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Le associazioni ambientaliste lanciano l’allarme che il decreto Sblocca Cantieri rischia di rendere meno trasparente il settore dei lavori pubblici, facilitando le infiltrazioni della criminalità; per Ance non elimina le grandi criticità che frenano il veloce utilizzo delle risorse stanziate; CNA denuncia che le modifiche introdotte siano peggiorative per le PMI. Indice: L’Ance Le associazioni ambientaliste CNA Corte dei Conti In vigore lo Sblocca Cantieri Piovono critiche sul Decreto Sblocca Cantieri che ha l’obiettivo di rilanciare il settore dei contratti pubblici, velocizzare interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici. Le associazioni unite chiedono garanzia di trasparenza delle imprese e l’avvio delle opere già finanziate ma ancora bloccate. L’Ance In occasione dell’audizione presso le Commissioni riunite Lavori Pubblici e Territorio ed Ambiente del Senato la delegazione Ance, guidata dal Dott. Edoardo Bianchi, Vice Presidente Opere Pubbliche, ha evidenziato che il paese deve ripartire da infrastrutture efficienti, scuole sicure, città intelligenti e sostenibili, modelli abitativi e nuovi spazi urbani in grado di rispondere alle nuove esigenze sociali. Lo Sblocca Cantieri è una misura fortemente voluta dall’Ance molto importante per rilanciare il settore edile, dotando il paese di infrastrutture sicure ed efficienti. Pur apprezzando dunque l’approvazione del Decreto, l’Associazione teme che le misure non siano sufficienti per risolvere alcune gravi criticità. In particolare si legge nel documento pubblicato dall’Ance “Mancano interventi sui processi autorizzativi dei progetti, sulle autorizzazioni ministeriali, mancano tempi perentori per ogni fase decisionale e per il trasferimento delle risorse, in modo da diminuire i tempi morti”. Bisogna velocizzare i tempi di realizzazione delle gare e non “sacrificare i principi di correttezza, trasparenza, concorrenza e legalità, istituzionalizzando il super-commissario “modello Genova” che può derogare a tutte le procedure di appalto previste dal Codice”. E’ necessario far ripartire le opere urgenti con investimenti pubblici coerenti con le aspettative, senza che le opere pubbliche siano bloccate da una burocrazia senza fine. “Per il 2019, la previsione di una crescita del 5,2% degli investimenti pubblici appare eccessivamente ottimistica, soprattutto alla luce delle misure, per ora ampiamente insufficienti, contenute nel decreto-legge “sbloccacantieri”. Tra le varie richieste dell’Ance segnaliamo la certezza delle risorse, anche se limitate, grazie a una programmazione pluriennale, che deve essere rispettata. L’associazione chiede inoltre di rivisitare il reato di abuso di ufficio, migliorare la qualificazione delle imprese, per assicurare la par condicio nella competizione e che le opere siano concluse e non solo appaltate. Infine è necessario, così come ci chiede l’Europa, intervenire sull’istituto del subappalto, per allinearlo alla disciplina comunitaria. Le associazioni ambientaliste Legambiente, Kyoto Club e WWF ritengono che il decreto rischi di rendere meno trasparente l’assegnazione dei lavori pubblici e subappalti, facilitando le possibili infiltrazioni della criminalità, con conseguenti possibili gravi ricadute a livello di costo economico e ambientale. Le associazioni inoltre denunciano che nel decreto manca il rigore nelle procedure autorizzative in modo che venga garantita la partecipazione dei cittadini e la tutela dei beni culturali, paesaggistici e ambientali. Infine non ci comprende perché sia stato introdotto un ridimensionamento sistematico e ingiustificato del ruolo e delle funzioni di proposta ed elaborazione svolte dall’Autorità Nazionale Anticorruzione-ANAC. In particolare vengono criticate la reintroduzione pro tempore dell’appalto integrato che affida ad un unico soggetto la progettazione ed esecuzione dei lavori; la possibilità per i Commissari Straordinari di operare per le opere prioritarie, anche in assenza di un parere espresso dalle amministrazioni di tutela dei beni culturali e paesaggistici e compiere valutazioni ambientali in tempi contingentati, le proroghe sulla quota di lavori da mettere a gara per le concessioni autostradali, l’aumento del subappalto, gli allentamenti dei controlli e della soglia dei lavori a trattativa privata, la destrutturazione delle procedure autorizzative in materia di c.d. “infrastrutture strategiche”, con l’eliminazione del doppio controllo in capo al CIPE. CNA L’associazione in una nota esprime forte delusione soprattutto per la scarsa attenzione che il Decreto Sbloccacantieri ha riservato alle piccole imprese che da sempre riescono ad accedere al mercato degli appalti pubblici con grande difficoltà. Il