Fotovoltaico in Europa: l’estate da record rischia di non bastare causa “nodo autorizzazioni”

Fotovoltaico in Europa: l’estate da record rischia di non bastare causa “nodo autorizzazioni”

È stata un’estate da record per l’energia solare. Ma i problemi burocratici rischiano di non permettere di raggiungere gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili. Il caso dell’Italia

a cura di Andrea Ballocchi

Fotovoltaico iun Europa, l'estate 2022 da record

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Per il fotovoltaico in Europa quella da poco conclusa è da ricordare come l’estate del solare. Da maggio ad agosto, l’Unione Europea ha generato il 12% (99,4 TWh) di elettricità dal fotovoltaico, rispetto al 9% (77,7 TWh) della scorsa estate. Ottima notizia, che si aggiunge ad un’altra: senza la produzione record di 99 TWh di energia solare nel quadrimestre considerato, l’UE avrebbe dovuto acquistare altri 20 miliardi di metri cubi di gas fossile. Sulla base dei prezzi giornalieri del gas da maggio ad agosto, ciò equivale a costi evitati di gas per 29 miliardi di euro.

Lo evidenzia l’analisi del think tank climatico Ember, che segnala anche il rovescio della medaglia: l’energia solare è sì veloce da implementare e oltretutto i costi si sono ridotti notevolmente, “ma le barriere ne impediscono la rapida diffusione in molti Paesi europei”. Gli analisti evidenziano che i piani per i prossimi anni “non sono all’altezza delle necessità”.

Il riferimento esplicito va alle autorizzazioni, con diversi Paesi che “superano i limiti legalmente vincolanti dei tempi di sviluppo dei progetti”. Il problema è diffuso nell’UE: “affinché la capacità e la generazione di energia solare siano all’altezza delle ambizioni necessarie entro il 2030 – e degli obiettivi di REPowerEU – questo ritmo di diffusione deve continuare”, rileva l’analisi Ember. Essa mostra, inoltre, che le proiezioni per i prossimi anni “sono al di sotto dell’obiettivo, con l’aggiunta di capacità annua nel 2026 che soddisfa solo il 46% del valore richiesto da un percorso di 1,5°C”. Il sostegno allo sviluppo di fotovoltaico (e alle fonti rinnovabili) è da fornire per due motivi: economico e ambientale. Poiché si prevede che i prezzi del gas fossile continueranno a salire per diversi anni, l’Europa può alleviare la crisi aumentando urgentemente la diffusione dell’energia solare.

Fotovoltaico in Europa e nel mondo: la crescita c’è, ma anche i “colli di bottiglia”

L’analisi Ember che mette in rilievo il positivo andamento del fotovoltaico in Europa della scorsa estate conferma un trend positivo che si registra a livello globale. Secondo l’International Energy Agency, la produzione di energia solare fotovoltaica ha registrato un aumento record del 22% nel 2021, con 179 TWh in più, superando i 1.000 TWh.

È un dato importante, ma lo è ancora di più se si pensa che Covid-19 e chip shortage si sono fatti sentire già l’anno scorso in maniera decisa. Eppure, le difficoltà non hanno ostacolato la crescita del fotovoltaico, tanto che ha registrato la seconda maggiore crescita assoluta di generazione tra tutte le tecnologie rinnovabili, dopo l’eolico. “Il fotovoltaico sta diventando l’opzione a più basso costo per la nuova generazione di elettricità nella maggior parte del mondo, il che dovrebbe spingere gli investimenti nei prossimi anni – segnala IEA -. Tuttavia, per seguire lo scenario net zero entro il 2050, è necessaria una crescita media annua della produzione del 25% nel periodo 2022-2030”. Ciò corrisponde a un aumento di oltre tre volte della capacità annua di distribuzione fino al 2030. Quello che serve “è una maggiore ambizione politica e un maggiore impegno da parte degli stakeholder pubblici e privati, soprattutto nelle aree dell’integrazione della rete e della mitigazione delle sfide politiche, normative e finanziarie”.

Anche Ember parla di ambizioni: perché la capacità e la generazione di energia solare possa essere all’altezza delle ambizioni necessarie entro il 2030 – e degli obiettivi di REPowerEU – questo ritmo di diffusione deve continuare. Tuttavia, l’analisi del think tank mostra che le proiezioni per i prossimi anni sono al di sotto dell’obiettivo, come detto. Questo è dovuto in gran parte ai ‘colli di bottiglia’ delle autorizzazioni.

La crescita delle rinnovabili e il nodo autorizzazioni

Il problema legato alle autorizzazioni è particolarmente sentito per quanto riguarda il fotovoltaico in Europa. La situazione che si vive in Italia è esemplare. Il nostro compare tra i 18 Paesi UE che hanno stabilito una nuova quota record di energia solare durante il picco estivo di quest’anno, annota l’analisi Ember. Ma la burocrazia rischia di soffocare la crescita futura del fotovoltaico e delle fonti rinnovabili.

Crescita fotovoltaico in Europa

Come ricordava qualche giorno fa a Radio 24 il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, a seconda delle Regioni, bisogna completare anche fino a 35 passaggi autorizzativi prima di poter realizzare l’impianto, con attese che durano anni. Queste lungaggini producono due problemi: disincentivano imprese e organizzazioni che intendono investire sul fotovoltaico in Italia e contribuiscono a rendere difficoltoso il cammino per centrare i traguardi in tema di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il problema è diffuso nelle rinnovabili. Lo rimarca Simone Togni, presidente di ANEV, evidenziando anche come basterebbe ridurre i tempi burocratici perché l’Italia possa contare su un mix energetico decisamente più green:

“Se i 5-6 anni che servono oggi per approvare un impianto in Italia, diventassero un anno, come prevedono le norme europee, in 4 anni potremmo avere i 70 GW di nuove rinnovabili che il governo vuole installare entro il 2030. Cioè quello che serve per raggiungere l’obiettivo del piano Ue per la transizione ecologica, il Fit for 55: tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto al livello del 1990”.

Lo ha sottolineato di recente anche Francesco Starace, ad e direttore generale di Enel. Non è una questione di fondi né di PNRR la possibilità di accelerare la diffusione delle rinnovabili, ma “una questione di autorizzazioni”. Si assiste a una situazione paradossale: “i fondi sono in eccesso rispetto alla capacità di “scaricare a terra i fondi”, ma “le autorizzazioni sono in ritardo”.

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