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Sarmato è una cittadina di 2650 abitanti della provincia di Piacenza caratterizzata da un tessuto urbano relativamente recente e senza connotazioni rilevanti, fatta eccezione per la presenza di un castello medievale perfettamente conservato, che ingloba, racchiuso all’interno della cinta muraria, un suggestivo borgo, formato da due file di case a schiera che, secondo un ardito disegno pianificatore del XIV sec., convergono verso un punto di riferimento comune, costituito dal pozzo. Indice degli argomenti Toggle Prima dell’interventoLe linee progettualiLa pavimentazioneLa pavimentazione di progettoLa viabilità Altra peculiarità è data dal fatto che l’edificio del Municipio sia stato ricavato da uno sperone del maniero. Intorno a queste emergenze storiche si concentrano gli edifici più antichi del paese, tra cui una chiesa dedicata a San Rocco, la Parrocchiale e alcuni esempi di architettura rurale. Pertanto possiamo considerare il Castello e l’area circostante come l’effettivo centro storico di Sarmato, che altrimenti mancherebbe di un altro fulcro topograficamente identificabile. Nulla però, prima dell’intervento di recupero e di riassetto urbanistico che ha interessato l’area, lasciava presagire un tale ruolo per questa porzione di abitato assolutamente sottovalutata e non proprio ben conservata. Da qui l’attuazione di un progetto – proposto e realizzato dallo studio dell’arch. Marcello Spigaroli – di sistemazione dello slargo” antistante il municipio di Sarmato e del vicino tratto del fossato, attraverso l’attuazione di un piano di iniziativa pubblica fortemente voluto e approvato dal Comune. Il piano è stato finalizzato al recupero funzionale e alla valorizzazione turistica del castello e del suo borgo, nonché alla creazione di una piazza pubblica e di un’area a giardino (tratto dell’ex fossato), a disposizione degli abitanti. Il progetto, peraltro, rientra in un più generale programma di riqualificazione urbana proposto dal Comune e approvato dalla Regione per il recupero di tutto il centro storico, già concretizzatosi in consistenti investimenti impiegati nella sistemazione di sedi stradali, con lastricatura ed opere varie connesse alla viabilità oltre che in diverse operazioni per la valorizzazione degli assi commerciali (L.R. n. 41 del 1997). Il primo intervento significativo del nuovo assetto urbanistico è consistito nell’abbattimento di una costruzione degli anni ‘50 e ‘60 in prossimità della porta del castello, con il risultato di recuperarne la piena visione a chi proviene dall’esterno. Questa scelta ha influenzato positivamente le proposte progettuali per la futura piazza e il suo contesto. Mediante tale operazione, infatti, il Comune ha reso fruibile tutta la superficie pubblica – verde e non – corrispondente all’antico fossato e compresa tra l’ingresso al castello e il vertice nord-orientale della cinta muraria. Prima dell’intervento L’ambito del progetto corrisponde topograficamente alla porzione sud-orientale del Piano di Riqualificazione e comprende al suo interno l’area limitrofa alla cortina muraria lungo il lato Est e parte del lato Sud. Prima dei lavori, questa superficie si presentava solo in minima parte a verde, mentre per il resto della sua estensione era asfaltata o coperta a ghiaia. Fa parte dell’intervento anche la limitrofa piazza Roma, sempre asfaltata e impropriamente usata come rotatoria veicolare, (che nel nuovo progetto diventa invece piazza vera e propria), nonchè la porzione di strada e marciapiede antistanti il Municipio. L’intera zona considerata era organizzata in funzione della viabilità interna. La strada che sottopassa l’edificio municipale, via Resistenza, raccorda la rotatoria – sulla quale convergono altre quattro strade – con la stazione ferroviaria. Gli spazi ai lati dei percorsi erano utilizzati come parcheggio libero, ad eccezione di un tratto dell’ex fossato meridionale nel quale era stata ricavata un’area pubblica alberata con panchine. Le essenze vegetali erano costituite da due file di tigli, una presso la strada e una a ridosso delle mura, e da due cedri del Libano, al centro del giardino, oggetto di conservazione e valorizzazione nel nuovo progetto. Il piano di calpestio era ancora una volta in asfalto. Dato saliente era la non visibilità del castello, il quale, pur costituendo il nucleo storico di Sarmato ed uno dei più interessanti esempi di borgo fortificato nel piacentino, era totalmente occultato dal costruito circostante e dalla vegetazione. Insieme con il castello era scomparsa anche la memoria dell’antico fossato, in parte nascosto dagli automezzi parcheggiati e in parte confuso con la rimanente superficie asfaltata. Le linee progettuali Il primo obiettivo che il progetto si è posto è quello di operare la ricucitura di un tessuto disomogeneo e faticosamente percorribile recuperando, al tempo stesso, la dovuta gerarchia tra le parti dell’edificato. Si è provveduto, pertanto, alla pulitura della cortina muraria dalla vegetazione, conservando solamente i due grandi cedri del Libano e impiantando una fila di tigli in direzione dell’accesso alla porta del castello e allineata lungo il fossato il quale è stato recuperato come segno e come superficie, dando continuità al tappeto erboso perimetrato con percorsi pedonali e tratti di muro basso in laterizio. Si è determinata, in tal modo, una zona verde continua e percorribile per tutto il tratto pubblico dell’ex fossato; né viene pregiudicata alla