decreto ha invece “introdotto modifiche peggiorative rispetto a quelle inserite nell’ultima Legge di Bilancio”. L’affidamento diretto cala infatti da 150mila a 40mila euro e la quota di subappalto aumenta dal 30 al 50%. Inoltre non è stato previsto niente per la suddivisione in lotti dei maxi-appalti e per valorizzare le imprese del territorio. Se non saranno introdotti correttivi, le PMI saranno tagliate del tutto fuori dal mercato degli appalti pubblici. Corte dei Conti Nell’audizione presso le Commissioni riunite Lavori Pubblici e Territorio ed Ambiente del Senato la Corte dei Conti ha sottolineato che le nuove modalità di affidamento per i contratti sotto soglia possano rappresentare un rischio per il mercato della libera concorrenza. Inoltre si sottolinea la necessità che venga realizzato un programma di rafforzamento, professionalizzazione e specializzazione delle risorse umane interne alle pubbliche amministrazioni che operano nel settore degli appalti, in particolare per le figure tecniche. La Corte in particolare sottolinea l’esigenza di aggregare le stazioni appaltanti (attualmente sono oltre 32.000) e di accrescerne, oltre alla dimensione, anche la competenza tecnica, per favorire rapporti di forza paritaria tra funzionari delle stazioni appaltanti e operatori economici. Al contrario di quanto accade nei piccoli comuni nei quali non vi è l’obbligo di ricorrere a una centrale di committenza. __________________________________________ 24 aprile 2019 In vigore lo Sblocca Cantieri Pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, il decreto Sblocca Cantieri è in vigore dal 19 aprileIl Decreto Sblocca Cantieri “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici” è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 aprile ed è entrato in vigore il giorno successivo. Il Decreto diviso in 30 articoli, suddivisi a loro volta in 3 parti, contiene le modifiche al codice dei contratti (D.Lgs. n. 50/2016) e al Testo Unico Edilizia. Il decreto è già entrato in vigore ma dovrà ora essere convertito in Legge dal Parlamento. Il MIT – Ministero Infrastrutture e Trasporti – in una nota sul proprio sito sottolinea che il testo introduce importanti semplificazioni del Codice degli Appalti per velocizzare la realizzazione di opere pubbliche; Commissari per sbloccare cantieri prioritari, ristori fino a 7 milioni di euro complessivi per la “zona arancione” di Genova, in particolare per l’indennizzo di chi vive in una zona adiacente al Ponte Morandi, misure per accelerare la rigenerazione urbana e la ricostruzione post sisma nelle regioni del Molise, Sicilia, L’Aquila, centro Italia stabilendo nuove risorse per le popolazioni colpite. Entro 180 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto dovrà essere varato il nuovo regolamento unico attuativo Codice degli appalti. Fino a quel momento restano in vigore le linee guida Anac che si riferiscono al precedente sistema. Per quanto riguarda i contratti pubblici sono state introdotte alcune novità, non tutte apprezzate. – Partiamo dalla maggiore criticità, ovvero il confermato aumento, nonostante i numerosi appelli (tra cui quello di Finco), dal 30% al 50% della possibile percentuale per l’affido in subappalto, senza che sia obbligatorio indicare la terna dei subappaltatori. – Per velocizzare la partenza di cantieri considerati prioritari, saranno nominati dei commissari straordinari che potranno rielaborare progetti non ancora appaltati, intervenendo in tutte le fasi, tranne che per le autorizzazioni relative alla tutela di beni culturali e paesaggistici e per quelle ambientali. – Ritorna a 40.000 euro la soglia massima per l’appalto con affidamento diretto. I lavori da 40mila euro a 200mila euro potranno essere affidati con procedura negoziata consultando almeno 3 operatori economici. Dai 200mila euro fino alla soglia Ue di 5 milioni di euro si dovrà invece procedere con gara d’appalto pubblica aperta. Per le opere al di sotto della soglia europea di 5,5 milioni, si potranno aggiudicare le commesse utilizzando il criterio del prezzo più basso ed escludendo le offerte anomale rispetto alle percentuali di ribasso. – Un’altra novità riguarda l’appalto integrato permesso per i progetti definitivi che dovranno essere approvati entro il 31 dicembre 2020, il bando dovrà essere pubblicato al massimo entro 12 mesi dall’approvazione del progetto. In questo caso è previsto il pagamento diretto del progettista da parte delle stazioni appaltanti. – E’ stato reintrodotto l’incentivo del 2% per le attività di progettazione all’interno della PA, che probabilmente creerà malesseri tra gli architetti e ingegneri liberi professionisti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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