Il settore delle costruzioni e dell’edilizia rappresenta una componente fondamentale dell’economia globale, ma è anche uno dei maggiori responsabili delle emissioni di gas serra.
Secondo il Rapporto “Global Status Report for Buildings and Construction 2024-2025” pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dalla Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC), questo settore consuma il 32% dell’energia globale e contribuisce al 34% delle emissioni di CO₂. Tuttavia, per la prima volta dal 2020, le emissioni legate all’edilizia hanno smesso di crescere, segnando un punto di svolta nella lotta al cambiamento climatico.
Progressi e sfide nel settore edilizio
Negli ultimi anni, diversi paesi hanno implementato codici energetici edilizi obbligatori allineati agli obiettivi net-zero, standard prestazionali obbligatori e hanno investito in efficienza energetica. Queste misure hanno portato a una riduzione dell’intensità energetica del settore di quasi il 10% e a un aumento della quota di energie rinnovabili nella domanda energetica finale di quasi il 5%. Inoltre, pratiche come l’economia circolare, i contratti di locazione verde e la riqualificazione energetica degli edifici esistenti hanno contribuito a ridurre il consumo energetico e le emissioni complessive.
Nonostante questi progressi, il settore rimane fra i principali protagonisti nel combattere la crisi climatica. Basti per esempio considerare che dipende fortemente da materiali come cemento e acciaio, che da soli sono responsabili del 18% delle emissioni globali e costituiscono una delle principali fonti di rifiuti da costruzione. Inoltre, si prevede che quasi la metà degli edifici che esisteranno entro il 2050 non siano ancora stati costruiti, rendendo fondamentale l’adozione di codici energetici edilizi ambiziosi. Tuttavia, dati recenti indicano un calo nell’installazione di misure altamente efficaci come le pompe di calore e oltre il 50% delle nuove superfici costruite in economie emergenti e in via di sviluppo non è ancora soggetto a codici edilizi.
Verso un futuro sostenibile: le raccomandazioni del rapporto
Il rapporto invita i principali paesi emettitori di carbonio ad adottare codici energetici edilizi a zero emissioni di carbonio entro il 2028, con l’obiettivo che lo facciano anche tutti gli altri paesi entro il 2035. L’integrazione delle riforme dei codici edilizi nei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC) è fondamentale per raggiungere gli obiettivi globali sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica gli obiettivi fissati dal Global Renewables and Energy Efficiency Pledge della COP28.
Inoltre, governi, istituzioni finanziarie e imprese devono collaborare per raddoppiare gli investimenti globali in efficienza energetica nel settore edilizio, passando da 270 miliardi di dollari a 522 miliardi di dollari entro il 2030. L’adozione di misure di Responsabilità Estesa del Produttore e pratiche di economia circolare, come l’estensione della durata degli edifici, una migliore efficienza dei materiali e il riutilizzo, il riciclaggio e la gestione dei rifiuti, sono essenziali per colmare le lacune nel finanziamento, mentre programmi di sviluppo delle competenze sono fondamentali per colmare le carenze di competenze nel settore.
E’ necessaria la collaborazione globale per decarbonizzare il settore edilizio e raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall’Accordo di Parigi. Come afferma Inger Andersen, Direttore Esecutivo dell’UNEP “Gli edifici in cui lavoriamo, facciamo acquisti e viviamo rappresentano un terzo delle emissioni globali e un terzo dei rifiuti prodotti nel mondo. La buona notizia è che le azioni dei governi stanno funzionando. Ma dobbiamo fare di più e farlo più velocemente. Incoraggio tutti i paesi a includere nei loro nuovi NDC piani per ridurre rapidamente le emissioni del settore edilizio e delle costruzioni”.
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