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Il convegno sulla Direttiva sui prodotti da costruzione: applicazione, sorveglianza e responsabilità, è stato fortemente voluto e promosso da Istituto Giordano e ITC-CNR per di dare risposte concrete ai dubbi e alle domande che nei cinque anni trascorsi dall’entrata in vigore delle prime norme di applicazione della direttiva 89/106/CEE si sono moltiplicati in maniera direttamente proporzionale al numero dei prodotti entrati in obbligo di marcatura CE. Il Convegno si è svolto il 16 febbraio scorso presso la sala SGR di Rimini, davanti ad un pubblico molto attento e variegato composto da industrie del settore, professionisti, università, enti pubblici. L’evento è stato fortemente voluto e promosso da Istituto Giordano e ITC-CNR per cercare di dare risposte concrete ai dubbi ed alle domande che nei cinque anni trascorsi dall’entrata in vigore delle prime norme di applicazione della direttiva 89/106/CEE si sono moltiplicati in maniera direttamente proporzionale al numero dei prodotti entrati in obbligo di marcatura CE. Tra i relatori si sono succeduti nell’esposizione: Vincenzo Iommi e Mara Altieri (Istituto Giordano), Roberto Vinci (ITC-CNR) , Alberto Galeotto (UNI), Vincenzo Correggia (MAP), Pietro Baratono (MIT), Angiolo Geri (Ministero Interni), Giancarlo Bedotti (Commissione Europea) e Catervo Cangiotti (ANDIL). L’incontro è stato moderato dall’esperienza di Ennio Braicovich (Reed Business Information). I lavori sono stati aperti dall’Ing. Vincenzo Iommi, amministratore delegato Istituto Giordano, che dopo aver presentato la volontà “personale” del convegno che è stato dedicato a Vito Lorenzo Giordano, fondatore dell’omonimo Istituto e recentemente scomparso, ha ribatito il motto “noi vogliamo conoscere e saperne di più”che ha fatto da filo conduttore di tutto l’evento. Brevemente vediamo i punti salienti degli interventi dei vari relatori a partire dalla dott.ssa Mara Altieri che per Istituto Giordano ha esposto le generalità della Direttiva e delle procedure tecniche per marcare CE, descrivendo i requisiti essenziali, le scadenze per l’entrata in vigore della marcatura CE ed il suo periodo transitorio, soffermandosi sulle parti delle norme armonizzate che indicano quali sono le disposizioni della direttiva in merito ai prodotti (Appendice ZA), identificando il sistema di attestazione e definendo i compiti dell’Organismo notificato e del Fabbricante. Per chiarire meglio le effettive prove da eseguire si sono riportati alcuni esempi esplicativi di prodotto e si è introdotto il concetto di NPD (prestazione non determinata). La parola è passata poi all’ing. Roberto Vinci che ha spiegato le funzioni dell’ EOTA e il significato di ETA; infatti per i prodotti innovativi o per quelli per i quali non è ancora possibile predisporre una norma per poter apporre la marcatura CE, la strada alternativa è il Benestare Tecnico Europeo (ETA), ossia una approvazione dell’idoneità all’impiego, coerente con le linee guida (ETAG) predisposte da un’apposita organizzazione europea (EOTA). Inoltre è stato presentato il sito internet Aedilitia, realizzato in collaborazione con il MAP, definibile come un contenitore estremamente duttile, indirizzato a migliorare l’intero sistema CPD Italia attraverso la condivisione dell’informazione e dell’esperienza tecnica. L’intervento dell’ing. Vinci si è concluso con la breve presentazione di un altro progetto informativo europeo denominato CONNIE costituito da una rete di portali che fungono da poli nazionali per comunicare tra loro. A questo progetto attualmente collaborano 7 paesi Europei. L’intervento di Alberto Galeotto è stato impostato sull’aggiornamento dello stato attuale del panorama Norme e sulle loro prospettive. Partendo dalla domanda “chi fa le norme”; Produttori, Laboratori, Ministeri, mondo accademico, Progettisti, parti attive e non comparse nella stesura delle norme per cogliere l’opportunità di essere protagonisti, passando poi alla definizione dei ruoli degli organismi di normazione ed infine descrivendo l’allegato ZA e l’opzione NPD (nessuna prestazione determinata). L’UNI dichiara che attualmente sono 134 le norme per marcare CE obbligatorie, mentre 32 sono quelle volontarie e 36 quelle che ancora non è possibile marcare CE perché non è ancora arrivato il periodo transitorio. Tra le 134 troviamo gli accessori per serramenti, porte e cancelli, canne fumarie, attrezzature stradali, aggregati etc.. E’ bene ricordare che la marcatura CE copre solo le caratteristiche essenziali e nulla vieta che dal punto di vista volontario si possa fare qualcosa di complementare; marchio volontario per qualificare il prodotto. Conclude l’intervento suggerendo ai produttori di muoversi per tempo (almeno 21 mesi) prima dell’obbligo CE, mentre ai progettisti e professionisti di fare attenzione prescrivendo sempre l’impiego di prodotti marcati CE. L’intervento dell’ing. Correggia (MAP) è stato improntato sulla definizione di “nuovo approccio” e “nuovo approccio rafforzato”. Brevemente possiamo dire che la filosofia del nuovo approccio si focalizza sui requisiti essenziali di sicurezza e la conseguente marcatura CE, introduce il ruolo degli organismi terzi di valutazione della conformità accreditati, puntualizzando la responsabilità di essi sul proprio operato. Inoltre la parte più controversa, ovvero la sorveglianza sul mercato si può suddividere verso i prodotti e verso le attività degli Organismi notificati. Sempre nell’ambito dei controlli, il Ministero sta approntando un elenco di prodotti pericolosi circolanti nel mercato