Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Casaglia posta in cima ad una collina coronata da cipressi, è costituita da varie case coloniche sparse, il cui nucleo più importante presenta edifici di notevole interesse architettonico ed urbanistico. Si tratta di una piazza su cui si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista (con interessanti affreschi ottocenteschi) ed un edificio merlato e turrito, che rammenta l’antico castello, mentre a levante si trova la Fattoria, una maestosa villa residenziale del secolo scorso, in stile neoclassico. La pieve è ricordata nelle decime papali del 1274 e nella Libra Cleri del Sinodo Belforti del 1356. Fu espropriata di territorio sul finire del secolo XIV e si ridusse a rettoria ‘amovibile’ con parroco non residente per tutto il XVI secolo. Passò poi sotto il patrocinio degli Espinassi, i cui eredi nel 1858 ricostruirono chiesa e canonica in forme neoromaniche a tre navate. Caratteristiche geologiche generali e problematica affrontata Dal punto di vista morfologico Casaglia è localizzata nel tipico sistema collinare pliocenico della Val di Cecina, debolmente ondulato e frequentemente inciso da numerose aste fluviali. Il complesso parrocchiale in oggetto è ubicato sulla sommità della collina e l’assetto morfologico non mostra evidenze di dissesti gravitativi. La collina è costituita interamente da terreni sedimentari marini eterogenei in cui si succedono con passaggi stratigrafici netti, terreni sabbiosi, sabbioso limosi e sabbioso argillosi. Sintetizzando, i terreni di fondazione presentavano caratteristiche di portanza e resistenza al taglio complessivamente buone ma con la presenza di cedimenti differenziali notevoli dovuti sia a variazioni di comportamento meccanico dei suddetti litotipi sia a differenti distribuzioni dei carichi in fondazione. Situazione difficilmente ammortizzabile dalle strutture murarie dell’edificio in oggetto. Inoltre ad aggravare la situazione e ad innescare i fenomeni fessurativi, si riscontrava un fenomeno di ritiro della frazione argillosa dovuto all’essiccamento superficiale durante il periodo estivo. L’intervento di consolidamento Kappazeta La tecnologia con iniezione di resine a lenta espansione, sviluppata da Kappazeta, è stata giudicata dai tecnici della diocesi la più indicata in quanto: • i litotipi presenti e la tipologia delle strutture mal si prestavano a interventi con resine molto rapide e con spinte troppo “repentine”; • era indispensabile un intervento a bassa invasività e con la possibilità di intervenire anche su muri portanti interni limitando al massimo le problematiche operative. La tecnica di consolidamento Kappazeta, unica ad essere stata concepita e sviluppata specificatamente per il consolidamento di terreni di fondazione coesivi, già in procedura standard ha caratteristiche di: a. lenta reazione delle resine b. grande penetrazione in fase fluida c. lentezza e continuità dell’iniezione d. possibilità di ottenere consolidamenti efficaci e definitivi anche in presenza di terreni saturi d’acqua. L’intervento è stato esteso a quasi tutto il perimetro del complesso compresi i muri portanti interni della canonica ed i pilastri centrali della chiesa. Conclusioni L’intervento di consolidamento della Chiesa di Canaglia è stato oggetto di due fasi di studio: 1. collaudo in corso d’opera con verifica dei miglioramenti dei parametri geotecnici del terreno di fondazione mediante esecuzione di prove penetrometriche statiche pre e post iniezione; 2. sperimentazione geotecnica eseguita a distanza di alcuni anni per verificare il mantenimento dei risultati ottenuti e indagare il volume di terreno interessato dal consolidamento, mediante esecuzione di trincee di ispezione, sondaggi e prove di laboratorio su campioni indisturbati. A seguito delle verifiche e dei collaudi condotti si può concludere che: • i miglioramenti ottenuti in termini di incremento della resistenza al taglio e diminuzione della compressibilità, testati in fase di collaudo sono stati mantenuti anche a distanza di anni, confermando l’effetto permanente del consolidamento sui terreni e l’inalterabilità delle resine iniettate in termini di volume e resistenza meccanica; • l’iniezione ha determinato in tutto il bulbo delle tensioni indotte dalla sovrastruttura, un innalzamento della tensione massima di sovraconsolidazione con conseguente incremento del valore di OCR con valori compresi tra 1,5 e 10; • l’iniezione ha determinato un miglioramento del modulo edometrico e di tutti i coefficienti di consolidazione con percentuali prossime al 35%. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici