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Le scuole italiane poco sicure e inefficienti: la fotografia scattata da Legambiente nel XXI Rapporto Ecosistema Scuola. Enorme differenza tra il centro nord e il sud e le isole Pubblicata da Legambiente la XXI edizione di “Ecosistema Scuola”, indagine annuale che mostra la situazione di 7.037 edifici scolastici e dei servizi in 98 capoluoghi di provincia. Sono molte, ancora oggi, le scuole che hanno necessità di essere ristrutturate e soprattutto messe in sicurezza. Ma c’è soprattutto una differenza molto significativa tra la qualità dell’edilizia scolastica del nord e centro Italia rispetto a quella del sud, divario ulteriormente accentuato dalla pandemia, soprattutto per quanto riguarda il disagio sociale e l’abbandono scolastico. L’indagine di Legambiente relativa al 2020 ha coinvolto 7.037 edifici in 98 comuni, per un totale di 1.424.322 studenti Se le regioni del nord e centro Italia registrano un miglioramento nella qualità degli istituti scolastici e dei servizi offerti a livello di trasporti, mense e progetti educativi, non altrettanto si può dire delle scuole del sud Italia, nelle quali molti studenti sono esclusi perfino dai servizi di base e solo il 16% degli istituti prevede il tempo pieno. Il 56% degli edifici edificati in meridione necessita di interventi urgenti, contro il 36% di quelli dell’Italia settentrionale. Qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato la ripartizione dei fondi del PNRR per la scuola: sono 17 miliardi di euro, di cui 5 in arrivo a brevissimo, che per Legambiente è fondamentale investire a partire dalla messa in sicurezza degli edifici in area sismica, dall’efficientamento energetico e per limitare povertà educativa e abbandono scolastico. Le risorse saranno in parte destinate alla costruzione di nuovi edifici (si calcola un costo medio di 1,3 milioni di euro a scuola), palestre, strutture outdoor e mense scolastiche. A preoccupare in particolare i dati sulla sicurezza e sul conseguente rischio sismico, anche in questo caso con una netta demarcazione tra centro-nord e sud: nel meridione 3 scuole su 4 si trovano in aree a rischio sismico. I dati a livello nazionale sono impietosi: in Italia un edificio scolastico su due è privo di certificato di collaudo statico, agibilità e prevenzione incendi. Il 41% necessita di interventi di manutenzione urgente, nel 2019 la percentuale era del 29%. Solo lo 0,9 dei nuovi istituti sono stati costruiti con criteri di bioedilizia (a Trento, Bolzano e Rimini gli esempi più virtuosi) e sono solo 387 quelli classificati in classe energetica A. Nel complesso più del 73% degli edifici nelle ultime tre classi energetiche. Durante la pandemia sono stati fatti investimenti per realizzare nuove aule e potenziare la rete internet per la DAD “realizzata mediamente dal 61% dei comuni nelle scuole e il completo cablaggio della rete in più della metà degli edifici”. C’è ancora molto da fare per accelerare il percorso verso al reale messa in sicurezza delle scuole italiane e la loro riqualificazione efficiente e sostenibile, sottolinea Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola Legambiente – “Ora più che mai, con le ingenti risorse del PNRR previste anche per le scuole, l’asticella della sfida in si fa sempre più alta”. E’ necessario aiutare gli enti locali, semplificando le linee di finanziamento e sostenendoli in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Inoltre bisognerebbe proprio partire dalle zone svantaggiate del paese e a maggior rischio per realizzare interventi virtuosi di riqualificazione, da utilizzare come leva di rigenerazione di interi territori e quartieri. Legambiente sottolinea l’importanza di non prorogare ulteriormente la scadenza “della verifica di vulnerabilità sismica di tutte le scuole, oggi effettuata dalle amministrazioni solo sul 31,5% degli edifici”, bisogna poi diminuire i tempi dei cantieri, oggi mediamente di 300 giorni e aver certezza che i fondi stanziati vengano spesi (nel 2020 più della metà sono rimasti inutilizzati). Nel complesso i dati del report Ecosistema Scuola parlano di un totale di 7.037 edifici, di cui molti realizzati prima degli anni ’70, quindi prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica e del collaudo statico. Il 41% necessitano di interventi urgenti di manutenzione. La verifica di vulnerabilità sismica è stata fatta solo sul 15,5% degli edifici. Molto, naturalmente, c’è da fare sul fronte degli interventi di efficientamento e riqualificazione energetica. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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