Freddo 2006 per il mercato degli immobili

Raffreddamento confermato anche da Sestilio Paletti, presidente di Aspesi (Associazione nazionale tra le società di promozione e di sviluppo immobiliare).
Dunque, i protagonisti del mercato immobiliare si trovano nella necessità di governare i cambiamenti in atto per trovare nuove vie atte a prolungare il ciclo positivo del settore dell’edilizia, rivelatosi fino ad oggi trainante per l’economia.
Il mercato immobiliare italiano ha archiviato il 2005 con un fatturato di oltre 114 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto all’anno precedente.
La previsione per il 2006 ipotizza ricavi di poco superiori a 116 miliardi, in miglioramento pertanto dell’1,8% sul 2005. Ma il problema della casa, soprattutto per le fasce disagiate, resta ancora emergente, secondo quanto ha sostenuto l’assessore lombardo alla casa, Gianpiero Borghini.
Di questo si è parlato, a Milano, in occasione della presentazione del nono rapporto sul “Mercato immobiliare lombardo” realizzato da Centredil Ance-Lombardia, presieduta da Giuseppe Colleoni, e Scenari Immobiliari. Rapporto che ha dimostrato il buono stato di salute del settore in Lombardia, che si colloca al primo posto tra le regioni d’Italia e terza in Europa nella classifica per numero di investimenti da parte di capitali italiani e esteri.
Una conferma della grande liquidità esistente e della volontà di investire è arrivata ieri da Giancarlo Scotti, a.d. di Lazard Italia.
Dimostrata da Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, l’inesistenza della bolla speculativa, gli attori della trasformazione devono affrontare, tutti, siano essi i protagonisti pubblici e privati, un cambio mentalità, attuando un salto culturale, per puntare su nuove alleanze e nuove priorità.
E tra queste ultime, sicuramente il risparmio energetico figura in testa tra le esigenze della nuova edilizia di qualità, secondo quanto indicato da Colleoni.
Ma serve anche, come ha evidenziato il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, una nuova collaborazione tra pubblico e privato nelle società di trasformazione urbana per dare gambe ai grandi di processi di riqualificazione urbana.
Collaborazione, ha detto, non più basata sulla concertazione ma sulla programmazione strategica inserita in visioni di respiro europeo centrate sulla valorizzazione del territorio e delle città, intese come nodi del network europeo dei trasporti.

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