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A cura di:La Redazione Pubblicato nel primo giorno del Buildings and Climate Global Forum a Parigi, il Rapporto “The Global Status Report for Buildings and Construction (Buildings-GSR)” realizzato dall’UN Environment Programme (UNEP) e Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC), che monitora i progressi del settore delle costruzioni rispetto alla domanda di energia, emissioni ed intensità energetica, fornendo raccomandazioni a governi, imprese e società civile verso un settore edilizio zero-emissioni, efficiente e resiliente entro il 2050. Dal Rapporto emerge che nel 2022 il settore edile è stato responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia operativa e ai processi, con un aumento di poco meno di 10 Gt di CO2. Il suo consumo energetico ha raggiunto i 132 exajoule, più di un terzo della domanda globale. Inger Andersen, Direttore Esecutivo dell’UNEP, ha sottolineato che “Non esiste un percorso credibile per affrontare il cambiamento climatico senza un cambiamento fondamentale nel settore delle costruzioni. La metà degli edifici che esisteranno entro il 2050 non è ancora stata costruita. Si tratta di un’opportunità importante per il settore di immaginare gli edifici del futuro in cui i principali driver saranno la resilienza, il riutilizzo, l’economia circolare, la costruzione a basso impatto carbonico, affrontando al contempo le disuguaglianze sociali”. Il ruolo del settore delle costruzioni per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi Il primo global stocktake report segnala che per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi, sarà necessaria una riduzione profonda, rapida e sostenuta delle emissioni di gas serra (GHG) che richiederà di “triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030”. Il settore delle costruzioni in questo processo ha un ruolo chiave: l’intensità energetica del settore edilizio dovrebbe diminuire del 37% entro il 2030rispetto ai livelli del 2015 . Nel 2022, la percentuale di energia rinnovabile nel consumo finale di energia degli edifici era solo del 6%, significativamente al di sotto del progresso necessario per raggiungere il target del 18% entro il 2030. Gli investimenti cumulativi in efficienza energetica ed edifici ad alte prestazioni avrebbero dovuto essere superiori del 40%, per un totale di 2,7 trilioni di dollari. Complessivamente, gli investimenti nella decarbonizzazione degli edifici sono aumentati nel 2022 del 14%, raggiungendo i 285 miliardi di dollari, in gran parte grazie alla risposta degli Stati Uniti e dell’Europa all’insicurezza energetica. Eppure non siamo in linea con gli obiettivi di zero netto per il 2030 e il 2050. In calo l’intensità energetica Una delle ragioni principali che hanno portato alla diminuzione dell’intensità energetica per metro quadrato è stata l’adozione di codici energetici per gli edifici in 81 paesi. Inoltre nel 2022 sono stati aggiunti 2,4 miliardi di metri quadrati di spazio – un’area equivalente all’intero parco edilizio della Spagna – in paesi privi di qualsiasi codice energetico per gli edifici. L’80% della crescita della superficie attesa entro il 2030 è prevista nei paesi a basso reddito che non dispongono di codici edilizi rigorosi. La Climate Action Roadmaps per il settore delle costruzioni può accelerare la decarbonizzazione attraverso la collaborazione di decisori politici, aziende private e ONG nell’incorporare strategie di efficienza dei materiali, design e tecnologie a basse emissioni, ed energie rinnovabili. Il rapporto invita tutti i paesi a sviluppare Climate Action Roadmaps ambiziose e complete per l’Azione Climatica per il settore entro il 2030 e a utilizzarle nella presentazione e revisione di un nuovo ciclo di piani d’azione climatica nazionali (NDC). Le priorità per azzerare le emissioni del settore delle costruzioni Sviluppare codici energetici per gli edifici, coerenti con i principi degli edifici a emissioni zero (NZEB): finora, solo 3 paesi hanno istituito tali codici energetici. Aumentare il tasso e l’impatto della ristrutturazione degli edifici esistenti per l’efficienza energetica, passando dall’attuale 1% al 5-10% annuo. Adottare misure di progettazione passive per tutti i nuovi edifici. Raccogliere dati, attraverso strumenti come i Passaporti degli Edifici. Prevedere incentivi finanziari per la decarbonizzazione del settore delle costruzioni, compresa l’innovazione e il passaggio a riutilizzo, circolarità, materiali naturali/bio-based, o mutui verdi offerti dalle banche. Rendere consapevoli le aziende del proprio impatto sociale Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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