Il futuro dell’efficienza energetica e la Direttiva Case Green

Durante il 6° Congresso ANIT, che si terrà il 21 e 22 novembre 2024, nella prima sessione tecnica in sala 1, si discuterà del futuro dell’efficienza energetica degli edifici a partire dalla nuova Direttiva Case Green con esperti della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dell’ENEA.

A cura di: Ing. Valeria Erba e Arch. Daniela Petrone – Anit

Il futuro dell’efficienza energetica e la Direttiva Case Green

La nuova EPBD IV rappresenta un ulteriore passo che l’Europa intende compiere nella lotta ai cambiamenti climatici, in considerazione della situazione energetico-ambientale dell’Unione.

Nel documento di seguito vengono sintetizzati i punti salienti che verranno presentati anche durante l’evento di novembre.

Per un maggiore approfondimento è possibile scaricare due articoli ad hoc dal sito ANIT:

La Direttiva 2024/1274/UE comunemente chiamata e conosciuta come Direttiva “Case Green” è innanzitutto l’evoluzione delle direttive “Energy Performance of Buildings Directive”, per l’esattezza la IV, in linea con le precedenti direttive EPBD che hanno visto in Italia la pubblicazione del D.Lgs.192/05 e tutti i suoi successivi decreti di recepimento, pubblicata il 28 maggio 2024 dovrà essere recepita dai Paesi membri entro il 29 maggio 2026.

Gli obiettivi prefissati che gli stati membri devono raggiungere con scadenze temporali definite sono:

  • strategia di decarbonizzazione al 2050, inclusiva di traiettoria con obiettivi intermedi al 2030 e 2035 per il consumo medio di energia primaria;
  • nuovi requisiti minimi da rispettare in caso di nuove costruzioni e ristrutturazioni;
  • edifici nuovi a emissioni zero, in grado di non produrre emissioni a livello locale e caratterizzati da una domanda di energia massima, dal 2028 per il settore pubblico e dal 2030 per i privati;
  • incentivare ulteriormente il solare e/o altre fonti rinnovabili, i sistemi di monitoraggio e automazione, mirando alla riduzione progressiva degli impianti basati su fonti fossili e al collegamento con la mobilità elettrica;
  • istituzione di sportelli unici secondo criteri di popolazione, geografici o amministrativi;
  • introduzione di un passaporto per la ristrutturazione degli edifici, il cui utilizzo potrà essere volontario o cogente a scelta del singolo Stato membro;
  • promozione di mutui ipotecari e strumenti finanziari adeguati;
  • nuovi criteri per le classi energetiche e per la redazione degli attestati di prestazione energetica;
  • nuovi obiettivi per edifici del terziario e del residenziale.
  • nuovi obiettivi anche di sostenibilità con limiti sul GWP dell’intero ciclo di vita degli edifici

La decarbonizzazione del patrimonio edilizio

Sicuramente, la decarbonizzazione del patrimonio edilizio è la sfida più grande che il settore delle costruzioni deve affrontare nei prossimi anni tenuto conto che il 72% degli edifici che ha più di 43 anni ed è stato costruito prima della legge sull’efficienza energetica (L. n.373/76) e il 68,5% delle abitazioni con una classe energetica compresa tra la E e la G.

Certo, se guardiamo i risultati del Superbonus, che con oltre 100 miliardi di euro ha portato circa il 4% degli edifici da classe F-G a classi energeticamente molto alte A4-B, viene spontaneo chiedersi come faremo a rendere tutto il patrimonio edilizio, esistente e non, a emissioni zero entro il 2050.

Infatti l’art. 1 comma 1 dell’EPBD IV prevede che venga raggiunto un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.

Laddove con “edificio a emissioni zero” si intende (Art. 2 comma 2)

un edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I, con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra.

Per raggiungere il traguardo 2050 sarà necessario un programma che dovrebbe prevedere oltre che obblighi anche tutele sociali e garanzie finanziarie per tutelare i più deboli.

Dall’analisi dei dati sull’efficienza energetica degli immobili compravenduti nel 2021, raccolti da FIAIP ed elaborati da ENEA e I-Com, ci si rende conto che il tema dell’efficienza energetica è un problema che riguarda in particolare le periferie. Per la prima volta la Direttiva EPBD affronta il tema della povertà energetica collegato alla efficienza energetica, case più efficienti riducono i costi in bolletta con la possibilità di offrire anche alle famiglie in difficoltà economica l’accesso ai servizi energetici. Solo mettendo al centro della politica energetica le necessità dei gruppi sociali più fragili è possibile intraprendere la strada a beneficio della crescita economica e della sicurezza energetica del nostro continente

Ecco perché, sempre nel testo della Direttiva, si legge l’importanza di adottare un sistema di sussidi per la riqualificazione energetica soprattutto mirati a chi quella riqualificazione non può permettersela.

Occorre quindi un piano nazionale di riqualificazione e recupero del patrimonio esistente che coinvolga tutti gli operatori dalle banche ai condomini, ai cittadini guardando a questo piano come un’occasione di sviluppo economico.

Per approfondire tutte le tematiche vi aspettiamo al 6° Congresso Anit il 21 22 novembre a Ospedaletto di Pescantina (Vr).

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