiore sicurezza, incrementando il benessere delle persone.

Insomma, la soluzione è stata giudicata altamente tecnologica, efficiente, flessibile e affidabile, come dimostrano numerose case history di successo esistenti.

Le case study di successo

Con il metodo off-site possono essere realizzate facciate di condomini, grattacieli, ospedali, scuole, studentati, ma anche ristrutturazioni di palazzi storici.

Sono numerosi i progetti di questo tipo firmati da famosi architetti. Citiamo per esempio il grattacielo 262 5th Avenue a New York (Gualini), il Campus Milano Internazionale (Pichler), ROOTS, l’edificio in legno più alto della Germania (Rubner) e il Nuovo Villaggio Olimpico di Milano (Tecnostrutture) che sarà inaugurato il prossimo 12 febbraio.

Se già nel secondo dopoguerra il mercato ha vissuto una spinta verso la prefabbricazione, oggi è possibile fare un nuovo salto qualitativo, grazie soprattutto alla diffusione della digitalizzazione e del BIM, elementi che agevolano il passaggio all’industrializzazione off-site.

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