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La Chiesa dello Spirito Santo fu costruita tra il 1620 e il 1622 per volontà della Confraternita dello Spirito Santo, nata nel ‘500. Nella seconda metà del Cinquecento, infatti, per aderire al desiderio di rinnovamento spirituale voluto dal Concilio di Trento, si auspicò la costituzione, in ogni parrocchia, di congregazioni laiche organizzate secondo i principi delle medievali Compagnie dei Battuti o Disciplinati o Flagellanti (i cosiddetti “Batù”), che avevano questo nome poiché si flagellavano in segno di penitenza e pentimento. Fu lo stesso Cardinale Della Rovere che, nel 1571, sollecitò la fondazione della Compagnia del Santissimo Sacramento e, su questa linea, cercarono di muoversi anche le parrocchie minori, che, a loro volta, videro sorgere le diverse Congregazioni della S. Croce, del SS. Nome di Gesù, dello Spirito Santo, del Rosario. Anche Cambiano non fu da meno e, nel ‘500, fu fondata la “Compagnia dei Disciplinati sotto l’Invocazione dello Spirito Santo”. Successivamente furono istituite, a Cambiano, altre Congregazioni laiche, quali quella delle Umiliate (1652), del Rosario (1654), del Corpus del S. Sacramento (1746, ma, anche in questo caso, una Compagnia del Corpus Domini parrebbe esistere in epoca anteriore). Il cantiere fu chiuso nel 1633, ma, nei decenni successivi, fu riaperto, almeno in due occasioni, per prolungare la chiesa (1667) e per abbellire la facciata (1711). La chiesa ha un’unica navata di modeste dimensioni, senza transetto, ma con un elemento architettonico che separa la sacrestia dalla parte riservata ai fedeli. Davanti ad esso si trova l’altare rialzato di qualche gradino. L’ arredo è piuttosto scarno: una statua di S. Giuseppe a destra e una di Santa Rita a sinistra; una teca in vetro contenente una statua del Cristo morto e, sopra il portale d’ingresso una perfetta copia del Sacro Lino. Internamente la volta presenta bellissimi decori che culminano nel dipinto dietro la sacrestia raffigurante la scena della Pentecoste. La parete sinistra fu ricavata utilizzando in parte le preesistenti mura del ricetto, mentre il fronte di modeste dimensioni, tripartito da due lesene e sormontato da un timpano, mantiene un’impostazione classica, accentuata dalle due nicchie laterali, con le statue di S. Matteo a destra e S. Rocco a sinistra, che, con lo sfondato della finestra rettangolare e del portale, ne rompono la monotonia. Gli stucchi e le statue, così come il bel portale ligneo, sono forse frutto degli interventi settecenteschi. Restauro delle facciate Gli intonaci delle facciate erano particolarmente degradati a causa dell’umidità di risalita. Il vecchio intonaco della parte laterale destra della facciata è stato demolito ed è stato ripristinato con l’utilizzo di materiali adatti al supporto murario. La superficie da trattare è stata bagnata fino a rifiuto un giorno prima dell’applicazione dell’intonaco. È stato utilizzato il Ciclo Röfix Calce Idraulica Naturale. Il supporto è stato preparato in questo modo: sono stati eliminati gli intonaci ammalorati; in seguito è stato applicato il rinzaffo Röfix 675 a base di calce idraulica naturale e sabbia silicea, con una copertura del 100%. Asciugatosi il rinzaffo (tre giorni di stagionatura), si è reso necessario inumidirlo di nuovo per garantire un’ottima adesione del successivo strato di intonaco. Tale intonaco a calce idraulica naturale e sabbia silicea tipo Röfix 695, è stato applicato in più mani (fino a raggiungere lo spessore desiderato ed avendo cura di rispettare i tempi di stagionatura tra una mano e la successiva) ed è stato protetto da un’asciugatura troppo rapida. Quando l’intonaco si è asciugato (quindici giorni di stagionatura) si è applicata la finitura tipo Röfix 380, (in due mani successive) a base di calce idraulica naturale e sabbia silicea avendo cura di inumidire preliminarmente il fondo. L’intervento in facciata è stato di tipo conservativo (vista l’abbondanza di decori) quindi si è demolito solo l’intonaco della zoccolatura che era anche la zona con una presenza maggiore di sali nitrati. Anche qui, come nella facciata laterale, si è provveduto ad applicare il rinzaffo Röfix 675 a copertura totale. È stato poi applicato l’intonaco deumidificante macroporoso Röfix HK ad applicazione manuale secondo le esigenze di cantiere con uno spessore minimo di 2 cm. Il tempo di maturazione è stato di circa 2 settimane. La finitura applicata sopra l’intonaco deumidificante è minerale e traspirante e non deve avere componenti acrilici o vinilici. Nel caso in questione si è utilizzato la finitura Röfix 380. Tale prodotto (di color nocciola) è stato poi tinteggiato con pittura a base di grassello di calce. Per approfondimenti www.roefix.it Consiglia questo comunicato ai tuoi amici