Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
La Chiesa sorge su un luogo sacro di piccole dimensioni, fatto costruire dai frati Eremitani verso il 1220. Nel 1276 il Comune di Padova contribuisce alla riedificazione della Chiesa dato che le modeste dimensioni iniziali risultavano insufficienti. Nel 1306 Fra’ Giovanni degli Eremitani ne cura la notevole copertura e il completamento della facciata. L’edificio risultante si compone di una grande aula rettangolare con tre absidi e cappelle laterali. Innumerevoli e di notevole fattura le opere in essa contenute, tra le quali affreschi del Guariento, di Giusto Dè Menabuoi, oltre agli affreschi del Varini, di Giovanni D’Alemagna, di Pizzolo e Andrea Mantegna, andati parzialmente distrutti durante i bombardamenti della 2° guerra mondiale. Oltre agli affreschi ritroviamo sculture rappresentative di Bartolomeo Ammannati, (monumento funebre del Giureconsulto Marco Mantova Benavides) e il sarcofago di Ilario Sanguinacci. Le problematiche Da sempre la struttura realizzata in cotto, con spessori verticali da 60 a 80 centimetri, ha sofferto le classiche problematiche legate alla risalita per capillarità dell’acqua e dei sali in essa disciolti, che hanno causato nel corso dei secoli la perdita o il forte degrado della parte più bassa degli affreschi o il danneggiamento delle opere scultoree a diretto contatto con le murature umide. Vari interventi sono stati eseguiti per limitare tali danni, quali la creazione di intercapedini per il miglioramento dell’areazione dell’edificio, senza che si siano comunque raggiunti risultati soddisfacenti. La Soprintendenza di Venezia, in collaborazione con lo Studio di progettazione dell’architetto Amedeo Ruffato e dell’ingegner Ruffato, dopo studi di analisi conoscitive decideva di utilizzare la tecnologia del DryKit®System per risolvere definitivamente l’annoso problema. Tale scelta è stata determinata dalla contemporanea verifica effettuata nell’area Veneta nell’asco di 17 anni su edifici di notevole rilevanza trattati con il sistema a lenta diffusione DryKit®. Tra questi ricordiamo il Teatro Olimpico di Vicenza, l’altare Poiana Maggiore nella Basilica di S. Lorenzo a Vicenza, la cappella di S. Biagio a Verona con un ciclo di affreschi del Falconetto, l’arca di Giasanello Da Folgaria nella Basilica di Sant’ Anastasia a Verona ecc. La tecnica adottata L’idrofobizzazione della parte della muratura a diretto contatto con il terreno viene raggiunta utilizzando formulati polisilossanici in solventi super rettificati, mirati a non inserire sostanze grasse in prossimità degli affreschi, onde evitare viraggi indesiderati della pellicola pittorica. Il sistema utilizza appositi diffusori in cellulosa pressata che svolgono la duplice funzione di distribuire il formulato in maniera adeguata e di impedire nel contempo il percolamento dello stesso, qualora all’interno della muratura si trovassero fessurazioni e/o cavità. Le quantità di formulato che vengono impiegate sono determinate esclusivamente dallo spessore della muratura da trattare e possono agevolmente essere determinate tramite apposite sacche (pockets) graduate, munite di regolatore di flusso. Analisi preventiva e valori successivi all’intervento Oltre alle analisi relative ai sali presenti sulle superfici interessate, sono state eseguite misurazioni della quantità d’acqua presente nei muri a varie altezze, sia con strumentazione elettronica, sia a carburo di calcio – Hoechst. I valori medi riscontrati (riferiti in peso acqua/materiale oscillavano dal 13% al 18,5% ad un metro d’altezza e degradavano verso l’alto sino a metri 02,70 dal piano stradale. L’intervento di risanamento con DryKit® è stato eseguito nel mese di Aprile 1999 ed i valori riscontrati nel Novembre dello stesso anno confermano una diminuzione considerevole dell’acqua residua interna, con una variazione dal 7% al 4,5%, sempre ad un metro d’altezza. Tali valori sono destinati a scendere ulteriormente, fino ad arrivare ai tassi fisiologici tipici del materiale da costruzione utilizzato asciutto. Il completamento del restauro Ad asciugatura avvenuta si è provveduto ad effettuare il restauro conservativo delle superfici affrescate che è stato affidato alla Dottoressa Brambilla di Milano, che ha curato recentemente il restauro del “Cenacolo” di Leonardo. Per le zone di intonaci antichi il ripristino risulterà decisamente più rapido e consisterà nella demolizione dell’intonaco ammalorato sino ad una altezza superiore di circa 50 centimetri all’altezza massima raggiunta dall’umidità. Si dovranno applicare preventivamente apposite boiacche antisaline per evitare ulteriori idratazioni dei sali ad opera dei nuovi intonaci durante l’asciugatura degli stessi. L’intervento di deumidificazione è stato effettuato nella chiesa degli Eremitiani a Padova utilizzando il formulato specifico per affreschi TRF 135. Per ulteriori informazioni sui prodotti www.tecnored.it Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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