rimanente vegetazione ad alto fusto la possibilità di proiettare ombra sui punti di sosta. Sull’area del fossato, in direzione del muro di cinta, si è creata una leggera pendenza che ne ha messo in risalto la naturale maestosità. La pavimentazione I materiali tradizionali presenti in modo determinante nel centro della vecchia Sarmato sono il laterizio a vista (il castello e le sue fortificazioni), e il ciottolo di fiume per le pavimentazioni esterne, riscontrabile sia all’interno del complesso fortificato sia in varie corti del centro. Ad essi si aggiunge la pietra di Luserna con la quale sono state selciate recentemente la via Centrale e le immediate adiacenze. Sulla scorta di queste considerazioni, per l’area attorno alla piazza è stato proposto come materiale prevalente il massello autobloccante in calcestruzzo vibrocompresso tipo Pianella della Paver, il quale, possedendo colore e aspetto molto simili a quelli del laterizio tradizionale, è particolarmente idoneo a combinarsi con la sopravvissuta muratura storica della rocca e con i previsti muretti realizzati sul perimetro del fossato, incontrando peraltro il parere favorevole della Soprintendenza. La piazza, caratterizzata da un disegno geometrico modulare, determinato dall’intersezione del reticolo viario esistente, è stata pavimentata con masselli autobloccanti a forma e colore di sestino in laterizio, sempre di Paver Costruzioni, abbinato sul perimetro esterno con la pietra di Luserna. I listelli che suddividono i riquadri regolari della pavimentazione a sestino sono stati realizzati in cemento gettato e martellinato. Differenze di quota distinguono le superfici, anche carrabili, della piazza dagli altri percorsi stradali. Sulla piazza insistono due aiuole circolari che ospitano due aceri campestri, disposte in posizione libera e asimmetrica, svincolatie dalla maglia regolare della pavimentazione, sul cui muretto in cls insistono le sedute in doghe lignee, del tutto simili a quelle posizionate all’ombra dei cedri del Libano. Il riassetto della piazza ha comportato l’adeguamento degli impianti pubblici di smaltimento acque, illuminazione e rete idrica. La pavimentazione di progetto Per le pavimentazioni si è fatto ricorso ai prodotti di Paver Costruzioni della serie “Antichizzata”: I Mattoni. Le forme geometriche semplici dei masselli, la facilità di posa e la resistenza al gelo, al calore e all’usura nel tempo ne consentono l’utilizzo soprattutto nei centri storici, per piazze, marciapiedi e strade. L’aspetto anticato dei masselli, ottenuto attraverso un’attenta azione meccanica, e la particolare colorazione, con l’aggiunta di specifici pigmenti, avvicina l’aspetto del prodotto ad una antica pavimentazione in cotto. I masselli sono di calcestruzzo vibrocompresso, da posare a secco su idoneo sottofondo. I modelli disponibili sono: Mattone – 12x24x6 cm, Tassello – 10x10x6 cm, Pianella – 20x20x6 cm, Mattonella – 20x10x6 cm, Sestino – 5x20x6 cm. A Sarmato si è usato il sestino per la parte pedonale della piazza alla quota più bassa e la pianella per l’area più esterna, in parte anche adibita a circolazione veicolare. La viabilità L’altro aspetto del problema è legato alla viabilità, il cui sistema è stato necessariamente rivisto, volendo garantire una maggiore continuità agli spazi pedonali. La situazione di Sarmato, da questo punto di vista, non offriva facili soluzioni: la sezione delle strade che attraversano il nucleo più antico del paese è molto ridotta e non è semplice trovare alternative alle attuali vie di attraversamento. Il progetto ha proposto, pertanto, di procedere in direzione di una progressiva liberazione della piazza dall’ipoteca del traffico veicolare, ma con la necessaria gradualità, dando in tal modo all’Amministrazione e alla cittadinanza i tempi tecnici necessari a perfezionare e consolidare le scelte. Convergono da Nord sulla piazza due strade: viale Resistenza, che sottopassa il Municipio provenendo direttamente dalla stazione ferroviaria, e la via Centrale, di recente pavimentata in lastre di pietra di Luserna. Ambedue, raccordate dalla via Chiesa, presentavano un doppio senso di circolazione. La proposta ha previsto la trasformazione di tali arterie in percorsi a senso unico, in successione continua, con un unico sbocco a doppio senso sull’area dell’incrocio e della rotatoria. In tal modo, è stato possibile garantire continuità tra il verde del fossato e la superficie a nord della rotonda. Al centro di quest’area è sorta una piazzetta dal disegno geometrico, con aree di sosta debitamente attrezzate e con funzione di fulcro nei confronti dei circostanti isolati e dei servizi pubblici. Contemporaneamente sono state individuati nuovi di parcheggi alberati lungo la via Torchio (ca. 40 posti macchina), che vanno ad integrare quelli, sempre alberati, all’estremità di v.le Resistenza. Scheda Tecnica Committente: Comune di Sarmato Progetto: Arch. Marcello Spigaroli in collaborazione con: Fabio Bertuzzi, Giovanni Zilli Consulenza per il verde: Anna Scaravella Disegni: Marco Malvisi Direzione lavori: Alfio Rabeschi (Comune di Sarmato) Impresa Costruttrice: CIS spa, San Nicolò di Rottofreno Fornitura autobloccanti: Paver Costruzioni Opere di scavo e reinterro: impresa Angelo Peveri, Sarmato Opere idrauliche: ditta Stefano Paini, Sarmato Opere a verde: ditta Daniele Milani, Sarmato Fornitura e posa illuminazione: S.B. Impianti Elettrici, Sarmato Consiglia questo comunicato ai tuoi amici
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