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Nonostante il 2016 segni un buon andamento per le nuove costruzioni in classe energetica A+, A e B, che sono stati oggetto del 60% delle compravendite per quanto concerne le “nuove costruzioni”, con un +10% rispetto al 2015, l’edilizia in classe energetica G, continua a dominare il mercato. È quanto è emerso dal “Rapporto annuale sull’andamento del mercato immobiliare urbano”, compiuto da ENEA, Istituto per la Competitività (I-Com) e Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (FIAIP), che hanno scattato una foto sul mercato delle compravendite di immobili nello scorso 2016. Considerando il mercato nel suo insieme, l’edilizia in classe energetica G, quella meno efficiente, continua a dominare le compravendite (il 66% di monolocali e il 56% di ville unifamiliari), mentre la vendita di case ristrutturate in classe energetica A+, A e B si attesta su valori che variano dal 3% al 7% del mercato di riferimento. Oramai l’efficienza energetica ha fatto definitivamente il suo ingresso nel settore edilizio, ma rimane molto da fare sugli edifici esistenti: infatti solo l’11% risulta ristrutturato nelle prime tre classi energetiche, mentre rientra nelle ultime due classi energetiche quasi il 90% degli immobili da ristrutturare, situati principalmente nell’estrema periferia delle città. Oltre ad analizzare le transazioni immobiliari 2016 rispetto alla classe energetica degli edifici presenti sul mercato, lo studio ha intervistato oltre 500 agenti immobiliari associati alla FIAIP in tutta Italia per sondare l’importanza del tema efficienza energetica. Per il 58% degli intervistati l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) non serve ad orientare le scelte di chi compra o vende un immobile e il 40% dei professionisti del settore lo considera poco utile. Tra le possibili iniziative contenute nel rapporto, c’è quella di rendere l’APE uno strumento dinamico che consenta all’acquirente di comprendere quali saranno i suoi consumi energetici reali nel momento in cui andrà ad abitare nell’immobile acquistato. Divide invece gli addetti ai lavori la proposta di inserire una specifica voce nei listini immobiliari legata agli immobili “ristrutturati green”: 52% sono i contrari, prevalentemente perché sarebbe difficile stimare un valore aggiuntivo rispetto alla categoria “ristrutturato”. Inoltre, tra le principali motivazioni che, secondo gli agenti immobiliari intervistati, portano ad una scarsa attenzione dei clienti verso gli immobili in classe energetica più elevata ci sono la disponibilità di spesa, il livello culturale e di consapevolezza ambientale e la scarsa fiducia nel sistema di etichettatura energetica degli immobili. Ed è proprio la scarsa percezione del valore di mercato degli immobili efficienti la principale barriera all’accesso al credito per le ristrutturazioni energetiche. Fonte ENEA Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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