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L’intervento ha riguardato nello specifico i tre digestori anaerobici e due sedimentatori dell’impianto. I primi hanno un diametro di 15 m ed una capacità di 1400 m3 cadauno, le vasche di sedimentazione hanno un diametro di 27 m ed una capacità di 1570 m3 cadauna. Quest’ultime, costruite negli anni Ottanta, durante il loro periodo di utilizzo hanno subito un cedimento ed una rotazione legati alla consolidazione del terreno e ad un dilavamento del materiale prodotto da perdite. I digestori, anch’essi degli anni Ottanta, conseguentemente al loro riempimento hanno subito un cedimento. L’intervento con la resina espandente Uretek Geoplus si è posto l’obiettivo di aumentare la capacità portante del terreno di fondazione eliminandone eventuali vuoti; in tal modo è stato possibile riequilibrare le eterogenee caratteristiche geotecniche del terreno portando ad un sollevamento della struttura ed abbattendone così il cedimento differenziale. L’esecuzione dei fori d’iniezione è stata realizzata a mezzo di perforatori manuali elettrici a rotopercussione con energia di battuta pari a massimo 12-14 Joule e frequenza 1200-2800 colpi/minuto. Le perforazioni, di diametro di 26 mm, eseguite attraverso le solette delle vasche ed estese per una lunghezza massima di 6 m oltre lo spessore delle stesse, sono state intervallate a distanze regolari. In questo modo è stato possibile raggiungere con precisione il terreno da trattare e localizzare accuratamente l’effetto delle iniezioni. La fase d’iniezione ha previsto l’utilizzo di una pistola che, innestandosi a boccaforo, ha immesso nel condotto interrato la resina ad alta pressione di rigonfiamento preventivamente miscelata. Le operazioni d’iniezione hanno visto la messa in opera del materiale dapprima nei livelli più superficiali, di seguito in quelli più profondi, fino al sollevamento della struttura ed al raggiungimento di un elevato grado di addensamento dell’ammasso resina/terreno. Le iniezioni previste sotto il piano di posa dei digestori anaerobici sono state eseguite con il trattamento “a colonna”, ovvero sfilando il tubo d’iniezione a velocità controllata durante l’erogazione di resina. Per quanto riguarda i digestori, peraltro, a seguito delle perforazioni effettuate nel terreno alla base delle vasche è stata riscontrata la presenza di vuoti di volume apprezzabile all’intradosso delle solette di appoggio delle vasche stesse. Il vuoto, di altezza media pari a 5 cm, è stato riscontrato maggiormente nelle porzioni centrali delle vasche e corrisponde ad un volume totale pari a circa 25 m3. A profondità superiori, era presente uno strato di terreno di riporto costituito essenzialmente da trovanti lapidei di dimensioni rilevanti, immersi in una matrice fine, con caratteristiche geotecniche da scadenti a molto scadenti fino alla profondità di -7,50 m dal piano campagna. Tale situazione ha reso necessaria una modifica dei parametri di esecuzione dell’intervento. I vuoti presenti all’intradosso delle vasche sono stati saturati con resina; di più, è stato eseguito in un’unica fase il consolidamento del terreno di fondazione intervenendo su tutto lo spessore del terreno di riporto, ovvero eseguendo iniezioni di resina a partire dalla quota di -6,5 m dal piano campagna, approfondendosi cioè di circa 1,3 m rispetto alla quota di progetto. Risultato raggiunto Le prove di controllo effettuate presso il cantiere hanno permesso di verificare l’esito positivo dell’intervento. Anzitutto, le operazioni di iniezione della resina sono state monitorate attraverso una strumentazione laser che registra lo spostamento verticale della struttura e dunque il suo sollevamento, dando un immediato segnale di efficacia del trattamento. Per un periodo di 7 mesi, a seguito dell’intervento, è stata effettuata una livellazione di precisione sui manufatti interessati dal trattamento. Sono state effettuate inoltre prove penetro metriche prima, durante e dopo l’intervento. Ancora una volta, Uretek Deep Injections ha dimostrato sul campo la sua forza. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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