Per Ingegneri e Architetti il Jobs Act deve fare di più

Per Ingegneri e Architetti il Jobs Act deve fare di più

I problemi irrisolti dei professionisti delle costruzioni

Il Job Act per gli autonomi dell'edilizia
Il Job Act per gli autonomi dell’edilizia

Il Jobs Act è stata la rivoluzione 2016 nel campo del lavoro e delle professioni, ma serve fare ancora molta strada, soprattutto per i professionisti autonomi,
Per discutere di questo importante argomento, la Rete Nazionale delle Professioni dell’area tecnica e scientifica, nata nel 2013 e di cui fanno parte Architetti, Ingegneri, Geologi, Periti e Geometri è stata ricevuta in audizione presso l’XI Commissione Permanente Lavoro e Previdenza Sociale del Senato.

Il Jobs Act degli autonomi è un provvedimento che per la prima volta affronta il lavoro autonomo nella sua specificità.
Con un dato negativo registrato nell’ultimo anno sul redditi dei professionisti, che è diminuito del 25%, cresce la necessità di avere misure che consentano la deducibilità dei costi, quali ad esempio quelli per formazione continua e certificazione delle competenze, come previsto dalla nuova riforma del diritto del lavoro.

Manca però ancora molto!

Ad esempio introdurre parametri economici di solo riferimento per l’indicazione dei costi delle prestazioni professionali, come già previsto nell’ambito della vigente disciplina dei contratti pubblici. L’assenza di riferimenti normativi che consentano di stabilire con sufficiente chiarezza il livello delle prestazioni professionali in linea con standard qualitativi predeterminati, oltre a provocare un evidente disorientamento nella committenza, incide in modo significativo sulla stessa corretta applicazione di importanti discipline legislative, come quelle in ambito energetico.

Tra le ulteriori direzioni di intervento indicate alla Commissione dalla Rete, c’è quella dei Fondi Europei. Si chiede, ad esempio, di far rientrare le attività svolte da Ordini e Collegi in materia di formazione continua tra le attività finanziabili col Fondo sociale europeo. Inoltre, si chiede un intervento delle Regioni per rendere effettivo l’accesso ai Fondi Europei, attraverso lo studio di misure ad hoc per i professionisti, in assenza delle quali il loro accesso a queste risorse resterebbe solo sulla carta.

Positiva la tutela degli autonomi rispetto alla committenza privata: manca nel testo, però, un provvedimento di tutela nei confronti della committenza pubblica, anche alla luce dei continui ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione.

In tema di previdenza i professionisti tecnici hanno chiesto di rendere possibile il versamento dei contributi integrativi presso le casse di previdenza professionali e di consentire alle professioni ordinistiche sprovviste di aderire alle casse di previdenza esistenti. La RPT ha chiesto, infine, una seria azione di rilancio delle Società tra Professionisti, con particolare riferimento alla possibilità di scegliere il regime fiscale da adottare, dal momento che non tutti i professionisti che decidono di associarsi sono uguali e caratterizzati da identiche problematiche.

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