La chiesa, risalente agli anni Cinquanta, è stata gravemente lesionata dal sisma del 2012. Per questo, nel 2015, la Diocesi di Mantova e la Parrocchia di San Lorenzo Diacono e Martire hanno indetto un concorso per la progettazione di un nuovo complesso parrocchiale, con la richiesta che la nuova chiesa fosse accogliente e includesse spazi in grado di facilitare la partecipazione dei fedeli e le attività collettive.
Durate le fasi di scavo per le fondazioni, sono emersi all’interno del sito i resti di tre chiese precedenti, rispettivamente di età preromanica, del Cinquecento e del Seicento. In accordo con la Soprintendenza si è quindi optato per la conservazione dei reperti e la creazione di un apposito percorso didattico-divulgativo, che si snoda in due piccole sezioni espositive.
La nuova struttura si compone di due fabbricati, intersecati fra loro: la chiesa vera e propria, definita da un tetto che richiama la tradizionale copertura a capanna, e un corpo più basso che ospita la cappella feriale, il battistero, la sagrestia e gli altri spazi parrocchiali.
L’accesso principale avviene dal sagrato, ed è poi presente un secondo ingresso che si apre sulla corte interna. In una porzione del corpo dell’aula trova sede anche la cella campanaria, che ospita cinque campane novecentesche.
L’aula liturgica presenta un ampio spazio centrale, scandito da pilastri e finestrature a tutta altezza. Si è preferito non utilizzare vetrate decorate, così da incrementare il senso di raccoglimento e consentire ai fedeli di vivere un ambiente luminoso, dove sono posti in risalto l’altare e la grande croce in cemento armato.
Nelle ore notturne, le aperture sul muro di cinta permettono all’illuminazione interna di estendersi verso l’esterno, richiamando l’effetto di una lanterna che brilla nel buio.
La semplicità e la purezza delle forme sono stati gli aspetti che maggiormente hanno definito il progetto degli architetti. A questo scopo, sono stati eliminati gli oggetti superflui, preferendo per tutti gli elementi presenti l’uso di uno stesso colore, il classico rosa-rossiccio dei mattoni in cotto.
Per le pareti è stato impiegato un cemento rosa, che dona un sentore caldo e accogliente, per i pavimenti la pietra rosata della Lessinia, e per i pilastri un calcestruzzo color cocciopesto pigmentato con ossidi di ferro.
Per il tetto a capanna è invece stato preferito un rivestimento in zinco-titanio zintek® nella colorazione Rosso Antico. Questa tonalità, che fa parte della serie «The Color Line», stempera la freddezza del metallo e restituisce l’impressione di un manto vellutato.
La copertura a doppia falda è stata realizzata con lastre aggraffate di larghezza uniforme, che presentano giunti longitudinali in aggraffatura angolare e un giunto trasversale a corsi sfalsati.
Grazie all’uso dello zintek® è stato possibile ottenere una copertura liscia e apparentemente priva canale di gronda, in realtà nascosto abbassando il colmo pur mantenendo i requisiti di pendenza per la corretta ventilazione.
Inoltre, il rivestimento in zinco-titanio ha permesso alla copertura, costituita da travi d’acciaio e sorretta da una fondazione rigida poggiata su tiranti, di beneficiare di un peso complessivo contenuto.
Il risultato è una struttura durevole, resistente e al tempo stesso flessibile, in grado di sopportare anche sollecitazioni estreme come quelle dovute a maltempo o fenomeni sismici.
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