Il no di Ingegneri e Architetti alla riforma urbanistica

Dopo le associazioni ambientaliste, a bocciare il disegno di legge di riforma dell’ordinamento urbanistico, sono i professionisti competenti della materia tra cui l’Istituto nazionale di architettura (Inarch) e l’Associazione regionale architetti e ingegneri liberi professionisti.
Si amplia così il fronte del “no” alla riforma urbanistica del governo Cuffaro, già bocciata da Legambiente, Italia Nostra, Wwf, Club alpino italiano, Lipu, Sinistra ecologista, Siciliantica, Laboratori di ricerca territoriali, Fondazione salvare Palermo e Circolo Metropolis Castellammare.
Elio Caprì, presidente dell’Associazione ingegneri e architetti che il 22 settembre ha preso parte, a Palazzo dei Normanni, alla presentazione del forum sulla tutela e lo sviluppo del territorio siciliano, sostiene che: “L’assessore Cascio ha discusso la nuova legge solo con il Comitato unitario delle professioni che è un organo consultivo della presidenza della Regione formato da un ingegnere, un architetto, un geometra, nessuno dei quali però si occupa di urbanistica”.
I professionisti, così come i componenti del forum, hanno già chiesto una convocazione alla commissione parlamentare Ambiente e territorio. “ll nostro obiettivo è suscitare un dibattito reale e aperto, afferma l’architetto Iano Monaco. Tra gli aspetti più preoccupanti di questo disegno di legge, oltre al rischio di cementificazione di coste e boschi, vanno sicuramente evidenziati gli articoli 26 (comma 9) e 48 (comma 6 e 7) nei quali vengono nascosti con abilità gli strumenti per avviare una maxi sanatoria degli insediamenti abusivi”.
“Questo disegno di legge, afferma Walter Bellomo responsabile della Sinistra ecologista, oltre ai rischi di nuove e gigantesche speculazioni edilizie, nasconde anche altre minacce molto preoccupanti. Mi riferisco, per esempio, al fatto che perdono di importanza e vengono rinviati gli studi geologici necessari, ad oggi, per la realizzazione delle opere costruttive. Se pensiamo alle ultime e violente mutazioni climatiche, le preoccupazioni non possono che aumentare”.

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