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A cura di: Giulia Galliano Sacchetto Indice degli argomenti Toggle La digitalizzazione può mettere il turbo alla produttività nelle costruzioniIl ruolo della digitalizzazione La crescita del settore delle costruzioni passa per la digitalizzazione, che aumenta la produttività e l’efficienza delle imprese. É quanto emerge da un ricerca di GS1 Italy e Cresme: “La digitalizzazione nel settore delle costruzioni: scenari e potenzialità del mercato”. GS1 Italy è un’organizzazione non profit che sviluppa gli standard più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese, Cresme una società operativa di C.R.E.S.M.E Associazione (Centro Ricerche economiche, sociologiche e di mercato per l’edilizia) nata per analizzare il mercato delle costruzioni a livello locale, nazionale e internazionale. Grazie agli incentivi fiscali e ai bonus per le ristrutturazioni il settore delle costruzioni sta recuperando la produttività persa durante la pandemia: nel 2022, secondo lo studio sopracitato, il valore aggiunto per ora lavorata è cresciuto del 9,2%, arrivando a 26 euro per le imprese edilizie e a 25 euro per gli studi di architettura e d’ingegneria. Una performance migliore rispetto alla media generale dell’economia italiana (+2,8%), dove però il valore aggiunto per ora lavorata è più alto (36,5 euro). La ricerca è stata presentata nel corso dell’evento “Digitalize or die? Tracciabilità, interoperabilità e sostenibilità per la modernizzazione delle costruzioni”. Organizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano, l’incontro ha visto gli interventi di Cresme e GS1 Italy; si è parlato anche di digitalizzazione per la tracciabilità, l’interoperabilità, la sostenibilità e la modernizzazione del settore, con le testimonianze di alcuni tra i più importanti attori della filiera: da Ance, Angaisa, Assimpredil, Università di Brescia, a Bticino, edilportale.com, Formedil, Harpaceas e Metel. La digitalizzazione può mettere il turbo alla produttività nelle costruzioni Lo studio si compone di una prima parte che scatta una fotografia del comparto, individuandone gli attori, la struttura del tessuto imprenditoriale nonché il contributo alla catena del valore, e descrivendo le macro-tendenze che stanno caratterizzando l’attuale ciclo edilizio e l’evoluzione della domanda. La seconda parte è qualitativa ed è frutto di interviste a un campione rappresentativo di stakeholder, interpellati su temi come la trasformazione digitale, la standardizzazione delle informazioni, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale ed economica. L’obiettivo della ricerca è analizzare lo sviluppo del settore nel periodo post-pandemico, identificando le cause della bassa produttività e individuando le strade per recuperare efficienza. In questo senso, costituisce un ulteriore passo avanti nel percorso che GS1 ha già intrapreso al fianco di buildingSMART International (l’ente mondiale che guida la trasformazione digitale del settore delle costruzioni). Lo studio individua “una filiera frammentata, con livelli di digitalizzazione e gestione dei processi eterogenei e che fatica a trasferire in maniera efficiente le informazioni sia orizzontalmente, tra una fase produttiva e l’altra, sia verticalmente, tra imprese, professionisti e addetti” spiega Antonio Mura, direttore tecnico di Cresme. “Nei prossimi dieci anni, il settore delle costruzioni sarà attraversato da un radicale processo di modernizzazione e sappiamo che a guidare questo cambiamento sono due driver: sostenibilità e digitalizzazione” aggiunge Paolo Cibien, industry engagement director di GS1 Italy. “Siamo consapevoli che il mondo delle costruzioni parte in ritardo. Ma anche che, proprio per questo, potrà ottenere maggiori benefici da un processo di digitalizzazione capace di ridisegnare i comportamenti della filiera, i modelli di offerta, i livelli di produttività, i rapporti con la domanda, oltre a consentire nuovi obiettivi qualitativi in termini di sicurezza e sostenibilità”. Quello delle costruzioni