Dopo mesi di analisi e audizioni, l’VIII Commissione Ambiente della Camera ha pubblicato l’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia: tra criticità e potenzialità, emergono proposte per una riforma che coniughi sostenibilità, equità sociale e rigenerazione urbana. Il focus si sposta su imprese qualificate, strumenti stabili e interventi di qualità, in una visione integrata con gli obiettivi climatici del PNIEC.
Verso una riforma organica: qualificazione, stabilità e coerenza
Tra i punti più forti del documento emerge la richiesta, sostenuta anche da ANCE, di una qualificazione delle imprese edilizie. L’obiettivo è duplice: garantire lavori di qualità e creare un mercato concorrenziale sano. La Commissione sottolinea che un numero più elevato di operatori qualificati rappresenta un vantaggio sistemico, sia in termini di sicurezza sia di performance energetica.
E’ inoltre necessario un quadro di strumenti stabile e duraturi, si legge nel documento, per evitare distorsioni di mercato come quelle provocate dal superbonus 110%. Questo incentivo, seppur efficace nel breve termine, ha comportato un’impennata dei prezzi e una ridotta penetrazione reale.
La Commissione propone di riunificare le norme esistenti in un Testo Unico, semplificando l’accesso per i cittadini e riducendo il carico burocratico. In parallelo, si invita a modulare le aliquote in funzione di parametri socioeconomici e tecnici: la condizione di povertà energetica, il grado di inefficienza dell’edificio, la capacità fiscale del contribuente, il risparmio energetico potenziale in termini di classi migliorate o combustibili fossili evitati. Una visione inclusiva, che punta a non lasciare indietro nessuno.
Incentivi per il clima, l’energia e la sicurezza
L’orizzonte disegnato guarda oltre l’intervento puntuale. Si ragiona in termini di rigenerazione di tessuti urbani, partendo dai condomini e includendo anche le comunità energetiche rinnovabili. Gli incentivi dovrebbero sostenere non solo l’efficientamento energetico, ma anche l’installazione di impianti da fonti rinnovabili (come solare ed eolico domestico) e le infrastrutture per la mobilità elettrica.
Fondamentale, poi, il ruolo della qualità: materiali ecosostenibili, tecnologie innovative e attenzione alla riciclabilità sono al centro della nuova visione. Ma qualità significa anche sicurezza. La Commissione richiama l’urgenza di dare nuova centralità agli interventi di riduzione del rischio sismico, proponendo un sistema di agevolazioni che premi non solo l’efficienza energetica, ma anche il miglioramento della classe sismica dell’edificio.
Nella proposta di riforma delle detrazioni avanzata dal PNIEC, si evidenzia la necessità di concedere benefici fiscali crescenti in funzione non solo della performance energetica raggiunta, ma anche delle performance sismiche, soprattutto nelle aree ad alta vulnerabilità. Questo approccio integrato permetterebbe di coniugare decarbonizzazione e resilienza strutturale in un’unica visione strategica.
Per rendere davvero efficace questa sinergia, la Commissione sottolinea come sia opportuno prevedere che la fruizione dell’agevolazione fiscale per l’efficientamento energetico sia accompagnata, preferibilmente, da una valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio interessato. In questo modo si potrebbe dare impulso a una trasformazione del patrimonio edilizio che non solo riduce i consumi, ma protegge anche le vite e i beni in caso di eventi sismici.
Il focus si allarga anche all’edilizia pubblica e sociale. Il documento evidenzia la necessità di rivedere il Conto Termico e potenziare i meccanismi del PNRR per rendere più accessibili i finanziamenti destinati alla riqualificazione. L’efficienza energetica della PA, infatti, è vista come leva strategica per guidare il mercato e migliorare la resilienza collettiva.
Particolare attenzione viene riservata alla lotta alla povertà energetica. Le misure fiscali devono essere progettate per raggiungere anche chi vive in condizioni di vulnerabilità, riducendo la dipendenza energetica e aumentando il comfort abitativo. È una sfida sociale, oltre che ambientale, che il nuovo assetto degli incentivi intende affrontare con strumenti mirati e strutturati nel tempo.
“Gli incentivi devono diventare leva di trasformazione strutturale, non solo strumenti congiunturali,” recita un passaggio emblematico del documento. Il messaggio è chiaro: serve una strategia coerente, capace di coniugare ambiente, economia e giustizia sociale, in linea con le sfide del cambiamento climatico e con il quadro europeo delineato dal Fit for 55.
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