Inchiesta alta velocit�

Legambiente si costituirà parte civile. La nascita di una commissione parlamentare d’inchiesta sul tratto dell’alta velocità tra Firenze e Bologna, il modo in cui Lunardi intende affrontare il nodo tra il suo incarico istituzionale e quello di progettista privato; la costituzione di parte civile al processo che seguirà l’inchiesta; un’interpellanza parlamentare urgente per fare chiarezza sulle somme miliardarie sborsate dalle Fs all’allora presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, Aurelio Misiti; una sollecitazione al nuovo Governo per un chiarimento programmatico sulle grandi opere: “Lunardi ha sempre detto che quel cantiere era il paradigma di come il nuovo esecutivo avrebbe dovuto muoversi per realizzare le grandi opere. La pensa davvero così?. E’ una raffica di richieste quella che Legambiente presenta all’indomani dello scandalo che ha travolto i cantieri ferroviari dell’Alta Velocità nel tratto tra Firenze e Bologna. Uno scandalo che, come si usa dire, non arriva per niente inaspettato. Già dal 1996 Legambiente ha presentato una lunga serie di esposti e denunce, appellandosi anche alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie. Proprio dagli atti della commissione è interessante prendere il brano dell’audizione del procuratore della Repubblica di Firenze, Beniamino Deidda: “Per la Cavet – dice Deidda – ogni giorno di cantiere ha un costo. Si tratta di milioni. E quindi i rallentamenti sono sgraditi anche quando sarebbe necessario avere più riguardo ai beni tutelati dalle norme penali0/00. Linea di pensiero, quella della Cavet, manifestata anche da Pietro Lunardi, attuale ministro per le infrastrutture e responsabile della società di progettazione Rocksoil, incaricata da Cavet e Fiat Engeneering per la tratta Firenze- Bologna. “Sospendere adesso i lavori in attesa di chiarimenti e approfondimenti tecnici – ha dichiarato Lunardi in una intervista alla Nazione del 21 gennaio 2000 – sarebbe come interrompere un’operazione chirurgica perché si è improvvisamente verificata un emorragia. Certo sarebbe troppo bello che non vi fosse alcun problema. Il rischio di impoverimento e prosciugamento delle sorgenti, così come quello di provocare squilibri nell’ecosistema esistono. “La gatta per andare di fretta fece i gattini ciechi – sottolinea Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente – Voglio dire che quanto successo sulla Firenze – Bologna dovrebbe suonare come monito a quanti nel nuovo esecutivo pensano di snellire le procedure per la realizzazione delle opere pubbliche chiudendo un occhio sulla compatibilità ambientale prevista dalla normativa. Da anni seguiamo questa vicenda e dunque ci costituiremo parte civile al processo. Pensiamo anche che vada fatta chiarezza sulle consulenze miliardarie per i collaudi. Vale la pena ricordare due o tre elementi anche di questo capitolo. Le Fs di Lorenzo Necci nel 1995 affidarono a una serie di esperti – tra cui l’allora presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Aurelio Misiti – il compito dei collaudi sui 90 chilometri della nuova Firenze – Bologna. Una parcella onerosissima di 120 miliardi per gli 8 componenti della commissione di collaudo, presieduta proprio da Misiti, che dunque si trovava a svolgere il doppio ruolo di controllore dell’opera e collaudatore. “A parte l’enormità della parcella – ha aggiunto Realacci – è impensabile questa commistione di incarichi che consentiva al presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici (di Misiti peraltro si dice ora che succederà a Campos Venuti) di svolgere attività di consulenza privata su opere che ricadono direttamente negli ambiti del suo ruolo istituzionale. Fonte Legambiente

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