è il macrosettore che ha sperimentato la crescita media della produttività più elevata sia prima che dopo la pandemia: +1,5% annuo nel periodo 2017-2019 e +9,2% nel 2022 contro, rispettivamente, il +0,4% e il +2,8% della media nazionale. Secondo lo studio, tra le cause della ripresa della produttività ci sono il rapido incremento dei prezzi e la sottostima nel calcolo dei deflatori e delle ore effettivamente lavorate, oltre ad incentivi e bonus. Un altro fattore da considerare è l’ottimizzazione della gestione dei processi e della digitalizzazione, confermata dall’analisi delle dinamiche della cosiddetta produttività totale dei fattori (TFP). La crescita della produttività oraria, infatti, è solitamente scomposta in tre componenti: l’aumento del capitale fisso per addetto (il cosiddetto capital deepening), la modifica dell’allocazione delle ore lavorate verso attività a maggiore valore aggiunto, e un aumento, appunto, della produttività totale dei fattori. Quest’ultima tiene conto di tutto ciò che contribuisce ad aumentare l’output di un settore a parità dei fattori produttivi, ovvero innovazione tecnologica, di processo e qualità del capitale umano. Se si guarda al periodo 2017-2020, la crescita della TFP settoriale ha ripercorso quasi fedelmente le dinamiche della produttività oraria. Quest’ultima, però, resta ancora troppo bassa e questo rappresenta il problema principale del settore in Italia. Una situazione che va attribuita al costo dell’errore che l’attività edilizia porta con sé: da un lato previsioni di spesa e tempi di esecuzione dilatati rispetto ai programmi, dall’altro una filiera lunga, che comporta una difficoltà nel flusso delle informazioni e nell’organizzazione dei rapporti tra i diversi attori coinvolti, generando inefficienze anche in termini di costi. Il ruolo della digitalizzazione Negli ultimi dieci anni il settore delle costruzioni ha trovato nella digitalizzazione una preziosa alleata per sostenere la crescita, migliorare l’efficienza, aumentare la produttività e mitigare il rischio sul lavoro. Ma la situazione è ancora lontana dal livello raggiunto in altri segmenti economici. La ricerca di GS1 Italy e Cresme conferma l’importanza della digitalizzazione e dell’automatizzazione della tracciabilità in cantiere, fondamentali non solo per migliorare la produttività e l’efficienza, ma anche per mitigare il rischio operativo. Infatti, senza un tracciamento efficace dei flussi di materiali e di lavoro l’impresa si espone a rischi ambientali, amministrativi e di sicurezza. Rispetto alla digitalizzazione della fase di procurement, appare più arduo il processo di standardizzazione delle informazioni tecniche di prodotto. In particolare, distribuzione e imprese lamentano una certa reticenza da parte dei produttori nell’aderire a standard condivisi per le informazioni tecniche. Eppure, la standardizzazione delle informazioni e il miglioramento dell’efficienza nello scambio dei dati all’interno della filiera stanno diventando un imperativo. In questo contesto, è strategica la diffusione degli strumenti BIM (Building Information Modelling), che consentono una gestione integrata di tutto il processo. Il BIM potrebbe esprimere tutte le sue potenzialità utilizzando gli standard GS1, a partire dall’identificazione univoca del materiale di costruzione fino alle operazioni di facility management, contrastando la mancanza di dialogo tra costruttori e progettisti, criticità individuata anche dallo studio. Oggi, però, su dieci progetti pensati in BIM, solo metà si realizzano seguendo questo modello e solo uno o due sono gestiti in piattaforma BIM. Occorre quindi incentivare l’adozione capillare di un modello di progettazione, architettonica e impiantistica, completamente gestito su piattaforma BIM. E per fare questo occorre che tutti i prodotti siano univocamente identificabili e rintracciabili in ogni fase: progettazione, costruzione, consegna, gestione e manutenzione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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