Bisogna intensificare gli sforzi per decarbonizzare il settore edilizio italiano, responsabile del 42% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di gas serra. Secondo l’analisi di The European House – Ambrosetti (TEHA), il 56% degli edifici pubblici è nelle tre classi energetiche peggiori (E, F, G), con un quarto di essi concentrato in classe G. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) punta a un efficientamento del 3% annuo dal 2025 al 2030, ma si tratta di un obiettivo ben nove volte superiore a quanto realizzato tra il 2014 e il 2022.
L’urgenza è chiara: la Pubblica Amministrazione (PA), che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico, deve rispondere con una strategia efficace per contribuire alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni, in linea con i target europei. Tuttavia, ritardi burocratici, carenza di competenze tecniche e difficoltà a spendere le risorse disponibili stanno rallentando il percorso.
Un ritardo che pesa: solo lo 0,7% riqualificato nel 2022
Nonostante l’urgenza dettata dalla direttiva europea e i 2,1 miliardi di euro stanziati dall’Agenzia del Demanio per la riqualificazione di 5 milioni di metri quadrati entro il 2026, la realtà appare scoraggiante. Nel 2022, il tasso di efficientamento degli edifici pubblici si è fermato a uno scarso 0,7%, ben lontano dall’obiettivo del 3% fissato dal PNIEC.
Sono diversi i fattori che rallentano questo processo. Sicuramente va segnalata la mancanza di programmazione strategica: molte amministrazioni locali non dispongono di piani strutturati per la gestione energetica. Un altro aspetto significativo è legato alla carenza di competenze tecniche: il 42% degli operatori coinvolti nell’analisi TEHA segnala la difficoltà di reperire figure specializzate come ingegneri energetici, progettisti e tecnici di manutenzione. Vi è, inoltre, una significativa difficoltà nell’impiego delle risorse: tra il 2019 e il 2022 è stato utilizzato solo tra il 4% e il 50% dei fondi disponibili, evidenziando inefficienze nei processi di assegnazione e monitoraggio.
Un settore particolarmente critico è quello scolastico, che rappresenta il 38% del patrimonio immobiliare pubblico. Le università e le scuole, spesso vetuste, soffrono di inefficienze strutturali che richiedono interventi urgenti e mirati.
Benedetta Brioschi, Partner e Responsabile Community Smart Building di TEHA Group sottolinea: “Una leva fondamentale per accelerare l’efficientamento degli immobili pubblici è promuovere una gestione aggregata dell’energy management degli edifici attraverso il monitoraggio dei dati energetici e un’applicazione più estesa della diagnosi energetica, punto di partenza per comprendere a fondo il fabbisogno energetico di ciascun edificio e gli interventi migliori da realizzare”.
Il ruolo del partenariato pubblico-privato per colmare il gap
Per accelerare il processo di riqualificazione energetica, il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) potrebbe essere una soluzione strategica. Tuttavia, in Italia, il PPP è ancora sottoutilizzato: tra il 1990 e il 2021 sono stati spesi solo 4,5 miliardi di euro, un valore ben distante dai 93 miliardi del Regno Unito o dai 14 miliardi della Francia.
I vantaggi del PPP sono molteplici, permette infatti l’accesso a competenze specializzate: i capitali privati possono fornire know-how tecnico e progettuale per soluzioni personalizzate. Garantisce inoltre l’ottimizzazione dei costi: condivisione del rischio e riduzione degli oneri finanziari per la PA e innovazione tecnologica: attraverso l’applicazione di tecnologie avanzate come sistemi HVAC, domotica e monitoraggio energetico intelligente.
Per rendere il PPP un elemento centrale nella strategia di riqualificazione, è essenziale migliorare la formazione delle figure tecniche richieste e creare un quadro normativo chiaro e incentivante.
L’impegno di TEHA e delle istituzioni coinvolte punta proprio a colmare queste lacune, promuovendo un approccio più integrato e orientato alla collaborazione tra pubblico e privato. Questo consentirebbe non solo di accelerare i tempi di realizzazione dei progetti, ma anche di garantire un miglior utilizzo delle risorse disponibili.
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