Fondi Europei, 15 miliardi per le Costruzioni

Fondi Europei, 15 miliardi per le Costruzioni

Efficientamento energetico, edilizia scolastica, strutture sanitarie, rischio idrogeologico, bioenergie ed infrastrutture: le priorità per l’Italia

Legge Stabilità investimenti Fondi europei 2014-2020
Dalla Legge di Stabilità 2016, attraverso la clausola europea per gli investimenti, avvio dei Fondi strutturali europei relativi alla programmazione 2014-2020

In riferimento ai Fondi Strutturali Europei 2014-2020 l’Associazione Nazionale Costruttori Edili ha ribadito il ruolo centrale che la programmazione della politica di coesione territoriale riveste per la crescita dell’economia e dei territori italiani.
Negli ultimi anni, però, gli effetti di tali stanziamenti sull’economia e sul mercato delle costruzioni sono stati di gran lunga inferiori al loro potenziale.

Per la nuova programmazione, occorre garantire in particolare l’integrazione dei fondi e la definizione di visioni e strategie unitarie a livello nazionale e territoriale per l’utilizzo delle risorse.
Questo significa cambiare approccio rispetto al passato e ragionare in termini di fabbisogni e progetti di sviluppo e non in funzione dei finanziamenti disponibili. Da questo punto di vista, risultano fondamentali il rafforzamento della governance di queste risorse e l’adozione di misure di accompagnamento per trasformare le risorse ed i progetti finanziati in vere opportunità di sviluppo.
Il ruolo del sistema Ance In questo contesto, il sistema Ance deve contribuire a cambiare approccio, facendo emergere, in una visione rinnovata, progetti che corrispondono alle esigenze e ai bisogni delle città e dei territori piuttosto che chiedendo il mero inserimento di progetti, spesso superati o sovradimensionati, nell’elenco delle opere da finanziare con i fondi preassegnati ai vari territori.
Questa è la condizione per realizzare ciò di cui il Paese ha realmente bisogno: progetti e infrastrutture di qualità, realizzati in tempi giusti e a costi contenuti, energeticamente efficienti, ad un costo di gestione conosciuto e contenuto e con riconosciuta valenza sociale.

Bisogna dunque affrontare questa nuova programmazione secondo la sequenza obiettivi – progetti – fondi.

Il ruolo dell’ANCE non è solo quello di essere dei “destabilizzatori”, come ha recentemente affermato, attribuendo un senso positivo alla parola, l’ex Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca ma è anche quello di essere protagonisti, in prima persona, della nuova programmazione, in quanto membri attivi del partenariato economico e sociale, come auspicato anche dalla Commissione Europea.

Il territorio privilegiato per mettere in atto questo approccio è, ovviamente, quello delle città.

In questo contesto, i punti centrali sono due:

  1. La partnership è fondamentale per definire una visione dello sviluppo a livello locale e assicurare il coinvolgimento dei capitali privati.
  2. Le risorse pubbliche devono essere utilizzate per governare il processo di sviluppo territoriale e/o di riqualificazione urbana ed intervenire solo su operazioni strategiche per lo sviluppo e/o la riqualificazione.

Occorre, dunque, trovare un metodo di lavoro, attraverso il quale sia possibile ri-annodare i fili di un dialogo tra attori diversi, tra idee diverse, per arrivare a definire una visione e costruire gli strumenti – economico-finanziari, urbanistici, fiscali- per attuarla.

La programmazione dei fondi europei e nazionali 2014-2020 rappresenta una straordinaria occasione per rilanciare le politiche urbane nel nostro Paese.
Nella nuova programmazione, infatti, le istituzioni europee attribuiscono carattere prioritario al tema delle politiche urbane, ed in particolare al tema della rigenerazione urbana, rispetto al quale, però, scontiamo un immenso deficit alla partenza perché da anni manca una politica nazionale sulle città.
Si tratta di un approccio che i nostri partner hanno già adottato da molti anni e che stanno rafforzando, proprio grazie alla nuova programmazione dei fondi strutturali, come ad esempio in Francia.
Alla luce dei programmi italiani approvati dalla Commissione Europea, l’inserimento dello sviluppo urbano sostenibile tra i temi principali della nuova programmazione è stato però vissuto, nella maggior parte dei casi, come un mero adempimento burocratico da parte delle Amministrazioni competenti e vi è poca visione strategica sulla materia.

Tra l’altro, solo 11 regioni e province autonome su 21 hanno previsto l’inserimento di un asse specifico sullo sviluppo urbano sostenibile. L’importo destinato a questi assi ammonta soltanto a 786 milioni di euro, pari all’1,5% delle risorse della programmazione 2014-2020. Nonostante questo handicap in partenza, a livello nazionale, alcuni programmi, come ad esempio il Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane”, possono invece rappresentare una vera occasione per rilanciare le politiche urbane nel nostro Paese.

Fonte ANCE

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