europeo, vista la non sempre facile rintracciabilità delle credenziali dei vari prodotti. L’intervento dal titolo : “la sicurezza strutturale (D.M. 14/09/05) e la direttiva 89/106”, porta a suddividere il panorama normativo in opere e prodotti. Nell’ambito delle opere viene introdotto con il Nuovo Testo Unico il concetto di “garanzia della qualità”, della “durabilità” dell’opera e della “qualificazione” del prodotto. Di conseguenza i prodotti devono essere: identificati, certificati ed accettati (dal Direttore dei lavori). Vi è poi una specifica che definisce quali prodotti sono considerabili “strutturali”, ovvero quando questi inglobati nella struttura debbono soddisfare il requisito essenziali di “resistenza meccanica e stabilità”. Le conclusioni dell’ing. Baratono sottolineano come le Norme Tecniche abbiano introdotto tutta una serie di novità concettuali, in linea con l’impostazione degli altri Paesi della UE ed in particolare con la Direttiva 89/106, rendendo di fatto la marcatura CE obbligatoria. La relazione tenuta dall’ing. Geri dal titolo “il caso della sicurezza al fuoco” puntualizza che l’entità competente per il requisito 2 è il corpo dei Vigili del Fuoco, che a loro volta espletano per conto del Ministero dell’Interno le verifiche ed i controlli. Se quindi ciò che sta a monte della marcatura CE risulta di fondamentale importanza, ancora di più risultano le operazioni da effettuare “a valle” della marcatura, attività che rientrano nei mandati dei Vigili del Fuoco. Per facilitare quest’ultimo lavoro, l’ing. Geri suggerisce alla Commissione Europea di verificare puntualmente le norme armonizzate che escono per verificarne la perfetta aderenza al mandato. Essendo l’ultimo intervento ministeriale, l’ing. Geri tira le fila di un discorso iniziato nella mattinata e definibile per diversi punti; uniformare i comportamenti dei vari stati sulla marcatura CE e sui requisiti richiesti, chiarire inequivocabilmente che gli ITT (prove iniziali di tipo) di ogni prodotto sono tutti obbligatori; sconsigliare l’opzione NPD perché rende il mercato confuso, poco trasparente e terreno fertile per utilizzi impropri. La parola passa all’industria con il presidente dell’ANDIL che apre il suo intervento facendo riflettere tutti sull’entità in senso numerico dell’impatto della CPD in Italia, ovvero circa un quarto del PIL nazionale. Ciò deve fare sentire questo ingresso della direttiva prodotti da costruzione come un importante occasione di crescita del settore, riuscendo così ad alzarne la qualità. “Le direttive europee diventano di fatto un fattore di crescita comune a tutti, uniformando così i componenti della filiera edile”. Si nota per tanto che il mercato così facendo si sta spostando giustamente in mano ai consumatori che avranno sempre più strumenti per scegliere la qualità attraverso scelte certificate. Nel panorama dei controlli, fa notare l’ing Cangiotti, di andrà “verso l’istituto dei collaudi in opera”, perché non sarà più possibile controllare la corrispondenza CE di prodotti inglobati nella struttura a fine lavori. Conclude l’intervento suggerendo un utilizzo di internet per tutta la documentazione cartacea di accompagnamento alla marcatura CE, ed un controllo sul “concetto di famiglia” ossia sulla suddivisione della produzione di ogni singolo fabbricante in gruppi di prodotto, ai fini di un miglior controllo di mercato. L’ultimo intervento della giornata è stato quello dell’arch. Bedotti in rappresentanza della Commissione Europea. La domanda che si pone per prima è se un produttore presente in sala possa aver capito effettivamente come muoversi con i propri prodotti. In tal senso ribadisce il concetto che nella CPD le informazioni fondamentali che il produttore deve conoscere sono contenute nell’allegato ZA della norma di prodotto di riferimento. In termini pratici cita 3 casi in cui un produttore può trovarsi e le relative conseguenze: 1) Il proprio prodotto è coperto da una norma; in questo caso (più semplice) non bisogna fare altro che scegliersi un O.N. (organismo notificato) a cui affidare le procedure per la marcatura CE. 2) Il proprio prodotto non è coperto da una norma ma c’è la guida tecnica; il produttore deve in questo caso scegliere un Organismo di Approvazione che prepara un ETA (specifica europea per il prodotto) e solo a questo punto si torna a scegliere un O.N. per le procedure conseguenti. 3) Il proprio prodotto non è coperto da una norma e non c’è una guida; il produttore avrà bisogno in questo caso di farsi fare un ETA, scegliendo un organismo membro dell’EOTA che stabilisce una procedura di valutazione assieme agli altri organismi. Dopo di che per poter procedere con le relative procedure per la marcatura CE bisogna passare da un O.N. A domanda su “come sta cambiando la Direttiva?” l’arch. Bedotti risponde che è di fondamentale importanza la semplificazione della legislazione comunitaria, perché attualmente anziché favorire lo sviluppo lo frena. Ad epilogo di ciò detto aggiunge che i cambiamenti della direttiva vertono sullo studio di 3 punti: 1) impatto delle politiche ambientali nel settore costruzioni. 2) effetti della CPD sulla competitività del mercato interno. 3) costi del ciclo di vita delle opere. Parallelamente a questi studi è stata avviata la procedura di revisione. Il nuovo testo si prevede pronto per la metà del 2006 ma sarà solo nel 2008 che, superata tutta la burocrazia che vi sta dietro ne vedremo la stesura. Per ulteriori informazioni www.giordano.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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